Zerocinquantuno

Le 19(09) domande: Lorenzo ‘Nonno Dino’ Bertin

Addio a Carlo Mazzone, icona senza tempo del calcio italiano. Per lui un posto speciale nella storia del Bologna e nel cuore dei tifosi rossoblù

Ph. Getty Images

Tempo di Lettura: 4 minuti

Nome: Lorenzo
Cognome: Bertin
Età: 51
Residenza: Bologna
Nickname: Nonno Dino
Numero ZO Card: 152

1) Quando hai iniziato a tifare Bologna? «È nato prima l’uovo o la gallina? Ho iniziato a tifare prima Bologna o a dare due calci ad una sfera? Comunque tra i 5 e i 6 anni. Mi affascinava il pallone, mi affascinavano i colori della maglia».

2) Chi ti ha trasmesso la fede calcistica rossoblù? «Due persone che ho nel cuore: il nonno Dino, dal quale deriva il mio nickname, che compilava la schedina come fosse un rito pagano, e il mio amico Daniele di un paio d’anni più grande, con cui ho iniziato a giocare nel giardino sotto casa e con cui ancora discuto del Bologna le rare volte in cui riusciamo a vederci».

3) Raccontaci la tua prima volta allo stadio. «Credo sia stata Bologna-Fiorentina 2-0 nell’aprile del 1977, ma il primo ricordo nitido dello stadio riguarda la partita Bologna-Vicenza 3-2 del 1978, una vittoria che risulterà poi fondamentale per la salvezza. Al Dall’Ara mi portò proprio il nonno Dino, eravamo in tribuna, il Vicenza neopromosso schierava un super Paolo Rossi e concluse il campionato al secondo posto, ma quel giorno il BFC giocò una partita magnifica (anche a sentire i commenti dei tifosi, che volevano venisse scelta per la sintesi solitamente proposta dalla RAI nel tardo pomeriggio); quando mi riaccompagnò a casa, mio nonno disse ai miei genitori che al terzo gol del Bologna sembrava mi volessi buttare giù dalla tribuna, tanto avevo esultato».

4) Dove guardi abitualmente le partite? «Fino all’anno scorso in TV, ma l’abbonamento è aumentato troppo: vorrà dire che andremo più spesso allo stadio, dove qualche partita all’anno l’abbiamo sempre vista».

5) Sei o sei stato abbonato? «No, mai».

6) Segui la squadra anche in trasferta? «In passato, ai tempi dell’università. Ricordo ad esempio una divertentissima trasferta a Cesena (risultato escluso), i gradoni dello stadio erano composti da assi di legno che non so come abbiano sopportato il peso dei salti (più che altro perché faceva anche molto freddo). Ma in casa siamo ormai pronti per una nuova trasferta, il figlio la reclama».

7) Il tuo giocatore preferito del BFC di oggi. «Lewis Ferguson perché è scozzese. Ma in realtà del Bologna di oggi apprezzo soprattutto il gruppo coeso».

8) Il tuo giocatore preferito del BFC di sempre. «Ne avrei tanti. Limito la scelta a due nomi, alla pari: Giacomo Bulgarelli tra coloro che non ho avuto la fortuna di veder giocare e Beppe Signori tra coloro che ho avuto la fortuna di veder giocare».

9) Il tuo allenatore preferito del BFC di sempre. «Escludendo chi ha allenato il Bologna prima degli anni Settanta dico Carlo Mazzone, nonostante la retrocessione dolorosissima del 2005, a cui Calciopoli ha accidentalmente contribuito ma la cui colpa maggiore fu a mio avviso della via smarrita dal grande Carletto. Eravamo ad un passo dalla UEFA quando iniziammo a sbagliare tutte le partite, incluse le due dello spareggio: ero presente al Tardini, all’andata i gialloblù erano molto rimaneggiati e il BFC avrebbe dovuto provare a vincere con diversi gol di scarto, anche a costo di rischiare qualcosa, invece si accontentò di uno 0-1 che andava bene anche al Parma».

10) La cessione che ti ha fatto soffrire di più. «Ne cito due, per motivi differenti. La prima è stata quella di Beppe Dossena, regista eccelso del Bologna di Radice che cominciò il campionato con cinque punti di penalizzazione dopo lo scandalo Totonero. Se ricordo bene il Torino, proprietario di metà del cartellino, chiese al Bologna di avere tutto Dossena o in alternativa tre giocatori tra cui Garritano, e i rossoblù scelsero di non privarsi di tre titolari; ma i tre che rimasero potevano essere rimpiazzati, mentre Dossena no, era insostituibile, e infatti l’anno seguente retrocedemmo per la prima volta. La seconda è stata quella Julio Cruz, e mi fa ancora rabbia pensare che la società non ebbe la possibilità di trattenere un campione come lui a causa di regole contabili che il presidente Gazzoni rispettava e altri club no».

11) Hai la possibilità di portare un fuoriclasse a Bologna: chi scegli? «Khvicha Kvaratskhelia, senza alcun dubbio».

12) Hai la possibilità di portare un allenatore top a Bologna: chi scegli? «Non so, magari Thiago Motta è già la persona giusta?».

13) Qual è la maglia del BFC che possiedi a cui sei più affezionato? «Incredibile, non ne ho. Finisco di rispondere e vado a comprarla».

14) La gioia più grande provata da tifoso. «Fra tante altre gioie sparse scelgo la salvezza miracolosa del 1979, ottenuta grazie ad un pareggio casalingo al cardiopalma contro il Perugia di Castagner che concluse il campionato da imbattuto. Ascoltavo la radiolina da solo sul prato sotto casa, finita la partita ricordo mia madre che si affacciò al balcone per dirmi di smetterla di urlare così tanto».

15) La delusione più grande provata da tifoso. «La retrocessione del 2005, descritta sopra. L’immagine che ho di quel momento è Pagliuca in lacrime appoggiato al palo».

16) Quale derby o sfida ‘senti’ di più? «Quella contro la Juventus, ma cambio subito domanda perché mi sale già il nervoso…».

17) Che piazzamento credi otterrà la squadra in questa stagione? «Nono posto».

18) Il Bologna fra cinque anni sarà…? «La mia squadra del cuore».

19) Cosa rappresenta per te Zerocinquantuno? «Un divertentissimo luogo di incontro e un’importantissima fonte di notizie e pareri, la miglior innovazione giornalistica sportiva che io conosca. Felice di contribuirvi, per quel poco».

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Foto: Getty Images (via OneFootball)

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