Motta:

Motta: “Siamo in crescita ma contro il Torino di Juric non sarà semplice. Stimo tutti i miei ragazzi, non c’è differenza tra titolari e riserve”

Tempo di Lettura: 3 minuti

Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate questo pomeriggio in conferenza stampa a Casteldebole dall’allenatore rossoblù Thiago Motta a due giorni da Bologna-Torino, gara valida per la 13^ giornata di Serie A 2022-2023 in programma domenica alle 12:30.

Juric, un altro amico contro – «Io e Ivan abbiamo vissuto davvero un bel periodo assieme al Genoa. Anche da allenatore è molto bravo, competitivo al massimo e sempre alla ricerca della vittoria, basta osservarlo in panchina: sarà difficilissimo da affrontare».

Il passato è passato – «Il mio Bologna è in crescita, stiamo facendo bene, ma domenica ci attende una sfida non semplice: il Torino non ti lascia giocare, ci mette intensità e ritmo, vogliono attaccare sempre. Le tre vittorie di fila ci hanno fatto piacere e sono state importanti, ma la nostra testa deve restare concentrata solo sul presente».

Equilibrio variabile – «Il nostro è un equilibrio in costante movimento, ogni giorno e ogni settimana che passa osserviamo il livello dei singoli e dei reparti e tutto può cambiare: dipenderà tanto dai ragazzi e dal loro stato di forma, che io e il mio staff cercheremo sempre di cogliere».

Orsolini decisivo – «Il gol di Orsolini è l’empio di quanto i subentranti possano essere importanti nel calcio moderno, ormai è difficile parlare di ‘squadra titolare’ se si hanno a disposizione cinque cambi: questo i ragazzi lo hanno capito e rispondono sempre presenti, a cominciare dall’intensità in allenamento. Riccardo lo ha dimostrato a Monza: è un giocatore importante e ha tutte le carte in regola per essere sempre determinante, dall’inizio o dalla panchina».

Arnautovic e la concorrenza di Zirkzee – «Marko ha sempre fatto ottime cose quando ha giocato e questa settimana si è allenato bene, ma anche Joshua è reduce da buone prestazioni. Domani avremo la rifinitura e faremo le ultime valutazioni, ad ogni modo prima dei singoli contano il gruppo e la vittoria».

Una partita, tanti duelli – «Domenica contro il Torino ci saranno tanti duelli individuali e anche sulle seconde palle: dovremo farci trovare pronti, essere coraggiosi e disponibili, e migliorare i tempi di gioco. Servirà per forza di cose questa aggressività, questa mentalità, indipendentemente da chi andrà in campo».

Uomo contro uomo a tutto campo – «Questo stile di gioco sta tornando di moda, ma tanto dipende da come viene trasmesso: Juric lo trasmette alla perfezione e ottiene ciò che vuole, poi ovviamente ci possono essere vantaggi e svantaggi».

Lo stile Motta – «Io non ho ancora un’impronta precisa, sto crescendo e mi auguro un giorno di arrivare al livello di certi allenatori. Ad esempio, ancora adesso Mourinho e Spalletti dopo tutto quello che hanno fatto vivono la partita in un modo straordinario, davvero splendido per noi tecnici più giovani che li osserviamo. Spero di arrivare ad una certa età con la stessa passione di oggi, vorrei amare questo lavoro come lo amo adesso: questa è la base di tutto».

Note liete e sorprese – «Mi piace vedere che quando la squadra è in difficoltà i ragazzi si arrabbiano, in senso costruttivo, mentre quando le cose vanno bene scherzano e dimostrano grande sintonia. Ho stima per ciascuno di loro, per me è difficile scegliere chi non gioca e chi gioca: capisco che per un elemento meno utilizzato sia difficile dover aspettare, ma tutti si stanno allenando al massimo per farsi trovare nelle migliori condizioni possibili. È il caso di De Silvestri e Soriano, solo per citarne due. A livello di singoli, Aebischer è stato una sorpresa: da fuori sembrava molto introverso, invece è un ragazzo divertente, sveglio e interessante, e recepisce subito le cose che gli chiedo».

Ferguson, dal dimenticatoio alla ribalta – «Lewis è sempre molto attento, ci mette la massima applicazione e fa tutte le cose nel modo giusto. Da qui alla sosta avremo tre partite e qualche cambio lo farò, lui comunque continuo a vederlo molto bene, con grande voglia».

Schouten da ritrovare – «Tutti qui hanno la possibilità di prendersi una maglia da titolare, non solo Schouten, sennò meglio stare a casa… Oggi Jerdy si è allenato da difensore centrale, pensate un po’ (sorride, ndr)… Lui e Ferguson sono diversi: Lewis attacca benissimo gli spazi, mentre Jerdy si guarda più attorno e sa gestire e passare con ottima tecnica il pallone. Deve però lasciarsi andare, da quando sono qui noto che ogni tanto riflette troppo su una posizione e sull’altra: è bravo, ha anche esperienza in Nazionale, quindi vorrei vederlo più spensierato nel giocare a calcio come sa. Così facendo ci darebbe più soluzioni e soddisfazioni, perché lo ritengo un grande calciatore».