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Cioni: “Molto positivi i primi tre anni di BFC 365, abbiamo ricucito un importante rapporto di collaborazione con le squadre del territorio”

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Questo pomeriggio Davide Cioni, coordinatore del settore giovanile del Bologna, attraverso una breve intervista rilasciata a Bfc Tv ha tirato le somme dei primi tre anni del progetto BFC 365, di cui è responsabile. Ecco le sue dichiarazioni, suddivise per argomenti principali:

Tre anni importanti – «La valutazione è molto positiva, l’obiettivo primordiale era ricucire con le squadre del territorio un rapporto di collaborazione fattiva basato anche su degli scambi tecnici, e abbiamo notato che quasi tutte le realtà hanno recepito questa volontà e stanno partecipando molto attivamente».

Identità territoriale e progettuale – «Il progetto è quasi sperimentale, ha avuto diverse sfumature e abbiamo già raccolto idee per migliorarlo nei prossimi mandati, dato che l’idea di Daniele Corazza (responsabile del settore giovanile del Bologna, ndr) è quella di portarlo avanti per altri anni. Le realtà del territorio hanno la necessità di avere noi come punto di riferimento, per imparare un know-how che gli permetta di arrivare a risultati concreti e costruttivi. Tutti i referenti hanno parlato estremamente bene dell’organizzazione e delle prospettive di tutte queste squadre, abbiamo imparato che ciascuna ha le sue esigenze e che è giusto che mantengano la propria identità».

Distanti ma uniti – «Seguire il progetto durante il lockdown non è stato semplice, ma siamo comunque riusciti a organizzare una serie di incontri tecnici e di approfondimento con gli specialisti, grazie ai collaboratori del settore giovanile che seguono queste società in qualità di referenti. Oltre a ciò, abbiamo aiutato le diverse realtà a fare attività con i loro ragazzi, aiutandoli a restargli accanto il più possibile».

Altri tre anni – «Il prossimo mandato doveva partire il 1° luglio, ma probabilmente il termine slitterà a settembre. L’idea, come anticipavo, è mantenere le collaborazioni ma migliorare alcuni aspetti, come i criteri premiali o la differenziazione del nostro contributo in base alle effettive esigenze dei club. Ci sono realtà che hanno bisogno di noi solo per piccoli dettagli quotidiani o problemi gestionali con l’amministrazione pubblica, mentre in altre si può spingere l’acceleratore per fare calcio».