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Compattezza, sacrificio e colpi di qualità: il Bologna può vincere anche così. Svanberg e Barrow decisivi, Schouten deve ritrovarsi

Compattezza, sacrificio e colpi di qualità: il Bologna può vincere anche così. Svanberg e Barrow decisivi, Schouten deve ritrovarsi

Ph. Imago Images

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Bologna-Sampdoria 3-1: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.

PRO

L’adattamento ad una partita diversa dal solito – L’emblema della partita sono state le conferenze stampa dei due allenatori al termine, con Ranieri che sembrava Mihajlovic nel post Napoli. Della serie: noi abbiamo giocato e loro hanno segnato e vinto. Il riassunto sta lì, visto che fino al 70′ e al gol del 3-1 si era fatta preferire la Sampdoria, più brava nell’aggredire alto e quindi a fare ciò che di solito fa il Bologna, costretto ad abbassarsi molto. Non a caso Sinisa, dopo il 2-1 di Svanberg, ha gridato alla sua squadra fra l’ironico e l’arrabbiato: «Dai, adesso abbassiamoci ancora!». Questo ha però dei risvolti positivi, perché i rossoblù hanno dimostrato di sapersi adattare bene ad uno scenario quasi inedito e di poter seguire uno spartito diverso, sacrificandosi per poi sfruttare le qualità dei suoi singoli. Esatto, anche se sotto le Due Torri amiamo dire che fa tutto schifo, il BFC ha in rosa diversi giocatori forti e capaci di fare la differenza. Alla fine Ranieri ha esagerato affermando che anche il pareggio sarebbe andato stretto alla Samp, perché se andiamo a contare le occasioni totali ne abbiamo avute più noi di loro, legittimando il successo soprattutto nella ripresa.

La prestazione dominante di Svanberg – Svanberg ha giustamente ricevuto la palma di migliore in campo, avendo disputato probabilmente la miglior gara in assoluto da quando veste i colori rossoblù. Qualità e quantità, sia nei momenti favorevoli che in quelli complicati delle partite si capisce che è già giocatore vero, completo: per arrivare ad alti livelli, cosa che è nelle sue corde, dovrà dare continuità a prestazioni del genere, ma in realtà basterebbe anche meno perché ieri è stato praticamente perfetto e non si può esserlo sempre.

L’efficacia di Barrow – Barrow ha messo in mostra quasi tutto il suo repertorio, segnando un gol di testa da grande centravanti e realizzando delle giocate da esterno di spessore. Nella metà campo avversaria è devastante, nella nostra deve invece stare molto più attento, lo testimonia la palla buttata via che ha generato l’azione del pareggio doriano. Quando Musa prende e punta la porta succede sempre qualcosa, come in occasione del 2-1 di Svanberg: ha vinto un paio di rimpalli, è vero, ma questo è sintomo di forza e caparbietà, infine ha completato l’opera con classe e visione servendo allo svedese un assist al bacio.

La compattezza della difesa – Ieri sia Tomiyasu che Dijks non sono apparsi brillantissimi, complici le diverse settimane di stop per infortunio. Il giapponese, comunque, ha fornito una prova attenta e ordinata pensando soprattutto a coprire, da terzo centrale, mentre l’olandese è andato in crescendo, forse traendo anche giovamento dall’inserimento di Sansone davanti a lui nella ripresa. Sul gol della Sampdoria vedo molti più meriti di Augello (cross perfetto) e Quagliarella (contro-movimento da maestro) piuttosto che demeriti di Danilo, difensore ancora oggi affidabilissimo che il suo lo fa sempre, mentre Soumaoro ormai lo do quasi per scontato perché in breve tempo è diventato una certezza del reparto: personalità, capacità di usare il fisico, mai un pallone buttato via, nel Genoa mi aveva impressionato ma adesso sta davvero andando oltre ogni più rosea aspettativa, Bigon ha effettuato davvero un ottimo acquisto. Tutto questo per dire che ieri, anche nella sofferenza, la difesa e più in generale la fase difensiva rossoblù ha mostrato grande compattezza e concentrazione, sbagliando poco o nulla.

CONTRO

La testardaggine nelle uscite dal basso – Come detto, per lunghi tratti di gara il Bologna è stato messo sotto dalla Sampdoria sul piano del gioco e dell’aggressività. Vista la pressione forsennata degli uomini di Ranieri e la nostra poca precisione in fase di possesso, credo sia stato un errore intestardirsi nell’uscire palla a terra da dietro: sento dire che non abbiamo una punta di stazza su cui appoggiarci, ma quando Palacio è in campo non va dimenticato che il lancio di Danilo per Rodrigo, bravissimo nel farsi trovare largo, rappresenta comunque una buona soluzione per saltare il primo pressing avversario. La fotografia perfetta è il pasticcio combinato in avvio di partita: innanzitutto Skorupski, vedendo il compagno circondato da tre blucerchiati, non doveva neanche passargli il pallone, mentre Schouten non doveva cimentarsi in un dribbling pericoloso ma restituire subito la sfera al portiere per fargliela rinviare. Non sono uno che guarda con diffidenza all’evoluzione del calcio, anzi, ma l’importante è non esagerare: certi momenti bisogna saperli leggere, sia in campo che dalla panchina, e agire di conseguenza, che non significa abbandonare il proprio credo ma portarlo avanti in maniera saggia.

La prova opaca di Schouten – Schouten non è più quello che avevamo ammirato fino ad un mese e mezzo fa, lo si nota soprattutto quando entra in possesso del pallone: non ha la stessa tranquillità di prima. L’unico guizzo, non sfruttato a dovere, è stato il pregevole filtrante che ha mandato in porta Palacio nel secondo tempo. A 24 anni non si può dire che sia un bambino ma è comunque giovane, quindi una piccola involuzione ci può stare, specie dopo tante presenze consecutive con un buon rendimento. Una volta riacquisita la miglior gamba penso che tornerà anche la lucidità, è solo questione di tempo.

L’affanno di Poli – Nei dieci minuti in cui è stato impiegato alla fine, il capitano ha palesato di nuovo una condizione fisica precaria, la stessa già mostrata a Napoli: dopo mezzora sembrava che avesse già nelle gambe tre partite. Lentezza nei movimenti e imprecisione nei passaggi, al momento Poli è lontano parente del giocatore ammirato qui in passato, ma avendo ‘solo’ 31 anni ed essendo uno dei leader di questa squadra va assolutamente recuperato. Speriamo che l’ormai imminente sosta per gli impegni delle Nazionali possa essergli utile per ritrovare almeno un po’ di brillantezza.

Pepè Anaclerio

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