Un'altalena di prestazioni e risultati, difficile giudicare il Bologna o aspettarsi altro. Skov Olsen non deve porsi limiti

Un’altalena di prestazioni e risultati, difficile giudicare il Bologna o aspettarsi altro. Skov Olsen non deve porsi limiti

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La chiacchierata odierna tra Walter Fuochi e Simone Minghinelli ha come argomento la sconfitta per 3-1 rimediata domenica sera dal Bologna a Napoli e la prestazione di alcuni singoli, in particola quella di Andreas Skov Olsen, con uno sguardo anche al prossimo impegno contro la Sampdoria.

Quali sensazioni ti ha lasciato il k.o. di Napoli? «Due sensazioni opposte: da un lato che il gioco del Bologna non fosse niente male, dall’altro che quel gioco pur gradevole non producesse più di tanto. La trama della gara, infatti, ha sempre visto i rossoblù sotto nel punteggio, ad eccezione dei primi otto minuti. E anche quando ha segnato Soriano, il match si è riaperto solo per cinque minuti. Queste minime quantità di partita in equilibrio o quasi dicono tutto di cose sia andata veramente, e cioè che il Napoli ha vinto senza nemmeno penare».

Meglio il Bologna spavaldo fin quasi all’eccesso o quello un po’ più accorto visto da metà dicembre in poi? «L’atteggiamento degli ultimi due mesi era più realistico che non partire sempre lancia in resta per fare sconquassi, e aveva prodotto risultati discreti o anche buoni, come la vittoria sulla Lazio che rappresenta finora il miglior risultato dell’anno, l’unica affermazione su una delle prime sette in classifica. Non si riesce comunque ad individuare una linea continua di prestazioni e risultati, troppo spesso ad una buona prova ne è seguita una modesta, vedi Cagliari. Difficile giudicare la stagione dei felsinei in maniera omogenea: ci sono singole partite, qualcuna fatta un po’ meglio e qualcuna un po’ peggio, che non si legano fra loro».

Perciò da qui a maggio è lecito attendersi la stessa altalena? «Sì, personalmente mi aspetto un finale di campionato con qualche prestazione buona e qualche altra decisamente meno, e un piazzamento fra l’undicesimo e il quattordicesimo posto, senza rischi ma anche senza impennate».

Intanto domenica al Dall’Ara arriva la Sampdoria di Ranieri: come la vedi? «Sarà forse un fatto di tradizione ma sono abbastanza fiducioso, contro la Samp il Bologna fa sempre delle belle partite, però non mi spingo oltre nel pronostico. La Sampdoria è una squadra ben attrezzata, di quantità e qualità, con svariate soluzioni e un bravo allenatore, inoltre ha come miglior risultato dell’anno una perla più splendente di quella del BFC, essendo una delle due che ha piegato l’Inter. Dunque bisognerà fare molta attenzione».

Vista la prestazione fornita domenica, come punta riproporresti Palacio o meglio portare avanti l’apprendistato di Barrow? «Bisogna scegliere tra continuare a far crescere in quel ruolo un giovane talento come Barrow, lavorando quindi per il prossimo futuro, o pensare soprattutto al presente e godersi le ultime magie di un campione 39enne che probabilmente a giugno tornerà a giocare in Argentina o andrà in pensione. Ormai sappiamo perfettamente che entrambi possono fare il centravanti ma alla loro maniera, con caratteristiche particolari, e comunque è possibile che talvolta da qui alla fine li rivedremo in campo assieme, come nel secondo tempo a Napoli».

Chiudiamo con una previsione su Skov Olsen: dopo la bella gara al Maradona, il ragazzo riuscirà finalmente a trovare continuità? «A dire il vero ha fatto fuoco e fiamme nei primi 30-35 minuti, poi è un po’ calato, pur fornendo l’assist per la rete di Soriano. Però in quella mezzora sono emerse le doti tecniche e anche fisiche di un giocatore a cui nessun traguardo è precluso, perché se non hai qualità e forza non fai quei numeri lì: il palo colpito, ad esempio, sarebbe stato un gol meraviglioso, oltre a rimettere in parità la contesa. Ora l’obiettivo è dilatare quel tempo e portarlo ad uno standard che possa essere di grande efficacia per la squadra: se tale mezzora diventasse intanto un’ora, sarebbe già un notevole passo avanti».

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