Mihajlovic:

Mihajlovic: “Sono convinto che faremo una grande gara, ma ho sognato Dybala sul dischetto… A Bologna sto bene, lavoriamo per il futuro”

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Ultima conferenza stampa della stagione per Sinisa Mihajlovic, che ha incontrato i giornalisti stamattina a Casteldebole alla vigilia di Bologna-Juventus, match valido per la 38^ giornata della Serie A 2020-2021. Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le sue dichiarazioni.

Ringraziamenti – «Visto che è l’ultima conferenza stampa di questa stagione sportiva, volevo ringraziare tutti coloro che lavorano dietro le quinte e che ci supportano e sopportano in ogni momento: magazzinieri, dottori, addetti alle pulizie, camerieri, cuochi, giardinieri e così via. Insomma, tutti quelli che non si vedono ma che facilitano il nostro lavoro quotidiano e ci permettono di concentrarci solo su di esso. Poi ringrazio la società, il mio staff e i giocatori, sembra una cosa scontata ma non è così. Come in ogni famiglia ci possono essere screzi, confronti, litigate, ma dicono che dopo una litigata ti ami ancora di più (sorride, ndr). Infine un grazie speciale ai nostri tifosi, considerando che non ci siamo visti per più di un anno. Spero che nel prossimo campionato possano tornare allo stadio, così da darci quella pressione positiva che ci è mancata: è stato brutto giocare senza di loro».

Vinciamo per noi stessi – «Se domani vinciamo possiamo finire nella parte sinistra della classifica e sarebbe una stagione buona, visto che ci sono squadre del nostro stesso livello che hanno rischiato parecchio in chiave salvezza. È una partita importante, sappiamo che la Juve si gioca la Champions e ci hanno pure mandato gli arbitri che dicevo io (sorride, ndr), perciò se vincessimo sarebbe un gran bel risultato. Per noi e basta, non me ne frega niente di fare favori al Milan».

Grinta, coraggio e fiducia – «Bologna-Juventus sarà la partita più vista di domani. Sicuramente loro hanno una grande occasione, perché quella del Milan col Cagliari sembrava una gara scontata e invece i rossoneri non hanno vinto. Anche la nostra sembra una gara scontata, ma si sa che il calcio è imprevedibile. Ora la Juve mette in campo molta più intensità rispetto a prima, noi cercheremo di giocare al meglio delle nostre possibilità e di essere presenti non solo fisicamente ma soprattutto mentalmente: sono convinto che offriremo una grande prestazione, non so se basterà ma vogliamo dargli filo da torcere».

Sinisa l’indovino – «Ieri sono andato in ospedale per un controllo e mi hanno addormentato. Quando mi hanno svegliato stavo sognando che eravamo 0-0 ma era stato assegnato un rigore netto alla Juventus. Sul dischetto c’era Dybala, non Ronaldo, forse questo vuol dire che era uscito e che erano gli ultimi minuti di partita. Chissà se indovino anche questa, dopo gli arbitri… Comunque ho detto ai dottori che potevamo lasciarmi dormire e farmi finire il sogno (ride, ndr)».

Riflettori sulla porta – «Ravaglia nel match col Genoa è stato praticamente ingiudicabile, col Verona l’ho visto bene in porta, forse solo leggermente in difficoltà nel gioco coi piedi, ma questo capita anche con Lukasz ed è un aspetto migliorabile. In generale sono contento di ciò che sta facendo».

Vignato probabile titolare – «Da Vignato mi aspetto che si diverta mentre gioca, questa è la cosa più importante. Lui è anche brasiliano e il Brasile è un Paese solare, non puoi togliergli il divertimento. E se Emanuel si diverte, fa divertire anche gli altri».

