Dominguez, 'El Principe' si presenta:

Dominguez, ‘El Principe’ si presenta: “Il Bologna mi ha dato la possibilità di realizzare un sogno, sono onorato di indossare la 8 di Bulgarelli”

Tempo di Lettura: 3 minuti

Domenica scorsa a Torino, in poco più di dieci minuti, si è presentato facendo parlare i suoi piedi e fornendo due assist al bacio. Oggi a Casteldebole, invece, Nicolas Dominguez si è presentato a voce, raccontando se stesso e le sue prime sensazioni rossoblù in conferenza stampa. Dalla stima per Rodrigo Palacio alla maglia numero 8 di Giacomo Bulgarelli, dalla crescita nel Vélez Sarsfield all’incontro con Leo Messi, passando per un soprannome ‘nobile’, il nuovo centrocampista del Bologna ha risposto così alle domande dei giornalisti:

Idee chiare – «Così come gli altri giovani già presenti in rosa, sono venuto a Bologna per crescere. Ho avuto l’impressione di un gruppo in cui tutti sono importanti, c’è grande voglia di vincere più partite possibili e raggiungere obiettivi prestigiosi».

Ruolo e modello – «Se posso scegliere, preferisco giocare come una delle due mezzali davanti al mediano, così da svolgere sia la fase difensiva che quella offensiva, ma ovviamente mi adatto alle decisioni del tecnico per il bene della squadra. Un centrocampista che ammiro? È italiano, Marco Verratti».

Vizio del gol – «È vero, nell’ultimo periodo mi sono allenato parecchio sulla finalizzazione e i risultati sono arrivati, ho iniziato a trovare la porta e a segnare di più».

Sinisa indica la via – «Mihajlovic mi ha detto che ci saranno giornate positive e negative, fa tutto parte del percorso di crescita, ma la cosa fondamentale è dare sempre il massimo, lasciare tutto sul campo».

Un campione da seguire – «Di Palacio posso solo dire che è un grandissimo giocatore, un fenomeno. Nel 2014 lo guardavo da casa insieme ai miei amici giocare la finale del Mondiale, oggi invece posso giocare con lui e apprendere tanto».

Heinze e Gago, due ottimi maestri – «Heinze è stato un grande giocatore e come mister ha contribuito in maniera decisiva alla mia maturazione. Gago è uno dei migliori ‘volanti’ argentini degli ultimi anni, giocare con lui è stato un enorme piacere e mi ha permesso di imparare moltissimo».

Al fianco del più grande – «Giocare con Messi è qualcosa che non si dimentica, a maggior ragione perché quel giorno ha coinciso con il mio esordio in Nazionale. È successo tutto molto velocemente, qualche giorno dopo ero qui per firmare col Bologna, sono state emozioni forti».

Patria mia – «L’Argentina è un paese splendido, e non lo dico solo perché è la mia terra: il sud è bellissimo ma anche il nord non è da sottovalutare, in particolare le cascate (Cataratas del Iguazú, ndr) e la provincia di Buenos Aires».

A Bologna con entusiasmo – «Ho preso questa decisione con grande sicurezza, chiaramente dopo averne parlato con la mia famiglia, il fatto di venire a giocare in Europa rappresentava un sogno e il Bologna mi ha dato la possibilità di realizzarlo. La città mi piace tantissimo, al momento vivo in zona piazza Maggiore ma mi sto guardando attorno per cercare una sistemazione più vicina al centro tecnico. Mio papà, mia mamma e mia sorella ripartiranno per l’Argentina lunedì, qui con me resterà solo la mia ragazza».

Soprannome e passioni extra calcio – «In patria mi chiamano ‘El Principe’ oppure ‘Ojos del cielo’ (occhi di cielo, ndr), ma preferisco di gran lunga il primo (sorride, ndr). Oltre al calcio mi piace tanto il basket, anche se non sono bravo a giocare è uno sport che mi appassiona molto. Palacio mi ha già raccontato che a Bologna ci sono due squadre importanti e che qui ha giocato Manu Ginobili».

Una maglia pesante – «Mi hanno parlato molto di Bulgarelli, il più grande giocatore nella storia del Bologna, capitano e bandiera che ha alzato numerosi trofei. Il numero 8 l’ho indossato praticamente sempre al Vélez, dalle giovanili fino alla Prima Squadra, ed essendo libero ho potuto prenderlo anche qui: è un onore».