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Bologna, il dovere di essere guastafeste. Contro l’Inter per entrare nel club delle ‘rovina-scudetto’

Bologna, il dovere di essere guastafeste. Contro l'Inter per entrare nel club delle 'rovina-scudetto'

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Entrare nella storia dalla porta principale, ovvero vincendo, non è questione immediata. Almeno per il Bologna, che negli ultimi 50 anni ci è riuscito solo due volte: con una Coppa Italia ‘srubacchiata’ al Palermo nel 1974 e, 24 anni più tardi, con l’estinta Coppa Intertoto, che oggi non avrebbe nemmeno la possibilità di essere paragonata ad un trofeo equivalente, visto che è sparita persino la competizione a cui dava accesso. E quindi come si può entrare nella storia senza vincere? Facile, evitando di far vincere gli altri.
L’arte di far perdere assicura da sempre un posto stabile nella memoria collettiva. Chiedete al Perugia e ad Alessandro Calori, che ancor oggi, a 22 anni di distanza dal leggendario acquazzone del Curi, viene ricordato come il giustiziere della Juventus (o come un santo per i laziali). Oppure al Mantova di Giancarlo Cadè (e Mirko Pavinato), capace di battere l’Inter all’ultima giornata del campionato 1966/67 regalando lo scudetto alla Juventus di Heriberto Herrera. O ancora, al Verona del 1973, che sui libri di storia divenne ‘fatal’ a scapito di un Milan già sicuro di conquistare la prima stella. E che dire della Roma, che nel 1986 buttò alle ortiche uno scudetto già vinto perdendo 3-2 in casa contro un Lecce già retrocesso?
Bologna-Inter, in scena domani alle 20:15 al Dall’Ara come recupero della sfida non disputata a gennaio causa focolaio di COVID, avrà tutti i presupposti di quei precedenti storici. Per tentare di non giocare questa partita, l’Inter le ha provate tutte, arrivando fino al Collegio di Garanzia del CONI. E, invece, per fortuna, la giustizia sportiva ha sentenziato che un campionato si deve giocare fino in fondo, senza passare dalle scorciatoie legislative. Al Bologna l’occasione di incidere non tanto sulla propria classifica (destinata a ripetere i traguardi delle ultime stagioni, sebbene il record di punti nell’era Saputo sia ancora alla portata), quanto sulla storia della Serie A. Un modo per dire: ci siamo anche noi, non esistiamo soltanto per far gareggiare gli altri o per sancire vittorie altrui. Che a farne le spese stavolta possa essere l’Inter, la Juventus o il Napoli, cambia poco. Il Bologna ha tutto il diritto, ma soprattutto il dovere, di tornare ad essere una squadra temuta e imprevedibile in ogni momento dell’anno.

Luca Baccolini

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