Bologna, i problemi non giustificano un atteggiamento così arrendevole: partita disarmante, Pyyhtia unica luce

Bologna, i problemi non giustificano un atteggiamento così arrendevole: partita disarmante, Pyyhtia unica luce

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Bologna-Napoli 0-2: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.

PRO

Il debutto di Pyyhtia, la continuità di Svanberg e l’atteggiamento di Falcinelli – L’unica piccola luce in una serata altrimenti buia è stato l’esordio assoluto del finlandese Pyyhtia, classe 2003. Il ragazzo è entrato in campo col piglio giusto, dimostrando di avere personalità e qualità nei piedi: certo, ancora troppo poco per gridare al campioncino, ma abbastanza per meritarsi altri minuti nelle prossime partite. Da sufficienza piena anche Svanberg, che in questa stagione sta mantenendo un livello di prestazioni sempre costante, e l’ex fuori rosa Falcinelli, che ci ha messo tanta grinta e ha provato a rendersi utile, lottando su ogni pallone.

CONTRO

La passività della squadra – A Cagliari, per i motivi che conosciamo, le attenuanti sul piano atletico e organizzativo erano ancora maggiori, eppure l’intensità era venuta a mancare solo nel finale, quando le gambe non giravano più. Ieri, invece, il Bologna è stato impalpabile, in particolare la prima mezzora la definirei disarmante, quasi surreale. Sembrava un’amichevole di metà settimana, col Napoli totalmente padrone del gioco a cui bastava accelerare un minimo per sfondare. Paradossalmente si è visto qualcosina di meglio negli ultimi venti minuti con una formazione più ‘arrangiata’, pur tenendo conto che i partenopei si erano un po’ seduti sul risultato ormai acquisito.

La prestazione di Sansone e Viola, le difficoltà di Arnautovic e il calo di Theate – Anche ieri Mihajlovic ha proposto una sorta di 5-3-1-1, con Sansone a svariare alle spalle di Arnautovic e Viola nel ruolo di Dominguez davanti alla difesa: il primo ha combinato poco, il secondo ha palesato un passo non da Serie A (e vista la vivacità con qui è entrato l’argentino, nonostante gli acciacchi, viene da chiedersi perché non sia partito titolare ancora lui). Lo stesso Arnautovic, pur mettendoci tanta buona volontà, da oltre un mese non riesce più ad incidere, complici i problemi fisici, e nel contempo la squadra non lo aiuta: se la palla ce l’hanno sempre gli altri e sei obbligato a rincorrere di continuo, diventa dura anche per un ottimo centravanti come lui. Vistoso pure il calo di Theate, spiegabile però con gli alti e bassi tipici di un ragazzo sì forte ma pur sempre del 2000, alle prese con un campionato difficile comea Serie A italiana.

Il solito film – La sensazione è che anche stavolta il rischio di incappare nella solita annata incolore sia dietro l’angolo. Discorso già fatto varie volte e che alla lunga rischia di diventare stucchevole, purtroppo però il Bologna tende sempre a sedersi una volta raggiunto un discreto livello di tranquillità in classifica. Tra ambiente esterno, società e squadra, evidentemente nel contesto bolognese è difficile mantenere alte le motivazioni e di conseguenza l’intensità mentale e fisica. Non si può cadere ogni due per tre in partite contraddistinte da passività e arrendevolezza, e soprattutto non si può sempre arrivare con l’acqua alla gola o semplicemente ad essere criticati duramente per reagire, eppure continua a succedere. Questo al di là delle evidenti problematiche attuali, che è giusto rimarcare. A proposito, e mi riferisco a Sinisa: se non cerchi alibi prima della partita, atteggiamento apprezzabile, non cercarli neppure dopo…

Il silenzio del Dall’Ara – Non la considero una scusante a cui aggrapparsi, ma senza dubbio l’assenza di un pubblico caldo e affettuoso come quello del Dall’Ara non ha aiutato la squadra, già alle prese con tanti problemi e un avversario molto più forte. Aver rivisto lo stadio praticamente vuoto, a quasi due anni di distanza dall’inizio della pandemia, è stato un colpo al cuore.

Pepè Anaclerio

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