Sartori:

Sartori: “Siamo spumeggianti e coltiviamo i sogni, ma serve equilibrio. Un segno del destino lavorare per il club amato da mio padre”

Tempo di Lettura: 2 minuti

Oggi sul canale YouTube ufficiale della Lega Serie A è stata pubblicata un’intervista a Giovanni Sartori, responsabile dell’area tecnica rossoblù, definito «l’uomo dietro all’ascesa del Bologna». ‘Il Cobra’ ha parlato dello splendido percorso fatto fin qui dalla squadra di Thiago Motta, di come il BFC fosse nel suo destino, di Zirkzee e Orsolini, dell’imminente sfida contro la sua ex Atalanta e dell’entusiasmo che si respira in città. Di seguito le sue dichiarazioni.

Parola d’ordine: velocità – «La cosa che più mi ha stupito di questa squadra nei primi quattro mesi di campionato è la velocità, sia quella d’inserimento dei nuovi giocatori che quella di apprendimento da parte del gruppo di quelle che sono le volontà dell’allenatore. Tutto ciò si è tradotto in campo con un gioco spumeggiante che fa capire quanto siano stati rapidi i ragazzi ad entrare nei meccanismi di Motta».

Il Bologna nel destino – «La chiamata del Bologna l’ho vista anche come un segno del destino. Quando ero bambino mio padre mi portava a San Siro ogni volta che arrivava il grande Bologna di Pascutti, Perani, Fogli… Lui aveva un’enorme passione per questo club, e io ho sentito di avere la chance di poter fare un buon lavoro in una squadra così importante per lui».

Zirkzee è sbocciato – «Joshua è un classe 2001 ed è normale che andasse un po’ aspettato. L’anno scorso non gli ha giovato l’entrata in concorrenza, per errore, con Arnautovic. In estate abbiamo scelto tutti insieme di puntare su di lui, e a quel punto la responsabilità di dimostrare il suo talento e mantenere la titolarità è passata unicamente nelle sue mani».

La verve di ‘Orso’ – «Orsolini lo conosco bene perché l’avevo portato a Bergamo. Lui è genio e sregolatezza, nel senso che è capace di giocate geniali ma a volte in campo è un po’ indisciplinato, anche se da questo punto di vista devo dire che il lavoro fatto nell’ultimo anno e mezzo sotto la guida di Motta l’ha fatto crescere tantissimo: lo vedo sulla via del completamento del suo percorso tecnico-tattico».

Faccia a faccia col passato – «L’Atalanta è una squadra che punta forte sul gruppo e sul gioco collettivo, perché Gasperini vuole questo. Hanno uno spirito battagliero e sono molto organizzati, quando sono in forma possono giocarsela con tutti».

Senza illusioni né limiti – «Non ci poniamo limiti, stiamo vivendo un momento bellissimo. Siamo felici di vedere l’entusiasmo e l’euforia del popolo bolognese, che però ha anche equilibrio, proprio come noi: è giusto coltivare i sogni, poi si vedrà di domenica in domenica».