Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le dichiarazioni rilasciate oggi pomeriggio in conferenza stampa dall’attaccante inglese classe 2003 Jonathan Rowe, nuovo acquisto del Bologna, presentato dal club nella sede del training & top partner Pelliconi a Ozzano dell’Emilia.
Avventura stimolante – «Sono molto felice di essere qui, si tratta di un passo importante per la mia carriera: arrivo in una nuova città, in una nuova squadra e con una cultura diversa. Sono un ragazzo ambizioso e non vedo l’ora di mettermi in gioco».
Da De Zerbi a Italiano – «Hanno una personalità simile, essendo entrambi italiani. Tutti e due richiedono tanto, quindi è fondamentale essere sempre focalizzati e dare il 100%. Io e il mister ci stiamo iniziando ad intendere sul campo e spero di imparare presto la lingua italiana».
Obiettivi personali – «Voglio fare del mio meglio per aiutare la squadra. Un po’ alla volta dovrà integrarmi nel gruppo e lavorerò sodo per fare gol e assist».
Ambiente ideale – «In rosa sono tutti molto forti, mi hanno fatto sentire accolto e in questa fase di transizione mi stanno aiutando per integrarmi in squadra».
Rissa con Rabiot – «Di sicuro qualcosa è successo ma ho scelto di non parlarne più per andare avanti e migliorarmi come giocatore. Ora con lui è tutto ok, non ci sono rancori tra noi, sono cose che purtroppo possono capitare e dovrebbero rimanere nello spogliatoio, ma a volte escono fuori e arrivano alla stampa. Succede quando tutti vogliono qualcosa di buono per la squadra e la tensione si alza».
Inghilterra, Francia e ora Italia – «Sicuramente qui prevale la parte tattica, me ne sono accorto subito. E poi sono rimasto sorpreso e colpito dall’atmosfera del Dall’Ara nella partita contro il Como: c’era tanta passione e i tifosi facevano un rumore incredibile, mi sono emozionato. Voglio creare tanti ricordi belli con la squadra e la gente di Bologna».
Il più costoso di sempre – «Non penso molto al fatto di essere l’acquisto più caro nella storia del club: sono qui per produrre risultati sul campo, il lato finanziario non è di mia competenza. Settimana dopo settimana dimostrerò cosa posso fare per il bene della squadra».
Primi dettami – «Il mister mi chiede di giocare intensamente e con qualità quando ho la palla tra i piedi. Mentre in fase di non possesso vuole una pressione diretta sugli avversari. In generale, il suo è un calcio molto diretto».
Modelli di riferimento – «Guardo tante partite e cerco di studiare tutti i migliori calciatori al mondo, poi provo ad inserire nel mio gioco le cose che mi colpiscono».
Numero 11 – «Semplicemente mi sembrava che stesse bene col mio nome, non c’è nessuna storia particolare dietro. So bene che lo indossava Ndoye, ma la scelta non è legata a lui».