Kristiansen:

Kristiansen: “Il Bologna è un grande club con un ottimo progetto, mi hanno convinto subito. Mi piace come gioca la squadra, con Motta posso salire di livello”

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In tarda mattinata a Casteldebole è stato presentato ufficialmente alla stampa Victor Kristiansen, acquistato dal Bologna il 30 agosto e già autore di un ottimo esordio in rossoblù nel match vinto 2-1 contro il Cagliari. Il talentino danese, 21 anni da compiere a dicembre, è stato prelevato dal Leicester City in prestito con diritto di riscatto fissato a circa 10 milioni (cifra che potrebbe aumentare tramite alcuni bonus), e sulla fascia sinistra difensiva si giocherà il posto con l’altro volto nuovo nonché coetaneo Riccardo Calafiori. Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciare dal numero 15 felsineo, anticipate da quelle del d.s. Marco Di Vaio.

Introduzione di Di Vaio – «Già lo scorso anno Victor era la nostra prima scelta per sostituire Hickey, eravamo andati a visionarlo col Copenaghen diverse volte. Poi su di lui è piombata la Premier League ed è stato difficile fronteggiare quel genere di concorrenza. In estate, dopo la retrocessione del Leicester, abbiamo chiesto informazioni: con l’arrivo del nuovo allenatore Maresca hanno aperto alla formula del prestito con diritto di riscatto, così da agosto abbiamo intavolato una trattativa importante per portare qui il ragazzo».

Motivazioni tattiche – «Dopo la retrocessione in Championship è arrivato mister Maresca e la sua idea era di utilizzarmi come centrale sinistro di una difesa a tre. Ne ho parlato col mio procuratore e alla fine ho preferito cambiare squadra, per avere la possibilità di giocare nel ruolo che ritengo più congeniale alle mie caratteristiche, ovvero quello di terzino in una linea a quattro. Il Bologna, col suo modulo, mi garantisce questa possibilità, inoltre è un grande club con un ottimo progetto, mi hanno convinto subito».

Avvio da applausi – «Sono contento di aver offerto una buona prova all’esordio in maglia rossoblù, ma la cosa più importante era vincere e ci siamo riusciti. È stato molto bello anche l’impatto con lo stadio Dall’Ara, davvero notevole».

Feeling con Motta – «Mi sono sentito con diverse persone dello staff durante la trattativa, compreso Motta, e ritengo di poter salire di livello grazie ai suoi insegnamenti: è stato importante nella mia scelta. Voglio dare il massimo e ho buone sensazioni, sentire la fiducia del mister è fondamentale».

Squadra competitiva – «Nello scorso campionato la squadra ha raggiunto il suo record di punti e anche il gruppo attuale è forte, però meglio pensare giorno per giorno e tracciare poi un bilancio alla fine: se giochiamo come sappiamo ci sono tutte le possibilità per fare molto bene».

Consigli preziosi – «Ho parlato di Bologna con Maresca e i ragazzi della mia Nazionale che militano in Italia, in particolare con Skov Olsen che ha giocato proprio qui e mi ha consigliato qualche luogo in cui vivere e come frequentare la città».

Pro e contro – «Credo che il mio maggior pregio sia l’intelligenza calcistica nel modo di stare in campo, ma anche la corsa e le doti difensive. Mi piace avere la palla tra i piedi, andare su e giù per la fascia e arrivare al cross col mancino. Però ho solo vent’anni e quindi so di dover migliorare sotto vari aspetti».

La forza nel collettivo – «Penso che questo Bologna sia una gran bella squadra e lo si è visto anche contro il Cagliari, qui si prova sempre a giocare a calcio ed arrivare così alle vittorie. Singoli di spicco? Non voglio fare nomi, la cosa che mi ha impressionato di più è proprio come giochiamo e il modo in cui stiamo in campo».

Modelli di riferimento – «Ho solo due idoli e sono i miei genitori (sorride, ndr)».

Esperienza formativa – «I mesi da gennaio in poi non sono stati dei più semplici. Ero andato a Leicester per giocare in Premier League nonostante il club si trovasse in una brutta posizione di classifica, cosa che infatti ha poi portato alla retrocessione, ma non potevo dire di no al campionato inglese. Nel contempo, però, sono grato di aver potuto provare un’esperienza del genere, perché mi ha reso più forte. Ora sono molto contento di essere qui a Bologna».