Mihajlovic:

Mihajlovic: “È stato brutto ma sono qui e domani andrò a Venezia, dobbiamo finire bene la stagione”. Dominguez: “Ora giochiamo più sereni, la forza mentale del mister è un esempio”

Tempo di Lettura: 5 minuti

Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate questa mattina in conferenza stampa a Casteldebole dal tecnico rossoblù Sinisa Mihajlovic (al rientro anche davanti ai microfoni dopo il mese abbondante trascorso in ospedale) e dal centrocampista Nicolas Dominguez alla vigilia di Venezia-Bologna, gara valida per la 36^ giornata di Serie A 2021-2022 in programma domani alle 15.

Mihajlovic: ‘amici’ giornalisti – «Ebbene sì, mi siete mancati: come disse qualcuno, siete un male necessario (ride, ndr). Quando vivi certi momenti, ti rendi conto che ti mancano anche cose che non avresti mai immaginato potessero mancarti, come parlare con voi (sorride, ndr)».

Mihajlovic: ritorno alla normalità – «Domani sarò a Venezia: fin dal momento in cui sono rientrato in ospedale, il mio obiettivo è stato quello di tornare il prima possibile alla normalità. Ritrovarmi sul campo dopo trenta e passa giorni è stato bellissimo, ma sono emozioni che purtroppo ho già vissuto: la salute ti fa godere la vita e malattia te ne fa comprendere bene il significato, e dopo un sacco di tempo persino una passeggiata ti fa rinascere. Stavolta è stato più pesante dal punto di vista mentale, perché a causa delle regole anti-COVID sono dovuto rimanere sempre da solo, ho visto soltanto mia moglie un giorno per tre ore. Nel 2019, invece, ricevetti tante visite di amici, cose che danno un senso al percorso e che ti facilitano una permanenza complicata come quella in ospedale: stare sempre da soli è dura, ho sofferto molto. Comunque la famiglia, grazie alla tecnologia, mi ha dato forza: parlo della mia famiglia di sangue ma anche dei miei giocatori, che mi hanno aiutato a passare un tempo che sembrava infinito. Colgo quindi l’occasione per ringraziare squadra, società, staff, medici e infermieri che mi sono sempre stati vicini: ormai sono di casa al Sant’Orsola, quando smetterò di allenare farò la guida turistica in ospedale (ride, ndr). È stato brutto, ma oggi sono qui ed è questo è ciò che conta».

Mihajlovic: il migliore in aprile – «Nelle motivazioni del premio Coach of the Month, che mi è stato assegnato dalla Lega Serie A, si fa riferimento alla coesione tra allenatore e staff tecnico: i miei collaboratori hanno fatto benissimo, e riuscirci per la seconda volta non era affatto scontato, anche al netto del fatto che la scorsa estate abbiamo perso alcuni senatori. I ragazzi più esperti che sono rimasti, però, hanno aiutato lo staff, dimostrando che nelle difficoltà si può contare su di loro».

Mihajlovic: continuare a spingere «Sono dovuto andare in ospedale per fare le cose che volevo, ma meglio tardi che mai (sorride, ndr). Ora abbiamo davanti a noi tre partite insidiose e dobbiamo fare del nostro meglio per ottenere più punti possibili: mi farebbe piacere finire bene la stagione, anche per dimostrare che squadra siamo a molta gente che non aveva fiducia. Quest’anno abbiamo vissuto dei momenti difficili, però siamo riusciti a trovare un grande equilibrio dentro di noi, comprendendo che lavorando in un certo modo potevamo toglierci delle soddisfazioni».

Mihajlovic: l’orgoglio principale – «Mi ha fatto tanto piacere vedere all’opera una squadra tranquilla e serena, che gioca, che si prende le sue responsabilità: chiunque va in campo è libero di mente e si diverte, e osservare tutto ciò è una meraviglia. Prima, non riuscendo a ottenere i risultati, vedevo i ragazzi più titubanti, poi siamo riusciti a liberare la testa e a prendere coscienza delle nostre capacità. Abbiamo cercato di dare filo da torcere a qualsiasi squadra, mettendo in campo i nostri principi calcistici e morali, e ci siamo riusciti».

Dominguez: gruppo più sereno – «Credo che la nostra tranquillità derivi innanzitutto dai risultati positivi trovati man mano. La squadra giocava bene anche prima, cito ad esempio la partita contro l’Atalanta che avremmo meritato di vincere, ma quando non arrivano i risultati emerge un po’ di nervosismo».

