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Vigiani consegna a Motta una squadra in fiducia, ora è davvero il Bologna di Sartori. Soriano sta tornando, per Barrow un gol liberatorio

Vigiani consegna a Motta una squadra in fiducia, ora è davvero il Bologna di Sartori. Soriano sta tornando, per Barrow un gol liberatorio

Ph. bolognafc.it

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Bologna-Fiorentina 2-1: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.

PRO

Il nuovo (ottimo) inizio – Ieri si è aperto un nuovo capitolo della storia rossoblù, nel quale si spera di tornare a parlare solo di calcio giocato. La vittoria ottenuta in rimonta nel derby dell’Appennino è stata la splendida ciliegina sulla torta, e rappresenta un toccasana per un ambiente sfiduciato che aveva un disperato bisogno di tornare a gioire.

La domenica perfetta di Vigiani – Voglio fare tantissimi complimenti a Luca Vigiani, che non si è accontentato di fare il traghettatore per una settimana ma ha effettuato qualche piccolo aggiustamento, pur mantenendo il modulo precedente. Ha gestito bene l’intera settimana e poi la partita, guidando i giocatori quando necessario e con la giusta personalità: per lui è stata certamente una bella vetrina e sono sicuro che la società potrà tenerne conto per il futuro. Naturalmente va menzionato anche Paolo Magnani, che conosce benissimo l’ambiente rossoblù e certamente in questi giorni gli avrà dato una mano.

Il sentiero tracciato – Questa vittoria favorisce l’ingresso di Thiago Motta: c’è differenza tra arrivare in una squadra depressa o in una motivata. Adesso starà al nuovo mister tenere dritta la barra della concentrazione e delle motivazioni, ma mi pare che la strada tracciata sia quella giusta. E qui vorrei aprire una parentesi su Sartori. Sono passate un po’ sotto silenzio le risoluzioni contrattuali di Dijks e Mbaye, che però rappresentano un cambiamento rispetto al passato: il messaggio è che se qualche giocatore non è inserito nel progetto gli si cerca una collocazione o si interrompe il rapporto, non lo si tiene in squadra. Il nuovo d.t. sta già imprimendo il suo marchio: dalla lettera di commiato di Sinisa emerge come siano stati in primis lui e Marco Di Vaio (del resto è giusto così, fa parte del loro ruolo) a volere la separazione da Mihajlovic, e ciò dimostra che Sartori sa prendersi le sue responsabilità e fare scelte anche complicate per il bene del club.

I buoni segnali dai difensori e da Soriano – Posch, all’esordio in Serie A, si è rivelato una gran bella scoperta, Lucumí si sta dimostrando un giocatore affidabilissimo, Kasius invece è un calciatore da scoprire perché in fase di possesso commette ancora errori banali ma ieri ha contenuto bene Sottil e messo un’altra palla coi giri contati per il gol di Arnautovic, come già successo contro il Verona. Da segnalare anche la prova di capitan Soriano, schierato in posizione leggermente più avanzata, che si è confermato in crescita dopo l’ingresso positivo di La Spezia.

La certezza Arnautovic e il ritorno al gol di Barrow – Per Arnautovic è già diventato difficile trovare le parole, e allora facciamo parlare i numeri: 6 gol in 6 partite. Oltre ad un atteggiamento da leader totale, senza risparmiarsi neppure per un secondo. Auguriamoci solo che il problema muscolare non sia serio… Riguardo a Barrow, c’è un motivo se Vigiani stava per sostituirlo, poi è arrivata quella rete fatta di caparbietà e freddezza (due doti che non sempre il gambiano palesa) e da lì per Musa è iniziata una nuova partita. E speriamo anche un nuovo campionato.

CONTRO

Le prestazioni rivedibili – Qualche prestazione individuale poco convincente c’è stata. Cambiaso sta deludendo molto, Schouten ieri non mi è piaciuto, mentre Barrow prima di trovare il gol e risvegliarsi era stato uno dei peggiori in campo. Sul gol viola la responsabilità è corale perché nasce da un cross leggibilissimo, ma una palla rasoterra nell’area piccola è di competenza del portiere. Infine una tiratina d’orecchie a Orsolini, che non ha più vent’anni e negli ultimi minuti ha gestito malissimo un paio di palloni, cercando il dribbling o la porta quando avrebbe solo dovuto perdere tempo mantenendo il possesso o portandosi vicino alla bandierina.

Pepè Anaclerio

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Foto: bolognafc.it