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Fenucci: “Malumore comprensibile, ma con la rosa al completo torneremo ai livelli dell’andata. Dijks-Skov Olsen caso chiuso, daranno il loro apporto”

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Oggi pomeriggio a Casteldebole, al termine della presentazione ufficiale del nuovo acquisto Michel Aebischer, Claudio Fenucci ha risposto alle domande dei giornalisti presenti in sala stampa, facendo il punto della situazione in casa Bologna e non solo. Ecco le dichiarazioni dell’amministratore delegato:

Mercato e casi spinosi – «C’era la necessità di inserire un centrocampista e con Aebischer abbiamo trovato il meglio in circolazione per le nostre risorse. A livello di ingressi possiamo ritenere il mercato chiuso: recuperare Schouten ci darebbe un’ulteriore opportunità in mediana, con lui saremmo al completo. Skov Olsen e Dijks? Il mister ha ravvisato atteggiamenti che non gli sono piaciuti e ha tutto il diritto di criticare i calciatori, sia in pubblico che in privato. Se entrambi vorranno rimettersi in gioco, non ho dubbi che riusciranno a dare il loro apporto alla squadra. Di giocatori scontenti relativamente al loro impiego ce ne sono sempre, ovunque, ma Andreas e Mitchell non hanno nulla contro club e tifosi: hanno parlato con Mihajlovic e gli hanno detto che faranno di tutto per riconquistare la sua fiducia, quindi per noi il caso è chiuso. Proposte per loro? Sì, qualcuna l’abbiamo ricevuta, ma bisogna considerare due fattori: che siano in linea col valore dei calciatori e che ci sia tempo e modo di trovare dei sostituti adeguati. Se una manca una delle di queste condizioni, non se ne fa nulla. Skov Olsen ha grande talento, è uno degli elementi più talentuosi presenti in rosa, privarsene non sarebbe facile».

Indice di liquidità – «L’indice di liquidità non rappresenta un problema. È un indice utilizzato dalla Federazione e viene calcolato ogni tre mesi: si prende in esame una determinata situazione e può capitare che in quello specifico trimestre il valore risulti sfalsato, questo però è un club con una posizione finanziaria invidiabile. Quando c’è stato bisogno, la proprietà ha sempre messo a posto tutto: stavolta la necessità di ripianare l’indice non c’è, visto che a marzo andrà a posto per via di un aumento di capitale, ma se anche ci fosse l’azionista principale anticiperebbe i suoi impegni già programmati».

Industria calcio in crisi – «Il mondo del calcio chiede interventi al Governo, è legittimo, oltre ogni demagogia che di solito viene fatta su questo tema. In prospettiva il calcio deve sicuramente lavorare per ridurre i costi operativi, ma 1,2 miliardi sono stati persi a causa della pandemia. Rimane incomprensibile, ad esempio, il divieto all’utilizzo dei marchi di scommesse, cosa che in Inghilterra non esiste: tale divieto ci costa 100 milioni all’anno. E ovviamente resta un tema di primaria importanza il rinnovamento degli stadi».

Perdite e regressione – «Tutto l’evento pandemico ci è costato 17 milioni tra mancati incassi e mancate sponsorizzazioni. E non va sottovalutato il tema del valore delle rose: studi del CIES hanno dimostrato come il valore dei trasferimenti sia caduto all’incirca del 20%, e in termini di movimenti dei calciatori siamo tornati ai livelli del 2017».

Squadra in difficoltà – «Saputo non è contento quando il Bologna perde, è un tifoso come noi, ma questo è stato un mese complicato e il presidente capisce le attenuanti. Tra COVID, problemi fisici e Coppa d’Africa, il mister non ha mai avuto a disposizione una squadra titolare competitiva. Una delle forze di questo gruppo è la sostituibilità degli elementi, ma nelle ultime tre partite eravamo quasi senza ricambi, e infatti due le abbiamo perse nel finale per le poche energie. Il COVID, in particolare, ha influito pesantemente sui singoli e sulle loro prestazioni».

Pessimismo dilagante – «Dopo sei sconfitte in sette partite, l’umore dei tifosi è comprensibile. Ora il nostro compito è quello di restituire fiducia alla squadra, che poi dovrà ridarla alla piazza: una volta che la rosa sarà di nuovo al completo, sono sicuro che torneremo sui livelli del girone d’andata. In generale, una crescita c’è stata: quando siamo arrivato qui il Bologna era in B e aveva 40 milioni di debiti, ora siamo stabilmente in A e senza debiti. È un vantaggio indubbio, anche in prospettiva: ci sono le basi per ulteriori investimenti dopo gli oltre 130 milioni netti già messi sui calciatori, uno sforzo notevole. Adesso il Bologna ha davanti a sé un futuro roseo: se fossi un tifoso rossoblù sarei deluso sì, ma solo per l’ultimo mese di campionato, mentre resterei fiducioso sul valore della squadra».

Settore giovanile improduttivo – «Sto cercando di capire perché non produciamo giocatori in grado di imporsi in Serie A. Ho condotto uno studio sugli under 23 che hanno debuttato nel massimo campionato in questi ultimi cinque anni, e a livello di produzione di calciatori dal vivaio siamo sotto diversi club. Ora stiamo ragionando per capire che tipo di miglioramenti possiamo fare, se concentrare le risorse su ragazzi già formati o rinforzare ulteriormente l’attività di base».

Questione stadi – «Riguardo all’impianto temporaneo, ieri abbiamo svolto una riunione con gli uffici preposti del Comune, stiamo cercando una strada per velocizzare l’iter e partire coi lavori il prima possibile. Il Dall’Ara, invece, è già ‘incamminato’, tra qualche mese il progetto sarà validato definitivamente».

Troppo potere ai giocatori – «Penso sia necessario reintrodurre gli indennizzi e i parametri di uscita, perché oggi il rapporto di forza tra club e tesserati è tutto sbilanciato a favore dei secondi. Ci sono proposte da avanzare per rimettere in piedi il calcio strutturalmente, e il parametro è una di queste».