Mihajlovic: forza mentale – «Io ho tanti difetti ma mentalmente sono sempre stato forte. Ovviamente dipende anche dal periodo che si sta vivendo, in certe situazioni è utile porsi piccoli obiettivi giornalieri che ti aiutano a superare le difficoltà un po’ alla volta. In ospedale ho cercato di sfruttare bene il tempo che avevo a disposizione: le distrazioni positive come la squadra e la famiglia mi hanno aiutato, però parte tutto dalla testa ed è importante non mollare mai, anche se non è semplice. Sì, ci sono stati momenti molto pesanti anche per me».

Dominguez: l’esempio di Sinisa – «Confermo, la forza mentale del mister è un esempio: sia da uomo che da allenatore affronta momenti difficili con grande equilibrio e tenacia. Quando ci ha comunicato del nuovo ricovero non è stato facile, ma ora è di nuovo qui e ci darà una grande mano anche di persona».

Mihajlovic: volevano vincere… – «La partita più importante è stata quella contro l’Inter: da troppo tempo la sentivo definire una gara dall’esito già scritto, o che l’Inter voleva prendersi i tre punti tramite i ricorsi, e questo mi faceva arrabbiare. L’ho detto anche ai ragazzi prima del match: “Hanno provato a vincerla prima perché sul campo non la vinceranno mai”. Io amo l’Inter e ho grande rispetto per tutti, compreso il mio amico Simone (Inzaghi, ndr), ma se c’è una cosa che mi ha dato fastidio è stato l’atteggiamento tenuto nei confronti di quella sfida: non ci dormivo la notte, non volevo che accadesse quello che tutti davano per scontato».

Mihajlovic: lotta scudetto – «Io facevo il tifo per il Napoli, adesso tra Milan e Inter non ho particolari preferenze. Avevo scelto il Napoli perché mi piace il loro gioco, la passione che mettono in campo e quella della gente: se avessero vinto loro sarebbe stato un bene per il calcio italiano, dove trionfano sempre le solite tre squadre».

Mihajlovic: Champions League vs Serie A – «L’altro ieri ho parlato con Sacchi e ci siamo confrontati anche su quanto abbiamo visto in Europa. In Italia siamo ancora molto lontani da quel tipo di gioco, certe squadre straniere fanno un altro sport: in campo c’è tanta intensità e qualità, si gioca per far un gol in più e non per prenderne uno in meno, si rischia e di conseguenza ci sono anche più errori individuali. In estrema sintesi, meno tattica e più spettacolo. Alcuni errori che vedi in Europa, difficilmente li vedi in Serie A, ma è proprio grazie a quell’intensità che le partite diventano belle. Gli stessi arbitri cambiano, tanto che ho chiesto ad Orsato perché non arbitri così anche in Italia. Dipende tutto dalla mentalità: i nostri giocatori si buttano per terra e strillano ad ogni minimo contatto, il gioco è spezzettato e perde appunto d’intensità. Qui però, dal punto di vista tattico, il campionato è molto più difficile, infatti i calciatori sono molto più preoccupati di quello che devono fare piuttosto che essere liberi di esprimere le loro qualità».

Mihajlovic: formazione, Kasius e mediana – «Riguardo all’undici titolare, domani qualcosa cambieremo rispetto a Roma. Kasius ha fatto bene e sono stato davvero contento per lui, ero fiducioso e per questo ho deciso di schierarlo. Con Denso stiamo lavorando sodo perché lo riteniamo un giocatore di qualità e prospettiva: sta migliorando sotto tanti punti di vista, in particolare in fase difensiva. A centrocampo abbiamo recuperato tutti, quindi ruoteremo qualcosa. Senza dubbio è stimolante avere molte soluzioni, e comunque ogni allenatore mette in campo i giocatori che pensa gli possano dare di più in quella determinata partita, conscio anche dei cinque cambi a disposizione».

Mihajlovic: contro un Venezia disperato – «Quello di domani sarà un impegno difficile, anche perché loro giocano in casa e faranno una partita d’orgoglio, la classica partita della disperazione. Sappiamo bene cosa vuol dire essere disperati, visto che in passato lo siamo stati pure noi, e conosciamo i pregi e i difetti di una squadra in tali condizioni. Dovremo rimanere sereni, fiduciosi e tranquilli, senza cadere nelle provocazioni, e soprattutto dovremo essere spietati. Sarà fondamentale pensare solo a noi stessi, facendoci spingere dai tifosi che verranno con noi e sicuramente ci daranno una mano: colgo l’occasione per ringraziarli di cuore. Se riusciremo ad avere questo atteggiamento, avremo molte possibilità di fare risultato».