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A Reggio il miglior Bologna della stagione, e i numeri dicono che Mihajlovic sta lavorando bene. Forse a gennaio può bastare un centrocampista

A Reggio il miglior Bologna della stagione, e i numeri dicono che Mihajlovic sta lavorando bene. Forse a gennaio può bastare un centrocampista

Ph. Getty Images

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La chiacchierata odierna tra Walter Fuochi e Simone Minghinelli parte dal roboante successo ottenuto dal Bologna sul campo del Sassuolo e va poi ad analizzare l’intero girone d’andata dei ragazzi di Sinisa Mihajlovic, che hanno chiuso al decimo posto con 27 punti. Senza dimenticare l’ormai imminente mercato di riparazione.

Walter, iniziamo con un tuo commento sulla scintillante vittoria del Bologna al Mapei Stadium. «Si fa presto: la miglior partita dell’anno, anche meglio che contro Lazio e Roma. Una gara dominata contro chi nell’ultimo periodo stava dominando, da parte di una squadra che invece era sembrata un po’ in affanno: mercoledì pomeriggio è cambiato il mondo e credo che il Bologna abbia colto di sorpresa quasi tutti. Una volta tanto le sorprese sono state piacevoli, e il merito non è di Babbo Natale ma dei nostri giocatori, che hanno offerto una prova eccellente».

Quindi alla vigilia del match non eri troppo ottimista… «Esatto, perché di recente il Sassuolo stava giocando bene e il Bologna abbastanza male, e qui sotto le Due Torri tendiamo a rimanere sempre molto impressionati dalle ultime cose che vediamo, ci sembra che debbano per forza proseguire in quel modo. Invece il bello dello sport e in particolare del calcio è che da un momento all’altro si può ribaltare tutto, così la squadra brillante è incappata in un pomeriggio pessimo e quella che pareva ‘morta’ è balzata in primo piano».

In estrema sintesi: il calcio pratico e funzionale del ‘nuovo’ Mihajlovic ha prevalso su quello più moderno e spettacolare ricercato da Dionisi. «La sostanza di ciò che abbiamo visto è che il Bologna ha giocato meglio del Sassuolo, peraltro in casa degli avversari: c’è stata una qualità superiore e non una speculazione, il duello iniziava ad armi e punti pari e i rossoblù hanno trionfato con pieno merito. Se questo sia emerso in forza di un calcio più pratico o se ci siano stati segreti tattici particolari, onestamente non so dirlo, non mi ritengo uno studioso di calcio ma un giornalista e tifoso che osserva e trae qualche conclusione. Mercoledì abbiamo sovrastato il Sassuolo, punto, gli approfondimenti li lascio a quelli più bravi di me».

Difficile trovare un migliore in campo, c’è l’imbarazzo della scelta… «Direi Hickey per il gol e tanto altro, e non è una novità. A mio avviso è uscito da un periodo grigio Soriano, che ha giocato un’ottima partita in fase di ricucitura e impostazione, ho finalmente rivisto quello della scorsa stagione. Molto bene anche Skorupski e i difensori: Medel arrivava all’ombelico di Scamacca e, occasione iniziale a parte, non gli ha fatto toccar palla, e penso meriti una citazione anche la prova vigorosa di Bonifazi al rientro da titolare. E poi la ‘favola’ di Santander, che sembrava ormai un ospite a bordo e invece nel finale si è preso il palcoscenico con venti minuti impeccabili e un gol sì ininfluente ma molto significativo, come testimoniato dal caloroso abbraccio di tutti i compagni. Evidentemente questo ragazzo sa farsi voler bene e non si perde mai d’animo, neanche nei periodi più bui».

Uniche note negative, definiamole così, le prestazioni di Arnautovic e Barrow. «Da qualche settimana Arnautovic è un po’ in ombra, e penso che il motivo principale sia da ricercare nelle sue noie muscolari, ma per come si è sbattuto a Reggio Emilia merita la sufficienza piena. Riguardo a Barrow, se di mestiere fai l’attaccante e sbagli tre gol è normale ricevere delle critiche. Ma più che gli errori in sé, infastidisce la morbidezza di tocco, questo andare sul pallone con sufficienza, mentre invece in area lo vorremmo vedere più grintoso e famelico».

Allargando un po’ lo sguardo, come giudichi la prima parte di stagione dei rossoblù? «Buona per forza, visto il record di punti al giro di boa nella Serie A a venti squadre. Ci sono state giornate davvero luminose, vedi le già citate sfide contro Lazio e Roma, formazioni di miglior caratura che il Bologna ha piegato, dimostrando come nella singola prestazione possa mettere sul piatto una qualità elevata. Questo ci ha detto il girone d’andata, che la grande prova è nelle corde del BFC: ne conto almeno tre o quattro, più svariate partite che testimoniano una crescita sul piano della maturità e della consapevolezza. Ci sono state anche gare bruttine, certo, forse per via di un organico che non è tutta all’altezza dei primi dodici-tredici elementi, ma le squadre nascono poco per volta: intanto accontentiamoci di quanto abbiamo visto, coi 27 punti attuali che ci proiettano verso un girone di ritorno molto promettente».

Sinisa come viene fuori da questo girone d’andata? «A testa alta, perché ha sempre creduto nella squadra, raccontandoci spesso che aveva qualità e potenzialità: a volte pareva che suonasse la grancassa, e noi che siamo sempre molto critici e sospettosi lo abbiamo sottolineato, ma gli va dato atto che i risultati sono dalla sua. Al termine di Sassuolo-Bologna si è affrettato a rimarcare come i 27 punti fossero un record, evidentemente pure lui aveva la sua scimmietta sulla spalla dopo tre sconfitte consecutive, però i numeri sono lì a dire che ha lavorato e sta lavorando bene».

Cosa ti aspetti dal mercato di gennaio? Magari un centrocampista? «Numericamente lì nel mezzo serve un giocatore, quello che finora non è stato Viola, che ha evidenti ruggini pregresse. In attesa di saperne di più sul recupero di Schouten, ci sono solo due mediani disponibili, e quando manca o viene sostituito uno fra Dominguez e Svanberg bisogna inventarsi soluzioni non sempre all’altezza. Se poi si vuole andare a prendere un vice Arnautovic, va preso più forte di Santander. Ora siamo sotto l’effetto della sua ultima prestazione, quindi viene da dire: è così facile, peraltro a gennaio, trovare una riserva migliore del ‘Ropero’? Riguardo ad Orsolini, invece, sono proprio convinto che nel mercato di riparazione sia impossibile reperire un elemento più forte e pronto di lui, che pure si accende ad intermittenza. Tutte le rose sono migliorabili, diciamo però che la confortante prestazione del Mapei Stadium ci ha allargato il cuore e fatto capire che forse alcune seconde o addirittura terze linee rossoblù non sono così male, anzi. Magari all’indomani di una brutta sconfitta avremmo sostenuto l’opposto, ma questa è la volubilità dei giudici nel calcio».

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