Ormai c'è poco calcio in Mihajlovic, sia giocato che spiegato. Il ritiro o si fa tutto o non si fa, la decisione di Sabatini merita rispetto

Ormai c’è poco calcio in Mihajlovic, sia giocato che spiegato. Il ritiro o si fa tutto o non si fa, la decisione di Sabatini merita rispetto

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La chiacchierata odierna tra Walter Fuochi e Simone Minghinelli parte dal k.o. empolese del Bologna e arriva fino al prossimo – delicatissimo – impegno contro la Lazio, analizzando e commentando anche tutto ciò che sta in mezzo, dal rischio esonero per Sinisa Mihajlovic all’addio di Walter Sabatini.

Walter, qual è la cosa che ti ha stupito di più della gara giocata a Empoli domenica scorsa? «La cosa più balorda è che il Bologna avrebbe potuto persino vincere, se Arnautovic non avesse allargato di due centimetri il tiro dal dischetto. Poi certo, si era talmente indietro con la partita e la squadra giocava talmente male che probabilmente quel vantaggio si sarebbe dissolto. Però è strano che in una domenica così negativa ci sia comunque stato uno spiraglio per farla franca: è il mistero del calcio, il suo bello».

Anche a te l’undici iniziale, schierato così, aveva destato delle perplessità? «Alla lettura della formazione, con un solo vero centrocampista e con Vignato senza una collocazione ben definita, molti l’hanno giudicata senza senso e si sono chiesti quale fosse lo scopo di tale assetto. Il problema è che Mihajlovic non lo spiega mai: ti parla di atteggiamento, mentalità, intensità, di gente che non lo ascolta, ma non di calcio. Da un po’ di tempo a questa parte c’è poco calcio in Sinisa, sia giocato che spiegato, soprattutto quando perde. Spesso le sue conferenze stampa sono piene di psicologia dell’ovvio: è evidente che se non arrivi mai per primo sulla palla significa che mancano aggressività e determinazione, ma per capirlo non ci vuole un allenatore, basta un cameriere».

Relativamente alle lacune della difesa, non trovi che sia riduttivo puntare il dito solo contro Bonifazi? «Non è giusto prendersela solo con lui, va però detto che certi errori sono più gravi di altri. Quando inizia la partita bisogna essere molto concentrati e, visto che si è ancora freschi e lucidi, porsi nel modo giusto anche col corpo, andare sul pallone nel modo migliore. Al Castellani la gara era cominciata da quaranta secondi, Bonifazi non era né pressato né in ansia e il suo intervento è stato davvero goffo. Se, come penso, si è trattato di disattenzione, non è un problema da poco. Tutto ciò stava per costargli il posto, ma a quanto pare non sarà così a causa del COVID che ha colpito Soumaoro».

Ritiro sì, ritiro no, ritiro un po’: tu da che parte stai? «Detto che l’istituto del ritiro è vecchio quanto il calcio e sembra ormai appartenere alla cose superate, se si ritiene utile questo provvedimento e si decide di attuarlo bisogna fare in modo di portarlo fino in fondo. Invece il Bologna non va mai fino in fondo, e allora tanto vale non cominciarlo nemmeno. Giustamente i giocatori hanno fatto sentire la propria voce, potevano essere rimpallati ma per l’ennesima volta gli si è andati incontro, dando vita ad una trattativa fra le parti piuttosto frammentaria che non sono sicuro darà un esito positivo».

Con la Lazio è già decisiva per Mihajlovic? «Non so con precisione fino a che punto la corda sia rotta o sfilacciata e come siano attualmente i rapporti tra Mihajlovic, la squadra e la società. Però, andando a sensazione, credo che solo una prestazione orrenda e un tracollo esagerato potrebbe portare ad un esonero».

Cosa ne pensi di Sabatini e del suo addio? «Sabatini è un ‘animale’ raro nel mondo del calcio, un unicum, un personaggio impossibile da incasellare. Ha accettato di metterci la faccia e di prendere la porta, per certi versi immagino sia stato anche un sollievo se si sentiva frustrato nell’impossibilità di arrivare ai risultati promessi. Aveva una posizione, un incarico e immagino anche una bella retribuzione, dopo essersi reso conto di non aver soddisfatto né la proprietà né la piazza ha rinunciato a tutto quanto, quindi merita rispetto».

Premesso che è un discorso che non dovrebbe minimamente riguardare il Bologna, in zona bassa chi vedi più traballante quest’anno? «Pur col massimo rispetto, ma in un campionato dove sono iscritte Salernitana, Spezia e Venezia si sa già chi andrà giù. Un’altra potenziale retrocessa è l’Empoli, che per ora è a posto ma non credo durerà, mentre penso risaliranno la china squadre come il Genoa e il Verona. Adesso le neopromosse prendono i soldi e ‘scappano’, non costruiscono neanche la squadra, non fanno neanche finta, vengono in A e se ne tornano in B col ‘paracadute’ mettendo a posto i conti. Non so se il Bologna arriverà a quota 50 punti, ma di certo per salvarsi non ne serviranno nemmeno 40».

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