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Juventus-Bologna, i numeri di una sfida impossibile. Ma oggi i bianconeri non sono più invincibili

Juventus-Bologna, i numeri di una sfida impossibile. Ma oggi i bianconeri non sono più invincibili

Ph. Getty Imaes

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Non illudiamoci: Bologna-Juventus (o Juventus-Bologna) è sempre stata una partita proibitiva. Lo dice la storia: la Juventus è la squadra di Serie A con cui il Bologna ha giocato più volte (quella di domani sarà la 151^ sfida nel campionato a girone unico, cioè dal 1929/30) ed è, contemporaneamente, la squadra con cui ha ottenuto meno vittorie in assoluto (solo 22, il 14,7% del totale). Cento sono i gol che separano Juve e BFC nei loro scontri diretti: il maggior divario – per distacco – rispetto a tutte le altre squadre affrontate in A dai rossoblù. Di queste 22 vittorie, 20 sono databili a più di 40 anni fa.
Si fa prima a dire, insomma, che gli unici due successi del Bologna nell’ultimo quarantennio sono stati l’ormai leggendario 3-0 firmato Paramatti-Signori-Fontolan nel 1998 e lo 0-2 del 2011 con la doppietta di Marco Di Vaio, due vittorie storiche e meritatissime ma ottenute nei due peggiori momenti della Juve negli ultimi anni: in entrambi i casi, sia nel 1998/99 che nel 2010/11, i bianconeri chiusero il campionato al settimo posto, perdendo ben 10 gare. Vale però anche il contrario, perché per una Juventus in crisi, il Bologna di quei due campionati era baciato da condizioni eccezionali, se non irripetibili. Nell’ottobre 1998 si era all’inizio di quella straordinaria maratona che in 60 partite stagionali portò i rossoblù dall’oscuro Intertoto alla semifinale UEFA e infine alla vittoria sull’Inter di Baggio negli spareggi per la successiva edizione di Coppa; nel 2010/11, invece, l’impresa (speriamo davvero irripetibile) di scampare ad un fallimento ormai imminente e di superare lo shock di quattro diverse proprietà.
Ricordo bene, in quanto testimone oculare, quel gelido 26 febbraio 2011, nel grigio stadio Olimpico. Pochissimi tifosi felsinei, in un sabato sera che non lasciava altre opzioni tra il ritorno in notturna e la permanenza a Torino. E pure tra i proprietari del club (in quel periodo il BFC era appena passato di mano da Zanetti a Pavignani, e non era ancora finita…) l’idea di andare a seguire una sicura sconfitta lontano da casa non era sembrata molto allettante. Fatto sta che di quella composita compagine di azionisti si intravedevano soltanto un paio di soci di minoranza, tra i quali l’inossidabile Valentino Renda, scomparso nel 2020.
Forse la difficoltà a ribaltare i pronostici contro la Vecchia Signora è davvero spiegabile solo con un divario tecnico ormai strutturale. Per i complottisti, invece, c’è anche l’argomento di una cronica diversità di metro arbitrale, tesi suffragate da una serie di episodi quantomeno controversi. Certo è che Bologna-Juventus è diventato ormai il paradigma di una sfida non solo impossibile, ma nemmeno meritevole di essere giocata. Il compito di Thiago Motta sarà proprio quello di convincere i giocatori che non è così, che il miracolo si può fare, proprio com’è riuscito nelle ultime due stagioni a Fiorentina, Benevento, Empoli, Sassuolo e Atalanta, senza citare le vittorie delle squadre più titolate all’Allianz Arena.
Domani sera servirà il coraggio dell’incoscienza, il volo del calabrone che si alza in aria a dispetto delle leggi della fisica, la corsa matta di un numero 9 (da Marco a Marko) che addomestica l’intera difesa da solo. Domani servirà un po’ tutto questo. Ma è già successo. Dunque, può succedere ancora.

Luca Baccolini

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Foto: Getty Images (via OneFootball)