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Fenucci: “Il calcio merita rispetto, vogliamo tornare a giocare osservando le norme e ricercando la massima sicurezza”

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Nel pomeriggio Claudio Fenucci, amministratore delegato del Bologna, è intervenuto su Radio 24 durante la trasmissione Tutti convocati: dalla ripresa dell’attività individuale a quella ‒ più difficile ‒ degli allenamenti di squadra e del campionato, dall’ostracismo del ministro dello sport Vincenzo Spadafora all’importanza economica e sociale del calcio, fino al restyling del Dall’Ara e alla voglia matta di Sinisa Mihajlovic, ecco tutte le sue dichiarazioni:

Bisogno di chiarezza e buonsenso – «La politica deve fornire indicazioni precise, non può abdicare al suo ruolo di indirizzo economico e sociale. Questo discorso non vale solo per il calcio, ma anche per gli altri settori. Riguardo all’attività fisica, ci sembrava strano che un calciatore potesse correre in un parco pubblico e non in un centro sportivo. Abbiamo allora dialogato col presidente Bonaccini, che si è dimostrato sensibile al tema e ha emanato un’ordinanza, poi ripresa da altri».

Idea sbagliata del calcio – «Il calcio non è solo quello professionistico, dietro c’è una piramide di persone, c’è tutto un mondo che si riconosce nelle società. E si tratta di un fenomeno che non si è mai posto in contrapposizione con altre discipline: oltre alla sua importanza a livello sociale, non va mai dimenticato che lo sport italiano vive per il 32% delle tasse che provengono principalmente dal calcio, siamo un polo guida. La demagogia e il populismo aiutano a vedere questo mondo come nicchia privilegiata, ma non è così».

Spadafora contro il pallone – «Il calcio non può essere trattato in questo modo, ci sono milioni di italiani che lo seguono con passione. Parliamo di un’industria che fattura 14 miliardi di euro con l’indotto: visti i numeri e i contenuti che genera, merita rispetto».

Incertezza sulla ripartenza – «Non so se il 18 maggio riprenderemo regolarmente gli allenamenti, è difficile dirlo oggi. La Lega, nel rispetto della norme sanitarie e della sicurezza, che sono elementi prioritari, vorrebbe tornare a giocare. Noi società abbiamo una responsabilità morale e giuridica: il rischio zero non credo esista, né per i calciatori né per quei 4 milioni di italiani che stanno tornando al lavoro, ma la massima sicurezza va assolutamente ricercata».

Presa di coscienza – «Il virus non se ne andrà in vacanza ai Caraibi, dovremo comunque convivere con una situazione critica. E quindi è sciocco ragionare solo su questa stagione e non sul medio periodo, come se a settembre sarà tutto finito: anche una parte della prossima è compromessa, sul piano sia sportivo che economico, visto che gli stadi potrebbero rimanere chiusi a lungo».

Nuovo Dall’Ara, si va avanti – «Il Bologna di Saputo può rappresentare una roccia per la comunità, siamo sempre vicini al territorio e portiamo avanti il progetto di restyling dello stadio, un investimento da circa 100 milioni di euro in sinergia col Comune di Bologna: può essere un forte segnale di ripartenza verso un futuro diverso».

Mihajlovic scalpita – «Sinisa sta bene e non vede l’ora di ricominciare. Ha sofferto un po’ la quarantena, ma in confronto a quello che ha superato nei mesi scorsi è stata una passeggiata».