Ibañez? Abbiamo perso 19 minuti di curriculum

Ibañez? Abbiamo perso 19 minuti di curriculum

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Se Walter Sabatini non si fosse spinto così in là con le sue parole («Siamo ai dettagli per l’ingaggio di Ibañez»), non ci saremmo nemmeno accorti del dietrofront del difensore brasiliano, che ai 500 mila euro più bonus del Bologna ha preferito – diciamo pure: legittimamente – il milione netto della Roma. Cos’abbiamo perso? Nulla. Nove milioni per un difensore che in Italia ha giocato 19 minuti erano una cifra esagerata. E un calciatore che orienta la sua carriera solo sul parametro economico non è il prototipo ideale per questa piazza. Ora, però, occorre trovare urgentemente un’alternativa.
In estate, il difensore titolare da affiancare a Danilo si chiamava Stefano Denswil. Bocciato nel ruolo per cui era stato acquistato, si è riciclato come terzino sinistro. Mattia Bani ne ha fatto le veci più che degnamente, ma finché ragioniamo sul reparto difensivo per singoli nomi non andremo lontano. La retroguardia è un sistema delicato, da considerare nella sua interezza, come un unico individuo. Per questo serve un cervello (Danilo), un braccio (il suo compagno di reparto) e due gambe (i terzini).
Le soluzioni tampone non sono quasi mai state né efficaci né durature, nemmeno quando prevedevano geniali adattamenti (vedi Bombardini esterno basso, che peraltro fece la sua discreta figura). Giusta la scelta della società di puntare su prestiti lunghi, seppur onerosi e con obbligo di riscatto, anziché sulle soluzioni temporanee che non offrono margini di crescita. O che, come nel caso di Lyanco, lasciano solo rimpianti.

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Foto: atalanta.it