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Senza quel rosso assurdo poteva finire come a Parma, poi il Bologna si è abbassato troppo. Soumaoro ha portato la solidità che mancava

Senza quel rosso assurdo poteva finire come a Parma, poi il Bologna si è abbassato troppo. Soumaoro ha portato la solidità che mancava

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Sassuolo-Bologna 1-1: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Mapei Stadium.

PRO

Il carattere della squadra – La premessa d’obbligo è che il Bologna ha ottenuto un punto d’oro, la classifica indica chiaramente il valore del Sassuolo ed è quindi un’ottima notizia che i rossoblù siano riusciti a strappare un pareggio con le unghie e la cattiveria agonistica, anche alla luce della settimana travagliata da cui veniva l’ambiente. Dopo l’espulsione la partita è cambiata, ma nella prima mezzora il copione sembrava simile a quello di Parma, e non è da escludere che sarebbe potuta finire allo stesso modo senza l’assurdo rosso comminato ad Hickey.

La solidità di Soumaoro – Faccio fatica a trovare delle insufficienze, nel complesso la squadra ha fatto bene. Per Tomiyasu ho finito le parole, svaria con impressionante semplicità in tutte le posizioni difensive. Skorupski era reduce dall’errore col Benevento e ha saputo riscattarsi con una partita senza sbavature, ma secondo me il migliore in campo è stato Soumaoro: il francese sta dando al Bologna la solidità difensiva che mancava, e personalmente non mi stupisce. Ricordo ancora la buonissima impressione che mi fece quando venne a giocare al Dall’Ara con la maglia del Genoa, mi stupii di vederlo in quel contesto perché era chiaro che fosse di un altro livello. In queste settimane sta mostrando la sua intelligenza, siccome era fermo da tanto sa di non essere al top della condizione e quindi gioca in maniera semplice. Non ha paura, è solido e ha personalità, col Milan ha commesso un errore e ha rialzato subito la testa come se nulla fosse accaduto. É arrivato qui in punta di piedi, ma sta avendo un grande impatto.

La classifica tranquilla – Quando Bologna è andato a Parma, tre turni fa, aveva cinque punti di vantaggio sul Cagliari terzultimo, mentre ora ne ha dieci. Quest’anno i felsinei sono stati molto meno spettacolari rispetto alle due passate stagioni, e dopo la brutta sconfitta casalinga contro la Roma hanno scelto un approccio più conservativo. Di sicuro lo spettacolo ne risente, ma se nel calcio c’è una verità inoppugnabile è che se fai risultato hai ragione tu.

CONTRO

L’assurda espulsione di Hickey – Abbiamo assistito a due errori clamorosi: quello del VAR Nasca, che ha mandato La Penna a consultare il monitor, e quello dello stesso direttore arbitro, che ha optato per l’espulsione di Hickey. È un cartellino rosso assurdo che ha condizionato l’intera gara, lo ha sottolineato persino De Zerbi.

L’atteggiamento in inferiorità numerica – Con l’uomo in meno il Bologna ha totalmente rinunciato alla fase offensiva, così com’era già successo quest’anno contro l’Udinese e nella passata stagione contro il Verona, quando ad essere espulso fu Bani. Mi aspettavo che Sinisa schierasse i suoi con il 4-4-1 o il 4-3-2, invece le sostituzioni hanno portato i rossoblù a schiacciarsi in una sorta di 5-3-1, non riuscendo quasi più ad uscire dalla propria metà campo. Al netto della particolarità della gara di ieri, mi ricordo come Donadoni venisse aspramente criticato per quanto ripiegavano Di Francesco e Verdi. Nel calcio di oggi è la norma che gli esterni alti diano una mano in copertura, ma non fino ad abbassarsi sulla linea dei difensori. Gli attuali esterni rossoblù tendono a ripiegare molto, in particolare Skov Olsen, e non riesco a capire se sia una direttiva di Mihajlovic o una sua tendenza. Ieri avrebbe potuto rendersi maggiormente utile affiancandosi a Palacio per garantire qualche ripartenza in più, invece lo si è visto soprattutto come laterale basso. Anche a Parma, ovvero in una partita in cui il BFC non si era trovato a dover stringere i denti, Skov Olsen è stato certamente prezioso in fase copertura ma poco presente in attacco.

Il peso delle aspettative – Per quanto mi sembri superfluo, ci tengo comunque a sottolineare che non ho nessuna intenzione di ‘accanirmi’ su Skov Olsen, e ci mancherebbe altro. Ma le poche volte in cui ieri il Bologna è riuscito a ripartire lo ha fatto passando dalle sue parti, e lui non è mai riuscito a puntare l’uomo con costrutto e si è fatto rubare il pallone con troppa facilità. Non vorrei che le aspettative che lo accompagnano da quando è arrivato lo stessero penalizzando, forse dovremmo tutti iniziare a pretendere meno dal ragazzo. Pensiamo per esempio a giocatori come Hickey, Schouten, Svanberg e Tomiyasu: sono tutti arrivati sotto le Due Torri con molta meno pressione, e avendo potuto giocare sin dall’inizio con la testa più libera stanno facendo decisamente bene.

Pepè Anaclerio

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