18/11/2025
Riccardo Rimondi
News, OneFootball

Fenucci: “A Bologna si è creato un fuoco di passione, ora vediamo nuovi traguardi. Il concetto di famiglia è nato con Sinisa, Italiano propone un calcio europeo”

Tempo di Lettura: 2 minuti

Oggi pomeriggio Claudio Fenucci è stato protagonista di un panel nell’ambito del Social Football Summit, evento in corso di svolgimento a Torino. Di seguito le principali dichiarazioni rilasciate dall’a.d. rossoblù, che ha parlato di Bologna e di calcio a 360 gradi.

Una coppa piena di emozioni – «Ci fa piacere si sia creato questo fuoco di passione, negli ultimi due-tre anni siamo riusciti a risvegliare un entusiasmo collettivo che ci porta a vedere nuovi traguardi in una città come Bologna, che ha sempre vissuto di calcio. Aver vinto la Coppa Italia ha portato tre generazioni di tifosi a gioire insieme per un trofeo, in quella Roma che ha sempre portato bene ai colori rossoblù».

Il segno di Sinisa – «Il punto di svolta è arrivato con Mihajlovic, lui ci ha fatto sentire più di un’organizzazione sportiva che compete. Siamo una famiglia sportiva, e quel sentimento di rispetto e unione è nato proprio con Sinisa, che per tutti noi era diventato un amico: lui era ed è ancora qui con noi, abbiamo una foto a Casteldebole che ci ricorda il suo sorriso ogni giorno».

La mano di Italiano – «Vincenzo è sempre stato un allenatore vincente, ha gestito benissimo la Fiorentina con più competizioni ed era proprio quello che ci serviva: aveva un modello diverso da Motta ma sempre propositivo, e noi volevamo un tipo di calcio divertente perché la piazza lo apprezza. La sua bravura è stata innanzitutto quella di convincere un gruppo già affermato a sposare le sue idee: ora giochiamo un calcio di livello europeo che dovrebbe essere di stimolo anche per le altre squadre».

Gennaio non è lontano – «La rosa è abbastanza lunga ma non tanto quanto servirebbe, avevamo visto crescere il trend degli infortuni e quindi abbiamo lavorato ad un organico più ampio: non so se sarà necessario fare qualcosa a gennaio, la squadra è competitiva e per ora non prevediamo alcun intervento».

Serie A all’estero – «Il tema è complesso, il mondo si sta trasformando e il calcio italiano fatica a vendere il proprio prodotto sui mercati internazionali: non abbiamo più i grandi campioni di una volta. Milan-Como in Australia? Se la guardiamo sotto l’aspetto della promozione è una cosa da fare, si va a promuovere un evento come fanno NBA ed NFL, poi però capisco che allenatori e giocatori possano avere delle difficoltà».

Nazionali e infortuni – «Questo è uno dei temi principali del calcio odierno: non solo i calendari fitti, anche i viaggi rappresentano un elemento che può favorire i problemi fisici. Non so se ci siano delle soluzioni specifiche, l’argomento è complesso: nei limiti del possibile andrebbero ridotte le finestre delle Nazionali, arrivando a viaggiare meno, poi andrebbe studiato un ribilanciamento dei costi tra Nazionali e club».

Dietro le quinte del mercato – «Credo esistano tre pilastri nella valutazioni dei giocatori. Si parte dai dati che più o meno abbiamo tutti, ma la differenza la fa la creazione di dati e algoritmi proprietari. Poi serve un’analisi scout televisiva ma, secondo la filosofia che ci contraddistingue con Sartori, i calciatori vanno osservati soprattutto dal vivo: abbiamo visto 1.400 gare live. In ultimo è importantissima la conoscenza personale del ragazzo».

Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images (via OneFootball)

Condividi su: