Tempo di conferenza stampa, questo pomeriggio a Coverciano, per Nicolò Cambiaghi, volto nuovo della nostra Nazionale. L’attaccante del Bologna, affiancato dall’altro debuttante Hans Nicolussi Caviglia (Fiorentina), ha esternato le sue emozioni e raccontato il suo percorso di crescita fino ad agguantare la prestigiosa maglia azzurra. Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le sue dichiarazioni.
Da Italiano all’Italia – «Quest’estate ho svolto il ritiro con la squadra e ho guadagnato più minutaggio, ma anche l’anno scorso dopo l’infortunio ero rientrato bene. Devo tanto a mister Italiano, perché mi ha voluto fortemente e poi è stato paziente ad aspettarmi».
Umiltà e fame – «Essere qui è motivo di grande orgoglio, è il premio ai tanti sacrifici che ho fatto. È un sogno, ma deve anche essere un punto di partenza: cercherò di godermi questa esperienza al massimo e dare tutto per la maglia azzurra».
Aumentare i gol – «Ho vissuto due stagioni in cui segnavo con regolarità, poi c’è n’è stata una un po’ più complicata, mentre lo scorso anno sono rientrato in maniera molto positiva. Il gol di domenica mi dà una grossa spinta e ancor più serenità, ma penso che il segnare derivi dalla prestazione e dalla costanza nel fare le cose, non è mai stato per me un chiodo fisso».
In tribuna a Berlino – «La finale vinta nel 2006 resta un’emozione indelebile, ero piccolo e ho dei ricordi vaghi ma rimarranno sempre nel mio cuore».
Tanta gavetta – «Quando sono uscito dalla Primavera dell’Atalanta avevo bisogno di fare esperienza e le stagioni che ho vissuto in prestito sono state importanti, senza tutti quei giri in Serie B e in Serie A oggi non sarei qui. Una volta usciti dal settore giovanile credo sia giusto farsi le ossa e continuare a lavorare sodo».
Foto: Claudio Villa/FIGC/Getty Images (via OneFootball)