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Ravaglia: “Un’emozione tornare a Bologna e fare il secondo, lavoro per farmi trovare pronto. A Firenze sconfitta amara ma buona prestazione”

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Fra i protagonisti rossoblù intervistati durante la 116^ puntata di Bfc Week, l’appuntamento settimanale di Bfc Tv che racconta il Bologna a 360 gradi, c’è Federico Ravaglia. Il portiere classe 1999, tra le varie cose, ha parlato della sfida di Coppa Italia vinta contro l’Hellas Verona il 31 ottobre, che l’ha visto guadagnarsi una maglia da titolare dopo oltre due anni (chiudendo peraltro a rete involata), e della sua promozione a vice di Lukasz Skorupski dopo un mezzo campionato da terzo dietro al polacco e a Francesco Bardi (ora alla Reggiana). Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le dichiarazioni rilasciate dal numero 34 felsineo.

La settimana che ha condotto alla partita… – «Dopo la gara di Sassuolo è stato Alfred (Dossou-Yovo, il preparatore dei portieri, ndr) a comunicarmi che in Coppa Italia avrei giocato io. Mi ha chiesto se fossi pronto e ho risposto affermativamente, non c’è stato bisogno di dirsi altro».

…e il passaggio del turno sul campo – «Tornare a giocare a Bologna è stato bellissimo. La gara è andata bene, non giocavo da tanto e avevo una gran voglia di ricominciare a farlo: sono molto contento del risultato perché teniamo parecchio alla Coppa Italia, vogliamo arrivare più avanti possibile. Se ho giocato bene è grazie al lavoro svolto in questo periodo, ho continuato a lavorare per farmi trovare pronto ed è andata bene».

Da terzo a secondo portiere – «Essere promosso a secondo è una bella sfida, è la prima volta che mi capita a Bologna. La stagione è lunga e quindi ci sarà sicuramente bisogno di me».

Ottimo rapporto con gli altri portieri – «Agli inizi in Prima Squadra mi sono allenato con Mirante e Da Costa, che con me sono sempre stati veramente fantastici: hanno sempre speso belle parole nei miei confronti e mi hanno sempre dato ottimi consigli, in più cercavo sempre di ‘rubare’ loro piccoli segreti del mestiere. Quando è andato via Antonio è arrivato Lukasz e anche con lui è nato un bel rapporto di stima e rispetto, lavoriamo insieme da anni e abbiamo avuto l’occasione di svolgere tanti allenamenti assieme: parliamo molto, ci diamo consigli e ragioniamo su cosa migliorare. In generale siamo davvero un bel gruppo, sono contento di lavorare sia con Skorupski che con Bagnolini».

Idee chiare fin da bambino – «Già a cinque anni sapevo di voler fare il portiere, al primo allenamento della scuola calcio mi sono presentato coi guanti. Sono stato molto influenzato da mio padre, che nonostante abbia sessant’anni gioca tuttora come portiere fra i dilettanti. La passione me l’ha trasmessa lui, poi sono cresciuto seguendo e ammirando Buffon, che è ancora il mio idolo».

I gemelli Ravaglia – «Ho un fratello gemello ed è già successo che allo stadio venisse scambiato per me, d’altronde a me capita di essere salutato per strada da suoi amici che mi scambiano per lui. È successo talmente tante volte che ormai ci siamo abituati a far finta di niente, poi non appena io e lui ci sentiamo ci informiamo della cosa o chiediamo a vicenda chiarimenti su chi ci abbia salutato (sorride, ndr)».

Il Toro già nel mirino – «La sconfitta con la Fiorentina ha lasciato un po’ di amaro in bocca, abbiamo avuto le occasioni per vincerla. Ci teniamo stretti l’ottima prestazione fatta e sfruttiamo la sosta per ricaricare le pile aspettando che tornino i nazionali, quando ci saremo tutti prepareremo al meglio la sfida contro il Torino».

Bolognese itinerante – «Sono nato e cresciuto a Castel Maggiore, ho fatto lì tutte le scuole. Non ho mai vissuto tantissimo Bologna: la mattina andavo a scuola e al pomeriggio mi allenavo, poi al sabato capitava che andassi a giocare con la Primavera e alla domenica venissi chiamato in panchina con la Prima Squadra. Fino ai diciott’anni è stato così, poi sono andato a giocare in prestito e il peso di non aver mai conosciuto davvero la mia città di nascita si è fatto ancora maggiore. Quando sono tornato ho sentito il desiderio di avvicinarmi al centro, oggi vivo in zona San Mamolo e finalmente riesco a vivermi e godermi Bologna».