Zerocinquantuno

Che fine ha fatto Arturo Calabresi?

Che fine ha fatto Arturo Calabresi?

Ph. Imago Images

Tempo di Lettura: 2 minuti

La premessa è d’obbligo: è possibile che alla base dell’eclissi di Arturo Calabresi dalla rosa rossoblù ci siano delle ragioni fisiche, magari relative ai tempi di recupero dall’infortunio al ginocchio rimediato la scorsa primavera che si sono allungati più del previsto. Non più tardi di due giorni fa, nell’immediato post partita di Inter-Bologna, si erano subito sollevate polemiche e illazioni riguardo al mancato ingresso in campo di Mbaye e Sansone, assenze tanto vistose quanto in realtà motivate da piccoli acciacchi che hanno tenuto ai box i due.
Se Calabresi stesse ancora convivendo con gli strascichi dell’intervento chirurgico subito ad aprile, la sua totale sparizione dai radar sarebbe giustificata. No, non si può nemmeno più parlare di gerarchie, dato che Arturo ha visto il campo solo per un minuto anche contro la Reggina, nel terzo turno Coppa Italia, quando le seconde linee sono state schierate in blocco dall’inizio. Un trattamento, questo, che all’infuori di un’eventuale condizione atletica poco brillante non troverebbe altre spiegazioni, e riguardo al quale andrebbe fatta un po’ di chiarezza.
Calabresi, classe 1996, si era distinto come uno dei migliori durante la disastrosa gestione Inzaghi, assieme a Santander l’unica rivelazione veramente positiva in un mare di mediocrità. In quel periodo aveva ben figurato come centrale di destra in una difesa a tre, ma prima e dopo la parentesi rossoblù, ovvero nell’Italia Under 21 e nell’Amiens, ha ricoperto con buoni risultati anche la posizione di esterno basso a destra in una linea a quattro.
In Francia, dov’era stato spedito in prestito nell’agosto del 2019, ha poi raccolto 25 presenze quasi tutte da titolare tra Ligue 1 e coppe nazionali (per un totale di 2.194 minuti), trovando anche un gol e un assist. Rientrato alla base e ultimate le terapie all’Isokinetic, Mihajlovic non gli ha concesso nemmeno una chance, confinandolo in panchina. Da lì, come detto, non si è mai più alzato, né quando tutti gli altri giocatori con meno minutaggio hanno trovato spazio, né quando i rossoblù hanno attraversato un’emergenza difensiva e la sua versatilità avrebbe potuto fare comodo.
Durante Inter-Bologna, Sinisa ha fatto esordire in Serie A tre ragazzi provenienti dalla Primavera, tra cui Omar Khailoti, ottimo prospetto ma certamente troppo acerbo per poter fronteggiare un treno come Hakimi, oltre al fatto di essere un centrale adattato nel ruolo di terzino. Calabresi, all’occorrenza, ha dimostrato di saper giocare anche a sinistra, per cui ancora una volta non si capisce quale sia la ratio dietro la sua esclusione. Dopo dodici partite in cui non è mai stato preso in considerazione, sarebbe giusto spiegare se ad eliminarlo dalle rotazioni siano motivazioni fisiche, tecniche o caratteriali.
Non c’è nessun desiderio di montare un caso, così come in queste ore sta avvenendo a Milano, sponda nerazzurra, per quanto riguarda la gestione che Antonio Conte sta avendo di Christian Eriksen (anche perché, non ce ne voglia Arturo, i loro due profili non possono essere messi a confronto), ma se finalmente venisse fatta chiarezza si allontanerebbero tutte le perplessità. Calabresi si è meritato sul campo una considerazione diversa da quella avuta finora: se davvero non sarà più possibile vederlo in azione con la maglia del Bologna, almeno ne venga spiegato il perché.

Fabio Cassanelli

© Riproduzione Riservata

Foto: Imago Images