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Soriano: “La fascia da capitano sarebbe un orgoglio, ai giovani chiedo di tirare fuori il carattere. Fino all’ultimo ho sperato nell’Europeo, sono felice che l’Italia abbia vinto”

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Oggi pomeriggio, nel ritiro rossoblù di Pinzolo, ha parlato l’uomo simbolo del Bologna, il leader tecnico e con ogni probabilità anche il prossimo capitano della squadra, visto l’imminente cessione di Andrea Poli in Turchia. Il suo nome, ovviamente, è Roberto Soriano: il trequartista classe 1991, reduce dalla mancata convocazione per l’Europeo che l’Italia ha poi vinto, si è espresso così in conferenza stampa, tra passato, presente e futuro:

Capitano designato – «Indossare la fascia da capitano del Bologna in queste prime uscite stagionali è un orgoglio, ma la decisione definitiva verrà presa una volta rientrati a Casteldebole. Non la sento come una responsabilità in più, perché anche senza la fascia ho sempre cercato di essere un punto di riferimento e di dare una mano alla squadra. Io sono un ragazzo serio, umile e di poche parole, magari qui c’è chi ha più carattere e più capacità di parlare al gruppo, comunque cercherò di pormi come esempio, specialmente per i più giovani: voglio trasmettergli la carica giusta e fargli capire che dobbiamo fare meglio dell’anno scorso».

Chiamati a migliorare – «Il finale di campionato non è stato positivo, però sono d’accordo col mister quando dice che c’erano squadre attrezzate come noi o più di noi che hanno fatto peggio. Comunque sono il primo che ha voglia di migliorare, a livello sia di squadra che individuale, anche se non sarà semplice alzare il mio ultimo score. Le cose da sistemare sono prendere meno gol e sfruttare maggiormente le occasioni create: siamo al lavoro per questo e stiamo provando a cambiare qualcosa, ovviamente pure io sono a disposizione di Mihajlovic per quanto riguarda il ruolo e i compiti da svolgere».

Europeo sfiorato – «Ogni calciatore sogna di giocare un Mondiale o un Europeo, quest’anno ci sono andato molto vicino ma non è bastato, vorrà dire che ci riproverò per il 2022. La vittoria dell’Italia, strameritata, mi ha reso felice: è stato bello seguire la Nazionale e vederli giocare quel tipo di calcio lì, come piace a me. Posso solo che fare i complimenti a tutti, anche se non nego che stavolta ci avevo creduto».

Italia, compattezza e qualità – «Sinceramente non so cosa mi sia mancato: ogni allenatore vede il calcio e i giocatori a suo modo, Mancini ha preferito altri e ci sta. Non lo discuto, dico solo che avevo qualche speranza. Sono molto contento sia per il mister che per il gruppo, ne ho fatto parte e si respirava sempre un’aria di amicizia e compattezza: nessuno pensava solo a se stesso ma provava sempre ad aiutare gli altri, ci si trovava bene sia in campo che fuori. E comunque non è stata solo la forza gruppo a far vincere l’Italia, ma anche la qualità mostrata in ogni partita».

Figure di riferimento – «La leadership non si dimostra solo con le parole ma anche attraverso i comportamenti. Se devo fare qualche nome, penso a Soumaoro e De Silvestri, loro potrebbero benissimo indossare la fascia. I giovani? In rosa ci sono tanti ragazzi stranieri e il capitano ha dei compiti anche fuori dal campo, come le riunioni di Lega o dell’AIC, quindi per loro potrebbe essere complicato anche per via della lingua: lo so perché ci sono passato sia in Spagna che all’inizio in Italia, quando arrivavo dalla Germania e parlavo solo il tedesco e il dialetto campano (sorride, ndr). Ciò che più conta è che tutti sanno quello che devono fare col pallone tra i piedi, come importanza non sono secondi a nessuno e lo hanno dimostrato spesso coi fatti».

