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Bologna brutto, Genoa ancora peggio. Una giornata storta può capitare, il salto di qualità c’era già stato

Bologna brutto, Genoa ancora peggio. Una giornata storta può capitare, il salto di qualità c'era già stato

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Una giornata storta può capitare, e fin qui siamo tutti d’accordo. Disturba però il modo in cui questa giornata si sia materializzata. Ha vinto l’anticalcio, un Genoa bruttissimo ma scaltro nel capitalizzare al massimo gli errori del Bologna, che gli ha servito i gol su un piatto d’argento. Ha vinto una squadra antipatica, fastidiosa, piena di giocatori a cui basta un lieve tocco per restare agonizzanti a terra cinque minuti d’orologio (vedi Radovanovic, che dopo ogni spintarella urlava come fosse stato ferito a morte, o lo stesso Behrami, molto plateale nel sottolineare la pur scomposta entrata di Schouten, salvo poi rialzarsi baldanzoso). Ha vinto una squadra che, pur avendo ancora negli occhi la vittoria ottenuta dal Lecce contro la Spal nel primo pomeriggio, si è presentata al Dall’Ara per fare le barricate e strappare un punticino, proseguendo nel suo catenaccio anche sullo 0-2 in superiorità numerica: zero proposta, zero coraggio. Ha vinto una squadra che non sa nemmeno cosa sia il possesso palla: «Ma chissenefrega», diranno sotto la Lanterna, erano troppo importanti i tre punti.
Il Bologna era partito col solito piglio ma anche col solito gol incassato sul groppone, acuito dal rosso rimediato da Schouten al 33′. E lì si è capito che sarebbe stato difficile rimetterla in piedi. Vuoi per le tante assenze (Dijks, Krejci, Medel, Sansone, Santander e l’imprescindibile Soriano, oltre a Barrow e Orsolini non al top), vuoi per gli svarioni di Danilo (anche i migliori a volte sbagliano) e Denswil, vuoi per l’atteggiamento indisponente del Grifone, vuoi perché l’arbitraggio di Massa ha innervosito ancora di più i felsinei. Non si può parlare di gara persa per colpa del fischietto di Imperia, però… Tanti, troppi interventi a senso unico. L’antifona era apparsa chiara fin dai primi minuti, da quel fallo inesistente fischiato a Tomiyasu sulla fascia destra e conseguente recita teatrale di Criscito, forse travolto da un tir fantasma.
Dispiace, certo, ma non facciamone un dramma, i rossoblù sapranno rialzare la testa e si giocheranno una posizione di prestigio. Si tratti di un sesto, di un ottavo posto o di un decimo posto, va solo fatto un plauso a Mihajlovic e ai suoi fantastici ragazzi che, ricordiamolo sempre, dallo scorso 13 luglio stanno vivendo una stagione a dir poco singolare. Ieri ha vinto il Genoa, ha vinto l’anticalcio, ha vinto una squadra talmente brutta da non sembrare vera. Ma non si parli di salto di qualità fallito da parte del Bologna, non è così. Il salto di qualità era già stato compiuto, adesso si tratta solo di riprendere l’ottimo cammino interrotto. E così sarà.

Mario Sacchi

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