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Angeli: “Grazie al Bologna corono un sogno, qui o in prestito darò tutto. So segnare e amo costruire il gioco, il mio modello è Sergio Ramos”

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Prime parole da giocatore del Bologna per Matteo Angeli, promettente difensore centrale classe 2002 acquistato dall’Imolese e con un passato nelle giovanili del Milan. Il ragazzo nativo di Cuneo, 33 presenze e ben 7 gol nello scorso campionato di Serie C, è stato presentato oggi pomeriggio in conferenza stampa nel ritiro di Pinzolo, dimostrandosi molto sveglio e sicuro di sé. Di seguito, suddivise per temi principali, le sue dichiarazioni, anticipate da quelle dell’a.d. Claudio Fenucci.

Introduzione di Fenucci – «Siamo contenti di avere Matteo qui con noi e di dargli ufficialmente il benvenuto. È un difensore che negli ultimi due anni ha fatto molto bene in Serie C pur essendo giovanissimo, si è distinto a suon di belle prestazioni e si è fatto notare dai nostri osservatori fino alla decisione di prenderlo. Arriva in un campionato di alto livello e ha molto da imparare ma grazie alle sue qualità, tra cui il senso del gol, all’impegno e alla perseveranza, potrà conquistarsi un posto importante tra i professionisti».

Dal Milan al Bologna passando per Imola – «Ringrazio il direttore per le parole. La chiamata del Bologna è stata una grande sorpresa, nonostante si fossero interessati già a gennaio, e il coronamento di un sogno: mi sono bastate due settimane qui per capire tante cose che non si capiscono nelle categorie inferiori. Durante i due anni al Milan ho imparato tanto, specie la disciplina dentro e fuori dal campo, poi ho ragionato molto sulla possibilità di andare all’Imolese e, col senno di poi, posso dire che la scelta di confrontarmi coi ‘grandi’ a 17 anni è stata la migliore che potessi fare».

La Serie A, un altro mondo – «La differenza principale che ho trovato sta ovviamente nell’intensità degli allenamenti, che magari in Serie C ogni tanto può calare mentre in A mai, non te lo puoi permettere».

In attesa di Mihajlovic – «Il mister ha parlato a tutto il gruppo prima della partenza per il ritiro di Pinzolo, ma singolarmente non ho ancora avuto l’occasione di confrontarmi con lui».

Permanenza o prestito? – «È ancora presto per parlare di futuro, i patti sono che intanto finiamo il ritiro e poi decidiamo cosa fare. Se si opterà per il prestito sarà una decisione condivisa anche da me, perché vorrà dire che non mi sentirò pronto per questa categoria. Comunque, che sia qui o altrove, darò il massimo».

Caratteristiche principali – «Mi piace molto avere la palla tra i piedi, costruire i gioco a testa alta ed effettuare passaggi non banali, ma sempre con criterio per non rischiare troppo (sorride, ndr). In generale, però, non amo troppo descrivermi, preferisco lo facciano gli altri».

Difensore goleador – «Il feeling con il gol l’ho sempre avuto, anche se non ricordo con precisione i numeri prima dell’Imolese. L’apice l’ho raggiunto l’anno scorso con 7 reti in C: sembrerà una frase fatta ma gran parte del merito è dei miei ex compagni, che mi hanno messo spesso nelle condizioni di segnare».

Idoli e ‘avversari’ – «Il mio modello di difensore è sempre stato Sergio Ramos, che interpreta il ruolo in modo perfetto, ma ce ne sono tanti altri anche nel nostro campionato che stimo. Arnautovic? Decisamente più faticoso affrontare e fermare lui rispetto ai centravanti della Serie C (sorride, ndr), devo imparare varie cose il più in fretta possibile».

Esempi da seguire – «I giocatori più esperti di questo gruppo sono ragazzi umili e disponibili, e aiutano noi elementi più giovani. Alcuni di loro sanno cosa vuol dire arrivare in Serie A dalle categorie inferiori e trovarsi di fronte dei campioni, e sono sempre pronti a dare consigli».

Maturazione rapida – «Da Cuneo sono andato al Milan quando avevo 16 anni, trasferendomi in convitto: anche se logicamente è impossibile rifiutare un club del genere, la ricordo come una scelta non semplice, perché devi lasciare di colpo famiglia e amici e partire. Però la rifarei subito».

Duttilità e disponibilità – «Ho iniziato a 11 anni da difensore centrale e non ho mai cambiato. Qualche volta all’Imolese ho fatto il terzino un po’ per necessità e un po’ per scelta mister, mi sono fatto trovare pronto e credo di aver ben figurato anche in quella posizione. Le volte che abbiamo utilizzato una difesa a tre, con mister Fontana, ho sempre giocato da ‘braccetto’ di destra. Ma mi trovo bene anche da perno centrale, ho imparato a ricoprire entrambi i ruoli».

Foto: zerocinquantuno.it