In difesa di Dijks

In difesa di Dijks

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Michell Dijks sarà multato dal Bologna. Se c’è un regolamento aziendale che vieta le interviste non concordate, è giusto che l’olandese si veda decurtata una piccola percentuale di stipendio. Ma prima che la mannaia cali sull’ingenuo terzino, si permetta un ultimo appello in sua difesa, in nome di quella libertà d’espressione negata ai calciatori e, di conseguenza, ai loro diretti spettatori: noi.
Se il calcio è diventato quel prodotto stracco, inerte e prevedibile, buona parte della responsabilità viene dall’omologazione dei suoi attori, soldatini di piombo alimentati a frasi fatte per sostenere interviste prefissate e accuratamente controllate. Il mondo del pallone, che non è lo specchio del Paese ma il suo ritratto caricaturale, è un teatro di attori interscambiabili, ciascuno dotato di percentuali realizzative, dribbling riusciti, chilometri percorsi, «desiderio di crescere» (le parole contano e infatti la ‘crescita’, in uno sport schiavo delle cifre, è diventata parola d’ordine per tutti, dai dilettanti ai finalisti di Champions). L’estemporaneità, il colpo di teatro, il politicamente scorretto, la voce disallineata? Anomalie da prevenire col massimo zelo.
Nessun giocatore oggi si sognerebbe di parlare delle proprie ambizioni private, della sua infanzia, dei rapporti coi suoi colleghi, dell’ultimo film che ha visto. Vietatissimo. Meglio raccontare di essere a disposizione dell’allenatore, di sentirsi pronto a dare il massimo, di voler fornire un contributo ai compagni, di poter essere schierato in qualsiasi ruolo. Evitare come la peste qualsiasi domanda che non rientri nella cornice di un’intervista preparata. Ma quali personalità si costruiscono in questo modo? Quali adulti si consegneranno a governare il calcio di domani? Quali tecnici, dirigenti, manager e presidenti avremo, se oggi non sono chiamati a rispondere a domande vere? Che tipo di pubblico si attira con un’offerta simile?
Con quell’anomala chiacchierata (non per caso avvenuta in Olanda, nazione in cui l’apparenza conta il giusto), Dijks ha momentaneamente strappato dal calcio un velo d’ipocrisia che verrà presto ricucito. Ma che non farà il bene di questo sport.

Luca Baccolini

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Foto: Damiano Fiorentini