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Fenucci: “L’intenzione generale è di concludere i campionati nazionali, ma adesso bisogna pensare all’emergenza sanitaria”

Fenucci: "L'intenzione generale è di concludere i campionati nazionali, ma adesso bisogna pensare all'emergenza sanitaria"
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Intervenuto in diretta su èTV nella serata di ieri, l’amministratore delegato del Bologna Claudio Fenucci ha fatto il punto della situazione per quanto concerne il club rossoblù ma anche il calcio italiano ed europeo in questo momento complicato. Ecco tutte le sue dichiarazioni, suddivise per argomenti principali:

State a casa – «L’unica cosa da fare è rimanere nella propria abitazione seguendo le direttive delle autorità, con il pensiero rivolto ai medici e agli infermieri, a tutti coloro che in prima linea ci aiutano a combattere questa malattia: bisogna collaborare, avere fiducia e sperare che passi».

Niente ripresa il 19, si naviga a vista – «Quella era una data indicata in via ipotetica, poi i casi che si sono succeduti e l’impossibilità per molte squadre di riprendere la preparazione hanno modificato tutto lo scenario. Facciamo riunioni giornaliere con la Lega Serie A per monitorare la situazione e comprendere come i campionati possano concludersi. Riteniamo giusto che le dichiarazioni in merito all’evoluzione della stagione vengano espresse solo dagli organi della Lega, al fine di evitare confusione».

Euro 2020 da rinviare – «Attualmente l’aspetto positivo è che c’è una grande unità d’intenti, con gli altri club stiamo portando avanti una serie di attività comuni. Il tema oggi riguarda prevalentemente l’Europeo: di questo si occuperanno il presidente e l’a.d. della Lega, per cercare di capire se sarà possibile spostarlo. Se così dovesse essere, tenendo conto che non sappiamo con certezza come si diffonderà il virus, potremmo pensare a nuovi spazi per il nostro campionato».

Saputo c’è – «Il presidente è sempre al nostro fianco, si informa ogni giorno sulla situazione di giocatori, staff e dipendenti. Da figlio di italiani sente molto la situazione del nostro Paese, anche se ormai si tratta di un problema mondiale».

Calcio europeo compatto – «Credo che l’intenzione generale sia di concludere i campionati nazionali, compatibilmente con le notizie che arriveranno sul fronte sanitario, che oggi rappresenta la prima e unica emergenza. Stabilito questo, con il conseguente slittamento dell’Europeo, la visione delle Leghe sulle mosse successive mi pare unitaria».

Futuro nero? – «Credo che il calcio, come tanti settori economici, sia stato colpito da questa situazione. Per i club ci saranno conseguenze sui ricavi, ma ci troviamo nella stessa situazione di molte altre aziende. Siamo un unico Paese e abbiamo un unico problema di fronte, questo ci porterà a cercare soluzioni che riguardino tutti i settori: oggi non ci possiamo preoccupare solo del calcio».

Pallone fermo, il resto no – «La maggior parte dei giocatori è rimasta a Bologna, qualcuno ha invece raggiunto la propria città d’origine. Noi dirigenti facciamo riunioni con le altre società, ci eravamo già organizzati per comunicare e lavorare online ancor prima che il Governo introducesse lo smart working. L’area amministrativa, in particolare, opera da casa con grande professionalità, sfruttando gli strumenti tecnologici a disposizione. La quotidianità va avanti: senza il calcio si è fermato il motore del nostro lavoro, ma l’attività ordinaria prosegue».

Mihajlovic ‘in esilio’ – «Quello che stiamo attraversando oggi penso sia nulla in confronto a ciò che ha passato lui. Pur comprendendo bene il momento delicato del Paese, credo sia contento di stare a casa con la sua famiglia, recuperando un po’ del tempo perso. Sinisa è sempre forte nelle sue dichiarazioni, ci fa capire che alcuni valori sono importanti e vanno al di là dell’aspetto squisitamente calcistico».