Zerocinquantuno

La carta Arnautovic per riprendere slancio. Ma il Bologna che ha conosciuto Marko non esiste più

La carta Arnautovic per riprendere slancio. Ma il Bologna che ha conosciuto Marko non esiste più

Ph. Getty Images

Tempo di Lettura: 2 minuti

Dal 9 gennaio il contributo alla causa di Marko Arnautovic si misura in 41 minuti giocati divisi in due cammei. In questo periodo il Bologna ha raccolto 25 punti in 16 partite, costruendo gran parte del bottino che oggi consente alla squadra di Motta di stazionare permanentemente nella parte sinistra della classifica. È chiaro come le strade di Arnautovic e del Bologna abbiano smesso di essere sovrapposte: con questo lungo multi-infortunio, l’austriaco ha permesso ai rossoblù di dimostrare la propria autosufficienza e la propria indipendenza dall’uomo forte.
Se Marko fosse un giocatore comune sarebbe immediato pensare alla sua dismissione a fine stagione. Ma lui non è un giocatore comune. Il suo impatto sui compagni, la mole di gioco che si sobbarcava, il peso specifico all’interno del reparto ne facevano il prototipo dell’attaccante che è sempre mancato al BFC fin dai tempi dell’addio di Marco Di Vaio. La questione, però, da tecnica è diventata economica: il club ha concesso ad ‘Arna’ lo stipendio più alto da quando Saputo è in questi lidi (e da quando esiste il Bologna stesso), quasi il doppio del tetto convenzionalmente fissato per gli altri calciatori. Con due anni di contratto residui, il numero 9 vede già le porte della pensione sportiva: a fine ‘mandato’, nel 2025, la sua carta d’identità denuncerà 36 anni. Un traguardo difficilmente allungabile anche nelle più ottimistiche prospettive.
La scorsa estate Arnautovic fu tentato dalle sirene della Premier League, ma alla fine restò qui. Ora quelle stesse sirene faticherebbero a farsi udire di nuovo: chi mai avvicinerebbe un giocatore da quasi 3 milioni netti a stagione senza minutaggio nel 2023? Marko, insomma, è destinato a rimanere, con o senza Thiago Motta: lo dice il peso del suo contratto, ma lo dice soprattutto l’obbligo morale che ha nei confronti del BFC, la società che gli ha donato una seconda ribalta europea dopo il dorato autoesilio cinese. Stavolta però la sua sfida sarà più difficile: perché se con Mihajlovic il posto di ‘Arna’ era sempre garantito, oggi quella sicurezza non esiste più. Il Bologna di Motta è un organismo proteiforme, che cambia i suoi addendi senza influenzare la somma complessiva. Questo dicono i fatti, da quando Arnautovic ha dovuto farsi da parte. Al rientro, insomma, troverà un’altra realtà: toccherà a lui decidere se di suo gradimento o no.

Luca Baccolini

© Riproduzione Riservata

Foto: Getty Images (via OneFootball)