Ho un anno di più

Ho un anno di più

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Ho un anno di più, e qualcosa in meno tu (Lucio Battisti, ‘Ho un anno di più’, 1977) ‒ L’inferiorità numerica per un fallo a centrocampo, il Bologna che fatica a riassettarsi in campo e i gialloblù, fino a quel momento sostanzialmente innocui, che iniziano a sbucare da tutte le parti. Attaccano sul lato destro dei felsinei, che purtroppo sbagliano una lettura, Poli è in ripiegamento ma quello che sta ricoprendo non è il suo ruolo e si vede: palla in mezzo, colpo di testa, gol.
0-1, Ghiglione. 27 gennaio 2019, stadio Renato Dall’Ara, il match terminerà 4-0 per il Frosinone.
Era la seconda di ritorno del campionato scorso, dopo quella sconfitta la panchina del Bologna cambiò proprietario e a Casteldebole tornò Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo, dunque, avrà disputato un intero campionato alla guida dei rossoblù solo al triplice fischio di Spal-Bologna in programma sabato alle 15, ma un cerchio sembra averlo chiuso con qualche giorno di anticipo.
Allora i ragazzi di Inzaghi (che erano gli stessi scesi in campo contro il Verona per cinque undicesimi, ai quali vanno aggiunti il subentrato Poli, Palacio che è rimasto in panchina solo a causa dell’espulsione di Bani, e il lungodegente Dijks che se in salute avrebbe sicuramente tenuto fuori Mbaye), dopo aver subito il gol dello svantaggio, crollarono sotto i colpi di una squadra che a fine anno avrebbe avuto 19 punti in meno.
Oggi il gruppo di Mihajlovic è simile negli interpreti ma completamente diverso sotto altri aspetti: il secondo tempo di domenica è stato più improntato sulla sofferenza che sulla consueta resilienza, e non è arrivata una vittoria contro un’avversaria che probabilmente al termine della stagione sarà dietro in classifica, eppure la crescita mentale dei rossoblù è sorprendente, ad una sola rotazione terrestre di distanza.
La squadra attuale è un pugile in grado di offendere e allo stesso tempo capace di proteggersi dai colpi quando necessario, mentre la primigenia versione di un undici non così dissimile offendeva poco e andava k.o. troppo spesso. Diamo pure a Inzaghi due attenuanti di nome Sansone e Soriano, che Pippo ha avuto a disposizione per pochissimi giorni, e non dimentichiamo che il Bologna di oggi può contare su innesti di qualità arrivati tra la scorsa estate e la corrente sessione di mercato, ma se adesso è circa a metà classifica e soprattutto ha chiuso la stagione 2018-2019 al decimo posto è perché da chi c’era e c’è ancora viene spremuto il massimo.
In questi mesi abbiamo sentito ripetere spesso che Mihajlovic è riuscito a cambiare la mentalità e l’approccio alle gare da parte della squadra quasi come se i due concetti fossero sinonimici, quando in realtà sono uno la conseguenza dell’altro. Sinisa è stato in grado di far interpretare ai suoi ragazzi le partite in maniera diversa dopo aver ribaltato la loro mentalità, ed è proprio in questo che risiede buona parte della bontà del suo lavoro e di quello del suo staff, poiché senza questo salto in avanti a livello di consapevolezza non sarebbe stata possibile nessun’altra miglioria.

Fabio Cassanelli

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Foto: Damiano Fiorentini