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Barrow: “Quest’anno sto bene e voglio tornare ad essere importante per la squadra, con Sartori un rapporto speciale. Voci di mercato? Io ormai mi sento bolognese”

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Oggi pomeriggio in conferenza stampa a Pinzolo ha parlato Musa Barrow, arrivato domenica nel ritiro trentino del Bologna e chiamato ad una stagione da protagonista dopo le ultime due contraddistinte da un’alternanza di luci e ombre. L’attaccante gambiano classe 1998, che un anno fa di questi tempi era in isolamento a causa del COVID, si è mostrato piuttosto sereno e fiducioso in ottica nuovo campionato, a maggior ragione dopo aver ritrovato sul suo cammino una figura molto importante per lui, ovvero il d.t. Giovanni Sartori. Di seguito tutte le dichiarazioni del numero 99 felsineo, suddivise per argomenti principali.

Un anno dopo, situazione diversa – «Sono contento di aver ritrovato i miei compagni, stiamo lavorando sodo e non vediamo l’ora di cominciare la stagione. Purtroppo l’anno scorso non stavo bene a causa del COVID e non ho potuto svolgere la preparazione estiva, questo mi ha poi condizionato. Il mio obiettivo personale resta quello di andare in doppia cifra, e il fatto di stare bene mi rende felice perché so che quando sono in forma posso dare un aiuto importante alla squadra».

Chiamato ad essere decisivo – «C’è sempre da migliorare, sotto ogni aspetto, ma per un attaccante la cosa fondamentale è avere continuità in termini di gol e assist. Le reti più belle quelle contro Spezia e Roma? Ci metto anche quello alla Lazio, ne ho segnati diversi belli, ma devo farne di più e giocare meglio dell’anno scorso».

‘Papà’ Sartori – «Conosco il direttore da quando avevo 17 anni, mi chiama sempre dopo ogni partita e abbiamo un rapporto speciale. So che mi aspetta nel suo ufficio per parlare un po’, ma mi ha già detto che devo fare più gol (sorride, ndr). Sapendo che persona è e come lavora, sono veramente felice che sia arrivato a Bologna, può aiutare il club in tante cose».

Josip, chissà… – «Ho conosciuto Ilicic quando sono arrivato in Prima Squadra all’Atalanta e abbiamo un buon rapporto, sappiamo tutti che è molto forte ma questo è il lavoro della società, non posso dire altro (sorride, ndr)».

Giovane esperto – «A Bergamo avevo i vari Maiello, De Roon, Freuler e Gomez che mi aiutavano e mi davano consigli, io cerco di fare lo stesso qui nel gruppo coi ragazzi più giovani».

Nei 30 per il Pallone d’Oro africano – «È un orgoglio essere stato inserito in una lista con calciatori così forti, ogni volta che torno in patria cerco di fare del mio meglio per dare una mano ai compagni e trasmettergli ciò che ho imparato qui, supportandoli e spronandoli. L’esperienza in Coppa d’Africa è stata molto bella: era la prima volta e non avevamo nulla da perdere, l’abbiamo affrontata con serenità».

Da Palacio ad Arnautovic – «Ognuno ha il suo specifico modo di giocare, personalmente osservo le caratteristiche e i movimenti degli altri attaccanti e mi adeguo, cercando di capire cosa posso dare a loro e cosa posso ricevere. Insomma, aiuto e cerco di farmi aiutare. Riguardo ad Arnautovic e Palacio, parliamo di due grandi giocatori, quest’anno io e Marko speriamo di divertirci e segnare tanto».

Voci di mercato dalla Premier – «Chi fa il calciatore sa di non avere una casa fissa, tutto può cambiare rapidamente, però qui sto davvero bene e ormai mi sento bolognese (sorride, ndr). Come detto, sono felice di essere in forma e penso solo alla preparazione, per poi iniziare nel modo migliore il campionato».

Mihajlovic sempre presente – «Il mister mi manca, ieri abbiamo parlato un po’ con lui ed è sempre bello sentire la sua voce. Il suo spirito è con noi, cerchiamo di lavorare sodo e di non sbagliare per non deluderlo».