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La vera impresa è essere normali

La vera impresa è essere normali

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Quando Mihajlovic dichiara che l’obiettivo primario è raggiungere 40 punti, non sbaglia: al momento il Bologna viaggia ad una media persino inferiore a quella soglia. Ma quando dice che vorrebbe puntare al record assoluto di punti (ancora detenuto da Stefano Pioli, 51, almeno nella storia recente), qui ci sovviene il sospetto che la sua ambizione sia poco realistica, o perlomeno difficilmente realizzabile. Da quando è tornato a Casteldebole, Sinisa ha avuto a disposizione 72 partite di campionato, divise perfettamente in tre segmenti: le 17 conclusive della stagione 2018/19, le 38 della stagione 2019/20 e le 17 iniziali di quella corrente. Questo il riassunto del suo percorso:

  • 25 vittorie su 72: 35%;
  • 19 pareggi su 72: 27%;
  • 28 sconfitte su 72: 38%;
  • 94 punti in 72 partite: 1,30 a partita (49/50 a campionato).

Anche contando lo straordinario impatto iniziale (30 punti in 17 gare), la media punti che ne deriva sarebbe nettamente al di sotto dell’obiettivo. Vero che ogni stagione fa storia a sé, ma finora l’inerzia di Mihajlovic spingerebbe a lambire i territori del centro-classifica, poco più o poco meno. In questo conto (che vedete riassunto anche nelle stringhe riportate qui sotto) abbiamo voluto considerare tutto il percorso dell’allenatore. Il quale ha costruito la sua forza (nonché il suo lunghissimo contratto) proprio su quelle 17 partite iniziali. Straordinarie, certo. Ma irripetibili.

Il nostro errore è stato credere che quella marcia apparentemente inarrestabile potesse essere riprodotta all’infinito, mutate però nel frattempo tutte le condizioni che l’avevano resa possibile (e non parliamo solo della leucemia o degli effetti della pandemia). È del tutto evidente che un effetto-Mihajlovic non poteva essere ripetuto: questo per la semplice ragione che manca un pre-Mihajlovic, cioè una situazione di emergenza assoluta, uno stato di crisi.
Se al primo Sinisa occorsero solo 17 giornate per vincere 8 gare, all’ultimo Sinisa ne sono servite addirittura 33 per vincerne lo stesso numero. Cosa ci dicono questi numeri? Nulla. Le statistiche nel calcio contano pochissimo. Mai come in questo campionato le sorti delle retrocessioni sono state così incerte, soprattutto dopo il derby ligure tra Spezia e Sampdoria, che ha issato i bianconeri a 17 punti e relegato ai bassifondi Torino e Parma (sulla carta non due candidate alla retrocessione). Cinque punti di margine sulla terzultima non sono un gran bottino, ma non è certo a metà del cammino che si fanno questi calcoli. Altrimenti il Bologna di Pippo Inzaghi avrebbe già dovuto prenotare i pullman per Cittadella.

Luca Baccolini

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