A distanza di due settimane dal primo successo in Europa League, arrivato in Romania sul campo dell’FCSB, il Bologna vuole regalarsi e regalare ai suoi tifosi un successo continentale casalingo che manca dal 2-1 sul Borussia Dortmund nella scorsa Champions League. I rossoblù, caricati da uno splendido spettacolo pirotecnico della Curva Andrea Costa, ritrovano Italiano in panchina e nel consueto 4-2-3-1 presentano Skorupski tra i pali e una difesa composta da Holm, Heggem, Lucumí e Lykogiannis; orfani del totem Freuler, il centrocampo vede Moro al fianco di Ferguson, mentre sulla trequarti Bernardeschi, Fabbian e Cambiaghi supportano l’unica punta Castro. Il Brann risponde con un 4-3-3 che mescola pochi singoli di esperienza come Dyngeland, Dragsnes e Finne ad un nugolo di calciatori giovani o giovanissimi, tanto che l’età media dell’undici titolare è di poco superiore ai 24 anni.
I padroni di casa partono sfoderando un’aggressività notevole, riversandosi sin dalle battute iniziali nella metà campo avversaria con furore più che con qualità. Ma gli ospiti non restano a guardare, la partita è vivace e dà l’idea di potersi sbloccare da un momento all’altro, anche se molte potenziali occasioni si spengono un attimo prima che le squadre riescano ad arrivare al tiro. Il colpo di scena che cambia le carte in tavola non arriva da una conclusione, però, ma da uno scontro tra Lykogiannis e Kornvig in zona mediana: il greco si allunga la palla, nel tentativo di recuperarla colpisce la tibia dell’avversario e nonostante si tratti di un intervento fortuito e non portato con cattiveria l’arbitro Schlager lo considera meritevole di cartellino rosso.
Il Bologna resta in dieci uomini, si riorganizza in un 4-4-1 con l’uscita di Fabbian e l’ingresso di Miranda e prova soprattutto a riassestarsi mentalmente. Tuttavia l’inferiorità numerica incide inevitabilmente sulle trame di gioco e sull’intensità, e la sfida si addormenta fino al 39′, quando il BFC reclama a gran voce per uno sgambetto in area su Miranda: l’incrocio tra le gambe c’è, ma per il direttore di gara tedesco non è da rigore e la sala VAR rimane ancora silente. Il primo tempo termina tra i fischi assordanti che il Dall’Ara indirizza verso Schlager, mentre in avvio di ripresa i rossoblù sembrano aver ritrovato le giuste distanze e tentano di rimettere in apprensione i norvegesi.
Il dominio nel possesso, incontrastato nonostante l’assenza di un effettivo, non porta pericoli alla porta di Dyngeland fino al 21′, quando un recupero alto propizia una rasoiata dal limite di Cambiaghi, ben imbeccato da Castro, che si spegne di poco a lato. Il Brann cerca di riemergere con un tiro di Dragsnes che sorvola la porta di Skorupski, intanto manca sempre meno al termine del match e così Italiano getta nella mischia Odgaard e Orsolini sostituendo gli esausti Cambiaghi e Bernardeschi. Al 35′ Skorupski devia in corner un tiro che sembrava già destinato a uscire, ma dalla bandierina non arrivano pericoli. Entrano anche Pobega e Dallinga per Moro e Castro, ma la chance più ghiotta della serata capita al 41′ sui piedi di Ferguson e Odgaard: spunto sulla fascia di Orsolini con pallone piazzato a rimorchio, piattone dello scozzese su cui Dyngeland compie un mezzo miracolo e successivo diagonale del danese murato dalla difesa.
Lo stadio ribolle di entusiasmo misto a sincero apprezzamento per lo sforzo profuso da capitan Ferguson e compagni, uno sforza fatto di organizzazione, lucidità e pulizia tecnica, con un onnipresente e onnipotente Lucumí come simbolo principale di una prestazione collettiva encomiabile. Ed è proprio il colombiano, al 42′, ad avventarsi di testa su una bella traiettoria da corner di Miranda e chiamare Dyngeland ad una super parata per togliere la sfera dall’angolino lontano. A quel punto, purtroppo, il pareggio sembra ormai l’unico risultato possibile, e il triplice fischio arriva ineluttabile.
Non si avrà mai la controprova di che partita avrebbe potuto disputare il Bologna in parità numerica, ma il predominio avuto anche in inferiorità numerica lascia, oltre che un forte rammarico, la sensazione che stasera ai felsinei sia stato negato un successo assolutamente alla portata. Gli uomini di Italiano arrivano quindi al giro di boa della fase campionato di Europa League al 24° posto (l’ultimo utile per proseguire il cammino) con 5 punti, e si giocheranno la qualificazione – diretta o tramite playoff – nelle rimanenti 4 giornate con Salisburgo, Celta Vigo, Celtic e Maccabi Tel Aviv: l’aritmetica racconta che il cammino si è messo in salita, la prestazione della squadra fotografa l’esatto contrario.
BOLOGNA-BRANN 0-0
BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Holm, Heggem, Lucumí, Lykogiannis; Moro (37′ st Pobega), Ferguson; Bernardeschi (30′ st Orsolini), Fabbian (29′ pt Miranda), Cambiaghi (30′ st Odgaard); Castro S. (37′ st Dallinga).
A disp.: Ravaglia, Pessina, Rowe, Casale, Zortea, Miranda, Vitik.
All.: Italiano
BRANN (4-3-3): Dyngeland; De Roeve (30′ st Pedersen), Helland, Sery Larsen, Dragsnes; Kornvig, Sorensen, Gudmundsson; Mathisen (16′ st Hansen), Finne (16′ st Castro N.), Haaland (30′ st Laegreid).
A disp.: Bramel, Pallesen, Boakye, Soltvedt, Sande, Remmen.
All.: Alexandersson
Arbitro: Schlager, Germania (VAR Dankert, AVAR San)
Ammoniti: 40′ pt Miranda (BO), 46′ pt Helland (BR), 1′ st Ferguson (BO), 39′ st Italiano (BO) dalla panchina, 40′ st Pedersen (BR)
Espulsi: 23′ pt Lykogiannis (BO)
Marcatori: –
Recupero: 3′ pt, 3′ st
Note: 24.167 spettatori
Fabio Cassanelli
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Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images (via OneFootball)



