Sabatini valuta la possibilità di fermarsi, ma nulla è ancora deciso

Sabatini: “Svanberg e i nostri talenti non sono sul mercato. Un’infamia offendere Saputo, le responsabilità sono dell’area sportiva. Ma ne verremo fuori e saremo sempre più forti”

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Questo pomeriggio Walter Sabatini, in collegamento dalla sua abitazione, è stato ospite di Sky Sport 24. Il coordinatore delle aree tecniche di Bologna e Montreal Impact ha toccato tutti i temi di stretta attualità in casa rossoblù, tra campo e mercato. Ecco le sue dichiarazioni:

Tante voci su Svanberg – «L’intenzione del Bologna è di tenere lui e tutti e gli altri, e comunque a dire il vero Massara non me l’ha mai chiesto Svanberg. Certamente ci sono società interessate che lo stanno seguendo, ma il Milan non l’ha chiesto. Adesso i nostri talenti non sono sul mercato, questo per una disposizione molto precisa del presidente Saputo».

Nessuno tocchi Saputo – «Ultimamente, dato che c’è una certa insoddisfazione circa i risultati della squadra, qualcuno si è permesso di mettere in dubbio le grandi qualità del presidente Saputo, e questo è dispiaciuto molto a tutti noi. Se il Bologna non sta vivendo un percorso trionfale non c’è nessuna responsabilità da parte di Saputo, è una responsabilità del comparto sportivo, che mai è stato interdetto dal presidente nel portare avanti operazioni o scelte. Quindi tutto quello che succede a livello tecnico dipende solamente da noi. Ci tengo a chiarirlo in maniera perentoria, perché è un’infamia offendere Saputo: è vero che c’è stata una risposta univoca e compatta dei tifosi rossoblù contrari a chi si è esposto in maniera così maleducata nei confronti del presidente, però stiamo parlando di un uomo che ogni anno ripiana un disavanzo che per noi è consistente, come per tante altre società, e che mai, attraverso l’a.d. Fenucci, ci ha impedito di portare avanti idee di mercato o operazioni. Tali critiche sono arrivate in maniera estemporanea, oltre che maleducata, ma probabilmente anche isolata, si è trattato di uno striscione che mancava di rispetto a Saputo e a cui non vorrei fare pubblicità, dico solo che mi ha infastidito personalmente, perché Saputo è un uomo moralmente al di sopra di qualsiasi altra persona che ho conosciuto nella mia non breve carriera, e mi dispiace che sia anche solo nominato in maniera non corretta. Le responsabilità sono mie, sono nostre, inteso come comparto sportivo che lavora e che fa capo al d.s. Riccardo Bigon, mentre io coordino un po’ il lavoro di tutti».

Il giusto mix per scalare le gerarchie – «Non capisco il clima di sfiducia verso il Bologna. Siamo una buona squadra, fatta di una miscellanea giusta di giocatori più maturi e più giovani. Quelli più ‘grandi’ ancora oggi determinano moltissimo, mi riferisco ai vari Palacio, Danilo, Poli e De Silvestri, poi ci sono numerosi ragazzi in crescita, e ne è venuta fuori un’ottima integrazione: questo gruppo è destinato a far bene. È vero che a Bologna si dice che tutti gli anni si rimanda l’appuntamento con le vittorie: non sarà così, perché già dai prossimi anni saremo ancora più competitivi, lo dico sotto la mia responsabilità e assumendomi tutto il contraddittorio che queste mie affermazioni potrebbero sollevare».

Campionato difficile ed equilibrato – «A volte il Bologna ha fatto degli scivoloni insopportabili, è vero, ma per il resto ha offerto un calcio di alto livello, se l’è giocata alla pari con tutti. Del resto il calcio di oggi è molto equo, non c’è nessuna squadra che va a giocare ad esempio a Torino o a Milano avendo già perso sulla carta, com’era fino a qualche anno fa. Adesso tutti sono in grado di affrontare gli avversari con pari dignità e pari valenza tecnico-tattica, questo per merito probabilmente di allenatori che stanno molto crescendo e delle società, il cui comparto scouting si è molto rafforzato, permettendo di individuare calciatori di qualità. È appunto un calcio equo, sincero, che la gente si deve godere, dalla zona Champions fino a quella più bassa, che in questo momento ci vede impropriamente coinvolti. Ma ci tireremo fuori sicuramente».

La punta sì, ma alle nostre condizioni – «Dato che è molto difficile reperire un attaccante all’altezza e che dia un contributo significativo alla squadra, quello che noi non vogliamo è sentirci messi all’angolo come un boxeur rintronato. Se andiamo dentro al mercato per così dire ‘ufficiale’ siamo messi veramente male, perciò dobbiamo trovare una via di fuga e la troveremo certamente altrove, perché lavorare in questo momento per un attaccante in Italia è improbo, e non vogliamo essere vittime di ragionamenti altrui. Faccio riferimento a giocatori molto importanti che giocano in Serie A e non solo, che sono stati accostati al Bologna: ad esempio Scamacca, lo stesso Sanabria che ora è al Betis, Inglese. Non vogliamo essere prigionieri di idee altrui, vogliamo fare una scelta libera e la faremo. E comunque sia, sappiamo che il nostro miglioramento non passa per forza dalla scelta dell’attaccante, non siamo così sofferenti sul piano numerico e qualitativo in quel reparto: abbiamo ancora un Palacio che va come una scheggia ed è difficile da affrontare per chiunque, abbiamo Sansone che sta recuperando una buona condizione dopo essere stato fuori a lungo, abbiamo Barrow che ultimamente è un pochino calato ma è una cosa fisiologica per un ragazzo così giovane, e poi tutti gli altri. Non siamo per nulla preoccupati, in avanti siamo coperti e ci aspettiamo di risolvere tutti i nostri problemi con le risorse interne».

Convinto del Bologna, innamorato di Bologna – «Ho parlato di Inter e Roma (in precedenza gli era stata chiesta un’opinione su questi due club, ndr), ma adesso lasciatemi dire che il Bologna è la mia realtà. Io col Bologna ho un conto aperto, nel senso che sono venuto qui credendo, come credo ancora oggi, di poter procurare gioia nella gente e negli sportivi bolognesi, e certamente questo succederà. Qui sto benissimo e penso di poter realizzare le cose migliori della mia carriera, che come vedete è ancora agli inizi: ho ancora notevole vitalità, sono un esordiente (sorride, ndr)».

Foto: Imago Images