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Re Marko ha trovato a Bologna il suo trono ideale

Il Bologna ritrova finalmente Arnautovic. Kyriakopoulos salta la gara da ex per labirintite, out anche Sansone, Soriano e Soumaoro

Ph. bolognafc.it

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Un’ulteriore prova del solido e profondo legame tra Marko Arnautovic, Bologna e il Bologna è arrivata ieri al termine della pesantissima vittoria contro la Fiorentina: significativo il gesto dell’attaccante austriaco, che è andato sotto la Curva Andrea Costa per raccogliere la meritata standing ovation, salutare la tifoseria e caricarla ancor di più al fine di farsi sentire dai sostenitori ospiti.
Se l’esultanza esibita col Verona era servita a scacciare tutte le voci di mercato, il bel gesto dopo la combattuta gara di ieri testimonia come ‘Arna’ nella piazza e nel club rossoblù il suo habitat ideale, sia dentro che fuori dal rettangolo verde. Un contesto in cui e di cui Marko rappresenta il leader tecnico ed emotivo, al centro del progetto e dunque amato, protetto e supportato, un circolo virtuoso che lo esalta sempre più a beneficio della stessa squadra e dell’ambiente.
Siamo e siete poi così sicuri che Arnautovic avrebbe preferito, in questa fase della sua carriera e dopo numerosi trasferimenti, approdare in una realtà sicuramente più prestigiosa come quella del Manchester United, o di qualsiasi altra big accostata a lui, con un ruolo marginale in cui sarebbe stato uno dei tanti, chiamato a dimostrare le proprie qualità in poco tempo? In fondo, come recita un celebre proverbio: «Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova». Per informazioni chiedere ai vari Giaccherini, Diawara, Verdi e Pulgar, la lista è lunga.
Bologna e il Bologna si godono così l’attuale capocannoniere del campionato, erede della ‘dinastia reale’ che 25 anni fa era partita da Roberto Baggio, passando poi attraverso Beppe Signori e arrivando fino a Marco Di Vaio: i 6 gol segnati fin qui, inoltre, gli consentono di diventare il secondo giocatore straniero nella storia rossoblù capace di realizzare 6 reti in 6 gare stagionali di Serie A, dietro al solo Harald Nielsen (a proposito di fenomeni, 7 centri dopo 6 partite nel torneo 1962/63). Tutto ciò con buona pace di chi ancora si ostina a legare la sua permanenza sotto le Due Torri ad un semplice colpo di fortuna.

Riccardo Rimondi

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