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Ginobili, Danilovic e Basile, fenomeni del basket bolognese

Ginobili, Danilovic e Basile, fenomeni del basket bolognese

Ph. Pixabay

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Il basket è senza dubbio uno degli sport più praticati e amati in Italia, lo dimostrano le tante squadre di altissimo livello in grado di primeggiare in Europa provenienti dallo Stivale. Tra tutte, soprattutto a cavallo tra gli anni ’90 e i 2000, hanno vissuto un gran periodo di successo le due squadre di Bologna, la Fortitudo e la Virtus, le quali hanno dato vita ad una serie di derby ad alta tensione e dallo spettacolo ineguagliabile. Sebbene la Virtus vanti un palmarès molto più importante, con 15 titoli nazionali vinti contro i due della Fortitudo, in quegli anni la rivalità tra le due squadre fu caratterizzata da un enorme equilibrio e soprattutto dalla presenza di grandi fenomeni sul parquet.

Il primo di tutti fu sicuramente Sasha Danilovic, guardia tiratrice serba arrivata alla Virtus nell’estate del 1992 dal Partizan Belgrado. Il nativo di Sarajevo arrivò a Bologna come grande promessa del basket europeo e fu il trascinatore delle V nere alla vittoria di ben quattro scudetti, l’ultimo dei quali arrivato proprio nella finalissima contro la Fortitudo grazie ad un tiro impossibile da quattro punti, un’opera d’arte degna di un genio. La sua epoca alla Virtus si divise tra la prima epoca dal 1992 al 1995 e la seconda dal 1997 al 2000, nel mezzo delle quali tentò invano l’avventura nell’NBA con le maglie dei Miami Heat e dei Dallas Mavericks.

Dopo di lui sarebbe approdato alla Virtus un altro fenomeno in potenza del basket mondiale, ossia l’argentino Emanuel Ginobili, da tutti conosciuto come Manu. Il sudamericano, un mancino che poteva giocare sia da guardia tiratrice sia da ala piccola, si fece distinguere immediatamente per l’eccelso palleggio e per l’inventiva al momento di realizzare. Grazie al suo enorme talento e alla sua grande dedizione al lavoro le V nere, allenate all’epoca dal guru del basket italiano Ettore Messina, avrebbero vinto uno scudetto, due Coppe Italia e soprattutto un’Eurolega nella primavera del 2001, la seconda della loro storia dopo proprio a quella vinta con Danilovic quattro stagioni prima. In seguito alle due ottime stagioni con la Virtus, Ginobili avrebbe lasciato l’Italia per via di una chiamata importante e irresistibile, ossia quella dell’NBA, il campionato più importante del mondo, nel cui torneo attuale i grandi candidati alla vittoria sono i Los Angeles Lakers, da come evinciamo dalle principali quote di scommesse sul basket disponibili in questo momento. L’argentino avrebbe imparato moltissimo a Bologna, soprattutto dal punto di vista tattico, e avrebbe sfruttato questa sapienza per diventare un punto di riferimento per i San Antonio Spurs, con i quali avrebbe disputato 16 stagioni vincendo l’anello in ben quattro occasioni.

In quegli anni lo stesso Ginobili avrebbe vinto un oro olimpico ad Atene 2004 in finale proprio contro l’Italia, sconfiggendo la Nazionale trascinata fino a quello scenario da un certo Gianluca Basile. Il nativo di Ruvo di Puglia fu uno dei grandi protagonisti dei successi di una realtà come la Fortitudo a cavallo del nuovo millennio, con due titoli di campione d’Italia vinti nel 2000 e nel 2005. Dal 1999 al 2005 in forza all’altra squadra di Bologna, il pugliese avrebbe dato vita ad una serie di derby spettacolari proprio contro Danilovic e Ginobili. Quello spettacolo e quella competitività assoluta furono la conferma che la città felsinea era in quel momento la capitale del basket italiano. Basile, capace di trascinare la Fortitudo fino ad una finale di Eurolega (poi persa) grazie alle sue abilità tattiche e alla sua capacità innata di tirare molto bene dalla distanza, fu il paladino di una squadra che dopo il suo addio crollò in maniera brusca senza riuscire più a tornare sui livelli altissimi a cui si erano abituati i suoi tifosi.

Non sorprende dunque che lo show di quegli anni caratterizzato da grandi prestazioni di questi tre cestisti eccezionali sia ancora oggi nella memoria degli appassionati di basket italiano.

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