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L’ombelico di Bologna: piazza Aldrovandi, il centro del mercato cittadino

L'ombelico di Bologna: piazza Aldrovandi, il centro del mercato cittadino

Ph. Fausto Malpensa

Tempo di Lettura: 3 minuti

Non esiste a Bologna una piazza del mercato, ma è fuor di dubbio che in città esista un punto di riferimento per il piccolo commercio: è piazza Ulisse Aldrovandi, il ventricolo sinistro del centro storico, il polmone destro della zona universitaria, da oltre un secolo il punto di scambio di beni alimentari e non solo. La conformazione della piazza è molto cambiata nel corso degli decenni, ma è sempre rimasta un perno fisso per i bolognesi dal palato fino.

Cartolina di piazza Aldrovandi (anni Venti)

Le prime testimonianze della presenza dei mercati mobili risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, quando i mercati in città erano numerosi, ma ben attenti a non pestarsi i piedi a vicenda: al Foro Boario – l’attuale piazza Trento e Trieste – il mercato del bestiame, in Strada San Vitale il mercato dell’uva, mentre da piazza Maggiore il mercato si spostò proprio in piazza Aldrovandi. L’unico altro mercato che vendeva beni di prima necessità era il Mercato delle Erbe, sorto nei primi anni del Novecento, ma era a distanza tale dalla zona universitaria da non far concorrenza. Piazza Aldrovandi era quindi il mercato del centro città, senza però essere fisso. Questo fino ai molto più recenti anni Novanta, quando per decisione del sindaco Walter Vitali la piazza venne dotata di baracchini fissi per frutta, verdura e alimentari, ma non solo.

Cartolina di piazza Aldrovandi (anni Venti)

Cartolina di piazza Aldrovandi (anni Venti)

«Ricordo che quando siamo arrivati qui nel 1997 – spiega Roberto, uno dei mercanti ancora presenti in piazza – c’erano diversi banchetti specializzati: uno vendeva solo ciabatte, l’altro le banane e altri ancora gli ortaggi. Ognuno aveva la sua specificità e la sua clientela fissa. Ci si conosceva tutti in quartiere, la qualità era sempre assicurata proprio perché era importante per noi offrire ai clienti sempre il meglio, stando attenti a vendere sempre prodotti freschi e di stagione».

Cartolina di piazza Aldrovandi (anni Venti)

Negli ultimi dieci anni, in Aldrovandi il commercio si è trasformato ancora una volta, offrendo prodotti non solo locali. Primo tra tutti, I panini di Mirò di Roberto Marinucci, che vende salumi tipici della sua terra d’origine, la Ciociaria (con la porchetta di Ariccia come fiore all’occhiello), affiancati a prodotti umbri e romagnoli. Un’attività giovane la sua, aperta nel 2015 ma già rinnovata due volte, grazie all’aiuto del Comune di Bologna.

Marinucci descrive l’anima della sua attività, e con essa di Bologna: «Siamo entrati in punta di piedi, ora mi sento come a casa: qui sembra di stare in un paese, dove ci conosciamo tutti, clienti, semplici cittadini, altri commercianti. La loro presenza si è sentita soprattutto in questo ultimo anno di pandemia, quando alla riapertura del locale molti si sono presentati dando il loro contributo per ripartire. Per tante persone siamo diventati un punto di riferimento: i ragazzi e le famiglie si fermano per un bicchiere di vino, altri ci ringraziano perché le nostri luci allontanano lo spaccio». Infine Roberto definisce Bologna «una città pronta, dove funziona tutto e si vive bene, che nella piazza del mercato trova la sua anima più vera».

Roberto Marinucci nel suo locale I panini di Mirò

Giuseppe Mugnano

© Riproduzione Riservata – Disponibile anche in versione cartacea su Metro Stadio di sabato 1° maggio

Foto cartoline: Fausto Malpensa