Tutto il contrario

Tutto il contrario

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Tutto il contrario, è tutto il contrario (Fedez, ‘Tutto il contrario’, 2011) – Da quando è arrivato a Bologna, non ci sono statistiche che non sorridano a Sinisa Mihajlovic. O almeno così sembrava, fino a due righe fa.
Eh già, belli i tempi in cui prendendo in considerazione ristretti campione di partite, i rossoblù dominavano la classifica con un ruolino di marcia migliore di quasi tutte le ‘strisciate’. Nelle ultime 5 gare i felsinei hanno invece raccolto solo 2 punti, la differenza reti segna -3 e la classifica è da profondo rosso: peggio ha fatto solo il Genoa, che infatti è prossimo a sostituire il suo allenatore.
Ci si potrebbe consolare con la graduatoria degli expected goals, la quale, lei sì, racconta di un Bologna che sarebbe da primo posto, se solo riuscisse a concretizzare tutte le occasioni da gol che crea. Già, ma c’è un piccolo dettaglio: non lo fa. Molto, molto male.
Una settimana fa, grazie ad un ottimo articolo del Tosco, abbiamo tutti scoperto come i nostri beniamini siano un’eccellenza nel campo del pressing organizzato. Splendido, ma il pressing non fa gol. Al contrario, rispetto ai tiri concessi, il Bologna di gol ne concede fin troppi, e quindi è chiaro che in difesa qualcosa non funziona.
Ampliando lo sguardo, Under 17 e Under 16 stanno balbettando (molto bene invece Under 15 e 14, ma ai fini di questo pezzo non è utile farlo sapere), il Bologna Femminile ha ottenuto un poco onorevole filotto di tre k.o. in altrettanti match, e di recente le Legends rossoblù sono state sconfitte dalle Leyendas del Real Madrid.
Va bene, basta. Se questo articolo ha un taglio del genere lo si deve al netto cambiamento di prospettive che la società felsinea ha voluto per sé e per la piazza tra la fine dell’anno scorso e l’inizio di questo. Se si può sorridere di un mese avaro di risultati è perché lo sguardo è già verso il prossimo mese, la fine del campionato, le prossime stagioni. Con cautela, partita per partita, ma con un ottimismo che chi scrive (a causa della sua giovane età) non aveva mai respirato.
Se per una volta ci si affida più ai sentimenti che ai dati, è perché negli occhi e nel cuore si hanno ancora pomeriggi come ad esempio quello di Brescia. Tre punti, una vittoria su un campo caldo arrivata grazie ad una meravigliosa reazione d’orgoglio, e infine la splendida dedica a Sinisa, con tutta la squadra fuori dall’ospedale a cantare per lui.
Già, Sinisa. Quel giorno al Rigamonti non c’era. Cosa vorrebbe dire questo, che il Bologna gioca meglio senza il mister al suo fianco? Eh no, a tutto c’è un limite, anche all’ironia.

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Foto: Damiano Fiorentini