Bilancio conclusivo – «Come detto, ci siamo salvati senza mai andare in sofferenza vera, nonostante sotto di noi ci fossero squadre al nostro livello o forse anche superiori. Abbiamo fatto esordire dieci ragazzi e valorizzato tanti giovani, perciò la ritengo una stagione positiva, ma siccome sono uno che non si accontenta mai mi piacerebbe finire nella prima parte della classifica. Se così non sarà, giudicherei il campionato come non da incorniciare ma comunque buono, perché comunque abbiamo giocato un bel calcio, a parte due-tre partite. Siamo una squadra con una precisa identità offensiva e che gioca un bel calcio, alcune formazioni che ci stanno davanti non giocano bene come noi: non bisogna guardare solo i punti ma anche il modo in cui sono arrivati».

Orsolini-Skov Olsen, ballottaggio fino in fondo – «Orsolini è un bravo ragazzo, solare e simpatico, e lo stesso posso dire di Skov Olsen. Per me sono due titolari, mi piacciono entrambi e decido a seconda della partita chi far giocare. Sicuramente dal punto di vista difensivo Skov Olsen mi dà più garanzia, perché è più concentrato, mentre sul piano offensivo Orsolini ha più il gol nel sangue. Viste le loro capacità dovrebbero magari giocare tutti e due, ma hanno lo stesso ruolo: qualche volta a gara in corsa è successo, ma di base li devo alternare».

Pirlo in bilico – «Non amo parlare dei colleghi, comunque si sapeva che prima o poi la Juventus non avrebbe vinto lo scudetto. Per come la vedo io, al primo anno in un grande club Pirlo ha fatto bene. Poteva fare meglio? Sì, come potevo fare meglio io. Ha vinto due trofei e forse andrà in Champions, ha fatto quello che doveva fare».

Valzer delle panchine – «Sul domani non ho la palla di vetro. Io ho due anni di contratto col Bologna e qui sto bene, stiamo lavorando per il futuro, poi nel calcio come nella vita non si sa mai. Ma sono tranquillo e sereno».

Porte chiuse e mea culpa – «Quando tornerà il pubblico, all’inizio sarà un po’ strano, come quando ci siamo ritrovati a giocare a porte chiuse. Almeno non si sentiranno più gli strilli dei giocatori quando vanno a terra: io da calciatore mi vergognavo a stare giù e cercavo di rialzarmi subito, mentre ora si urla e si rimane a terra dopo ogni contrasto. Purtroppo adesso si sente anche tutto ciò che dicono gli allenatori, nel bene e nel male, e io non ne vado troppo orgoglioso. Senza dubbio gli arbitri sono stati molto rispettosi nei miei confronti per come mi sono comportato, per quello che ho detto e fatto dovevo essere espulso varie volte e ne approfitto per chiedergli scusa: so di aver sbagliato».

Ricordi agrodolci contro la Juve – «Rammento in particolare tre episodi legati alla Juventus, i primi due avvenuti quando allenavo il Torino. Una volta eravamo in vantaggio 1-0 con gol di Ljajic, nonostante sessanta minuti di inferiorità numerica, ma la Juve pareggiò all’ultimo minuto con Higuain. Un’altra volta eravamo 1-1 ad un quarto d’ora dalla fine e volevo vincere, così cambiai tre giocatori tutti assieme: prendemmo gol dopo cinque secondi e perdemmo 3-1. Ma ripensandoci oggi mi dico che quei cambi li rifarei ancora, non mi sono pentito. Il terzo è la famosa vittoria in trasferta col Catania. Ero appena arrivato (al posto di Atzori, ndr) e alla prima partita perdemmo 1-0 in casa dal Livorno, nonostante un dominio netto. Poi ci fu la cena di Natale e ricordo che Lo Monaco disse che dovevamo rialzarci, ma senza mai nominare la successiva sfida coi bianconeri. Glielo feci notare e lui mi rispose: «Vabbè, la Juventus…». E invece andammo là e vincemmo 2-1. Certo, non era la Juve di oggi, però…».

Se ti dico Arnautovic, cosa rispondi? – «Marko. È la prima associazione che mi è venuta: potevo dire Filippo, invece ho detto Marko (sorride, ndr)».