I Love My Life

I Love My Life

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In un’epoca in cui è più facile condividere un post hoax che un’opinione, in cui generare il panico con fake news è diventato più facile che diffondere notizie vere e positive, l’uomo viene finalmente messo alla prova. In massa.

Si rende conto che non c’è bodyguard, allarme di casa, villa, potere o paese che regga: basta un’invisibile gocciolina nell’aria e si ritrova sulla stessa barca di un precario, calciatore, tossico, politico, senzatetto, anziano, immigrato. Quell’immigrato bloccato da settimane in mezzo al mare che è diventato merce di scambio per guerre politiche, economiche, pseudo-umanitarie. Quell’immigrato che, paradossalmente, è più sicuro nella sua, di barca, ora come ora.
Di fronte ad una tale incognita, l’Homo sapiens attraversa varie fasi: negazione, accettazione, cospirazione, risveglio. E si schiera in due direzioni.

1 – L’Eroe Stronzo: la sua ignoranza lo rende immortale, è convinto che alla base dello spill over ci sia la zuppa di pipistrelli e quindi i cinesi vadano insultati, persino quando ci mandano i medici e mascherine gratis, rovinando così all’Eroe il suo business di Amuchina su eBay. Non ha mai alzato le chiappe dal divano ma in questo momento non può vivere senza una corsettina al parco con altri Eroi. Esibisce con fierezza i suoi superpoteri che gli permettono di fregare il mondo facendosi prestare il cane dalla vicina, uscire e farsi il selfie. Invece della consegna a domicilio, di colpo ama perdersi tra gli scaffali del Carrefour, rigorosamente durante l’ora di punta, ostentando la sua immunità a viso scoperto, alla scoperta di cibi mai mangiati. II massimo dei suoi viaggi è sempre stata la Riviera Romagnola, proprio in questi 14 giorni però ha scoperto il Kiribati e gli pesa tantissimo non poterci andare; è diventato un esploratore. La nonna andava chiamata a Natale e a Pasqua, ma è esattamente adesso che invece lui deve andarla a trovare di corsa, possibilmente partendo con un’autocertificazione, dal focolaio verso un paesino al sud con zero infettati (non sia mai in 14 giorni lei si ammali e scompaia). La parola ‘positivo asintomatico’ lo fa ridere; lui conosce il suo corpo e sa di esser sano. Per lui la parola ‘quarantena’ non vuol dire stare da soli ma stare in casa, anche in venti. Impossibile fargli capire che se 60 milioni di cinesi si son segregati in poche ore per il buonsenso e l’istinto di autoconservazione, non può essere che l’Italia per rinchiudere quattro stronzi debba fare 12 decreti e le multe.

2 – La Vittima Isterica: la sua quarantena è assoluta, impeccabile e al solo pensiero di sentire i vicini di casa starnutire, le viene l’arresto respiratorio. È certa che moriremo tutti. Tutte le superfici son diventate una potenziale fonte di infinite malattie letali, e lo Stato non fa nulla per impedirlo! Il post su Facebook con più like e condivisioni ha più valenza del virologo e degli scienziati, non importa che ci sia scritto «Ci hanno avvelenati dall’alto, io ve l’ho detto». Se le si giura di essere la cugina del fratello di terzo grado di un amico che andava a scuola con il nipote dell’ex ragazza di vostro fratello, che ora fa l’infermiere veterinario in Lombardia, allora si ha in mano il deep web: qualsiasi cosa scriviate, diventate la verità assoluta.
Ad ogni passaggio di ‘informazioni garantite’ che finiscono con «Inoltra a tutti per salvare il mondo», La Vittima Isterica aggiunge un morto. Attenzione! Sono rigorosamente TUTTI morti di Coronavirus, perché lei non distingue tra ‘morto di’ e ‘morto con’, cosa molto comoda per gli pseudo-giornalisti alla ricerca di titoli sensazionali che producano click. Invano il tentativo di illuminarla coi fatti e numeri che vanno non solo copiati e incollati, ma anche interpretati e capiti. No: informarsi e capire vorrebbe dire non potere più creare complotti, vedere i carri armati americani occupare l’Europa, analizzare la vendetta degli UFO o sottolineare i testi dei vecchi libri, dai quali con una buona dose di immaginazione – o LSD – si capisce chiaramente che era una cospirazione dell’81 contro l’EU.
Schiacciato da un camion mentre attraversava la strada e post mortem risultato positivo? Morto di Coronavirus che i massoni hanno mandato per dimezzare la popolazione. Deceduto a 92 anni per una polmonite mentre era in attesa di un’operazione al cuore e con patologie pregresse tali che sarebbe bastato un graffio per una setticemia fulminante? Morto di Coronavirus, inventato ad hoc per monetizzare il vaccino.
Fino a ieri La Vittima Isterica considerava tutti stronzi, terroni, medici incompetenti e infermieri scarsi in un Paese in declino, ma oggi alle 18 è alla finestra a piangere la sua Italia e amare a distanza, ringraziando la sanità e i suoi angeli. Immancabilmente sventolerà lo striscione «Andrà tutto bene», così quando ad aprile il peggio sarà passato tornerà a darci dei cornuti per un parcheggio e a parlare della tragedia che ha colpito la sua nazione, di come è stato terribile esser rinchiusi tra quattro mura, senza la certezza del domani, nelle mani impavide del destino, in balia del virus, da sola/o, senza aver visto il partner per 432 ore, la parrucchiera, e senza il lavoro di cui si lamentava dal 2003. Dopo decenni di stronzaggine, alla Vittima basteranno 18 giorni per capire tutto della vita, riordinare le priorità, sapere chi votare, perché odiare la Merkel e i francesi senza bidet, e che non è poi così male lavarsi le mani ogni giorno.

Non sarà, ahinoi, sufficiente nessuna quarantena perché alcuni capiscano che mentre a noi per salvarci basta stare seduti qualche giorno sul divano, al caldo, con il frigo pieno, un tetto, a guardare la TV, ad altri non basta, pur tremando da anni rannicchiati, feriti e dispersi sotto le macerie in Libia. Che ‘incubo’ non vuol dire avere paura di una malattia, avendo già una soluzione per evitarla, ma essere malati, senza rimedi e alternative, in un Paese come la Sierra Leone con l’aspettativa di vita di 50 anni. Che ‘drammatico’ non vuol dire non potere uscire per un sushi, ma non poter uscire perché le bombe palestinesi sono peggio di un colpo di tosse. Che nascere in un periodo sbagliato non è non potere organizzare un battesimo con centinaia di invitati, ma partorire nei boschi attraversando i Balcani per raggiungere un campo profughi siriano.

Che la vera emergenza è l’abuso della parola ‘emergenza’.

Andrea Lehotska

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Andrea Lehotska è una conduttrice televisiva, modella e attrice slovacca naturalizzata italiana. Parallelamente svolge anche le attività di scrittrice, autrice, fotografa, blogger, giornalista, interprete e traduttrice.