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Non esiste un problema dismissioni, questa società ha sempre difeso il proprio parco giocatori

Non esiste un problema dismissioni, questa società ha sempre difeso il proprio parco giocatori

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Di sacrifici tecnici realmente importanti, sotto la gestione di Joey Saputo, ne conto solo uno: Simone Verdi. Peraltro immediatamente rimpiazzato da Riccardo Orsolini, pagato una quindicina di milioni alla Juventus. E sfido tutti a trovare qualcuno convinto ancora adesso che quel cambio non sia stato vantaggioso, sia dal punto di vista tecnico che da quello economico.
Non tengo in considerazione, alla voce ‘sacrificio’, la cessione di Amadou Diawara, che non presentandosi in ritiro nel giorno stabilito (era l’estate 2016) si era di fatto auto-ceduto. Anche in questo caso sfiderei a trovare chi pensa che i 16 milioni incassati, alla luce del rendimento successivo, non siano stati un affarone.
In sei anni di gestione canadese, insomma, non ricordo un calciatore tecnicamente rilevante di proprietà del Bologna che abbia salutato la compagnia in nome della salvaguardia del bilancio. O che l’abbia fatto senza un adeguato ritorno tecnico-economico. Chiunque si faccia prendere dalla tentazione, anche solo ipotetica, che l’eventuale (anzi, meno che eventuale, perché non avverrà) cessione di Tomiyasu serva a ripianare le perdite, sbaglia di grosso. Nemmeno cedendo Verdi a 20 milioni, infatti, il Bologna riuscì a chiudere in attivo il bilancio di quell’annata. E sapete perché? Perché intanto continuava ad investire su altri giocatori.
Se dopo sei anni di Saputo non ci siamo resi conto che non esiste un problema dismissioni, allora abbiamo guardato un altro sport. Il tema, semmai, è come migliorare la rosa in tempi più rapidi, senza aspettare epoche bibliche per renderla più competitiva. Nel 2018, a questo scopo, si pensò di affidarla ad un carismatico come Filippo Inzaghi, sbagliando di grosso. Poi è arrivato Sinisa Mihajlovic, uno che non si fa problemi a mettere in campo Juwara a San Siro o Hickey alla prima in casa del nuovo campionato.
Attaccate questa società come volete, ma non dite che non ha difeso il proprio parco giocatori, a differenza di quello che accadeva non più tardi di sette-otto anni fa, quando si arrivò a cedere capitan Diamanti in febbraio, a mercato in entrata concluso e con una situazione di classifica già compromessa. Ma forse la lezione non è servita.

Luca Baccolini

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