Gli inseparabili – «Io e Nicola siamo molto amici, abbiamo un bellissimo rapporto, quindi spero che possa vivere una stagione importante. Nelle ultime due stagioni è stato un po’ frenato dagli infortuni, ma se sta bene e riesce a trovare continuità è un grande giocatore: con Sansone al top possiamo fare diversi punti in più».

Tanta corsa a Pinzolo – «Nei primi giorni di ritiro si tocca un po’ il pallone ma soprattutto si lavora sul piano fisico, sono giornate faticose ma riusciamo comunque a divertirci. Mihajlovic coinvolge tutti, e anche nel gruppo cerchiamo di far sentire importante ogni ragazzo».

Feeling con Mihajlovic – «A livello di dialogo, con Mihajlovic ho un rapporto uguale a quello che hanno tanti altri miei compagni. So che il mister mi stima come persona e come calciatore, e la cosa è reciproca, posso dire che ci vogliamo bene. Poi, in quanto centrocampista offensivo, apprezzo particolarmente il suo credo calcistico, la sua volontà di spingersi sempre in avanti per vincere. Tutte queste cose hanno finito col creare un ottimo rapporto».

Ripartire senza i senatori – «Ho citato De Silvestri e Soumaoro, ma come profili più esperti oltre a me sono rimasti anche Medel, che al momento non è qui, e lo stesso Sansone. Se Gary andrà via? Non lo so, per fortuna faccio solo il calciatore e non mi occupo di mercato (sorride, ndr)».

Evoluzione rossoblù – «Da inizio 2019 ad oggi sono cambiati diversi interpreti ma l’identità della squadra è sempre rimasta uguale, affrontiamo le partite allo stesso modo. Il Bologna gioca bene, non ha paura di pressare alto, si difende attaccando: come detto, sono tutte caratteristiche del calcio di Sinisa che apprezzo particolarmente, ma dobbiamo continuare a lavorare per segnare più gol e subirne di meno».

A Bologna il miglior Soriano – «Ci sono varie cose che mi hanno aiutato a rendere al meglio: il feeling col mister e il suo staff, che conoscevo già, il fatto di essermi inserito rapidamente nei meccanismi della squadra, e l’affetto del pubblico bolognese. Ogni giorno cerco di dare il massimo nel mio lavoro perché ci tengo tantissimo a ripagare tutto questo bene che sto ricevendo».

Capitani in carriera – «Neanche a farlo apposta, una volta arrivato nelle giovanili del Bayern Monaco mi sono ritrovato come capitano un ragazzo di origini campane come me, Diego Contento, che poi ha fatto una buona carriera. Al Villarreal ho avuto Bruno Soriano, grande professionista e persona squisita, mentre alla Sampdoria c’era Gastaldello, anche lui un grande esempio. Riguardo alla Nazionale, invece, cito Chiellini, difensore top e ragazzo di straordinaria umiltà, sempre pronto ad aiutare tutti».

Un erede di tutto rispetto – «Se Vignato merita può giocare anche al posto mio, più giocatori validi abbiamo a disposizione e meglio è. Emanuel è forte, quando ha avuto una possibilità l’ha sfruttata e si è messo in luce, ci può dare una grossa mano. Sto cercando di fargli capire che in campo deve sentirsi libero di fare ciò che vuole a livello tecnico, deve provare la giocata con personalità senza pensare troppo agli altri. Sia lui che altri nostri giovani talenti hanno qualità ma forse sono un po’ timidi, il compito di noi elementi più esperti è di spingerli a tirare fuori di più il carattere».

Roberto, morditi la lingua… – «Il rapporto con gli arbitri è qualcosa che devo migliorare, lo so. Se come spero torneranno i tifosi allo stadio, sarà più facile non farsi sentire (sorride, ndr). Rivolgermi all’arbitro in tedesco per non farmi capire? Eh no, se non mi capisce che gusto c’è (ride, ndr)?».