Mihajlovic:

Mihajlovic: “Non cambio modulo, l’ho fatto per capire chi parla coi giornalisti: se lo trovo… Barrow come un figlio, normale volere di più da uno con la sua qualità”

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Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate questa mattina in conferenza stampa a Casteldebole dal tecnico rossoblù Sinisa Mihajlovic, alla vigilia di Inter-Bologna.

Uragano Lukaku – «Il Sinisa difensore non riuscirebbe a fermare Lukaku: è più veloce, più forte e più grosso di me. Magari su un ring ci riuscirei, ma in una partita di calcio non sono ammessi colpi proibiti (sorride, ndr)».

Porta inviolata, record schivato – «Non mi sono mai preoccupato per i gol subiti, io gioco sempre per vincere e non per non perdere, punto a segnare una rete in più degli avversari. Se poi la squadra non prende gol è chiaro che la partita non la perde, ma comunque non è la prima cosa a cui guardo».

San Siro terra di conquista – «Dicono che non c’è due senza tre… Non so chi ha inventato questo detto, domani vedremo se effettivamente sarà così o se ci sarà l’occasione che conferma la regola».

Una talpa a Casteldebole? – «Domani non cambio proprio niente. Durante l’allenamento di ieri ho provato apposta un nuovo assetto tattico solo per vedere se oggi i giornali ne avrebbero parlato, e infatti… Vuol dire che qui c’è una persona che parla coi giornalisti: non so se sia un giocatore per avere mezzo voto in più o qualcun altro, non ne ho idea, ma state certi che lo troverò e lo attaccherò al muro, per lui saranno c…. amari. C’eravamo solo noi al campo ad allenarci ed è uscito tutto, come mai? Delle altre squadre non si capisce mai nulla su chi giocherà, invece della nostra si conosce sempre tutto in anticipo».

Musa, sfrutta a pieno le tue doti – «Barrow è arrivato qui perché l’ho chiesto io e grazie alla società che l’ha acquistato. Gli voglio bene come se fosse mio figlio, cerco sempre di spronarlo e sappiamo che quello che gli manca è il carattere e un po’ di fame, anche se dovrebbe averla. Il nostro è un rapporto sincero e leale, parliamo spesso e io cerco di fargli capire cosa voglio e come può migliorare, perché se migliora lui allora progredisce tutta la squadra. È un giocatore di qualità, e se vedo che non mi dà tutto ciò che è nelle sue corde mi arrabbio: con quelli che non possono risolvere le partite non me la prendo, mentre credo sia normale arrabbiarsi con uno che potrebbe fare la differenza e non la fa. O meglio, la fa per gli altri. Speriamo che possa togliere presto la fasciatura alla mano, perché lo condiziona molto e questa giustificazione gliela concedo. Resta il fatto che talvolta è moscio, perde troppi contrasti, e io queste cose faccio fatica a sopportarle: lo voglio più cazzuto, altrimenti sta fuori».

Medel jolly prezioso – «Medel è tornato ad allenarsi con regolarità e sta meglio, anche se per ovvie ragioni non può ancora essere al 100%. Certo, oltre al centrocampista può fare anche il difensore, ma domani sera contro Lukaku non lo vedrei bene, quindi nel caso meglio schierarlo più avanti».

Vignato, futuro rossoblù  – «Vignato è un ragazzo che mi piace, e gli continuo a ripetere che quando ha la palla deve pensare da brasiliano e quando non ce l’ha da italiano. Se parte dall’inizio è ancora un po’ titubante, se invece entra a partita in corso fa bene, come accaduto contro il Napoli. È un giocatore di prospettiva e ha grossi margini di miglioramento, così come gli altri giovani della rosa».

Sansone, fai solo il… Sansone – «Sansone deve stare più sereno e tranquillo, perché ha tanta voglia di spaccare il mondo ma qualche volta finisce per creare confusione. Non ha bisogno di dimostrare nulla, la sua carriera parla per lui, deve solo avere l’intelligenza e la lucidità di capire quando è il caso di rischiare e quando invece si trova in una zona in cui è meglio giocare semplice».

Mentalità immutata – «Sia a Marassi che col Crotone abbiamo continuato a giocare fino all’ultimo, creando anche diverse palle gol, non mi pare che la squadra si sia messa a difendere il risultato: che partite avete visto? Abbiamo difeso e poi attaccato come in ogni altra occasione, giocando sempre per vincere».

La ruota gira – «Non abbiamo mai cambiato modo di giocare. Forse, finalmente, nelle ultime uscite siamo stati un po’ più fortunati, perché vedo squadre che vincono dopo che gli avversari hanno colpito quattro pali, mentre noi subiamo gol al primo tiro in porta. Anche col Crotone poteva andare così, però Skorupski è stato bravo a parare su Simy: prima o poi la ruota gira, bisogna solo avere fiducia, continuare a lavorare e credere in quello che si fa. Chiaramente conta il risultato, ma i dati dicono che il Bologna subisce meno rispetto ad altre squadre, e che molto spesso è superiore per possesso palla, tiri in porta e corner: le prestazioni ci sono sempre state».