Fiorentina-Bologna 2-2: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Franchi.
PRO
La prestazione che meritava una vittoria – Il Bologna merita tutti i complimenti possibili, perché non è semplice stare lì con la testa giocando ogni tre giorni e con gli effettivi che spesso ruotano. La Fiorentina sta vivendo delle difficoltà di cui i rossoblù erano stati bravi ad approfittare, e il gol di Dallinga aveva messo in ghiaccio una vittoria che questa squadra si era meritata sul campo prima che succedesse quel che tutti sappiamo. Il paradosso, nonché l’ulteriore nota di merito per il BFC, è non aver perso ed essere riusciti a portare a casa un punto quasi miracoloso per come si era incanalata la gara in termini di episodi sfavorevoli.
I tanti singoli in grande spolvero – Castro ha segnato un gol meraviglioso e un’ottima gara, Skorupski si è confermato un portiere di alto livello e Miranda ha finalmente dato segnali di crescita. I due difensori centrali hanno fatto molto bene, e anche Holm aveva giocato una buona partita prima dell’ingenuità che gli è costata il secondo giallo. Chiudo con Rowe, perché aveva cominciato con grande carica e un bellissimo numero in mezzo al campo, e non meritava un finale di gara così amaro.
Gli enormi passi avanti in trasferta – Sembrano essere state superate le difficoltà in campo esterno. La squadra aveva già vinto due partite in fila lontano dal Dall’Ara, e ieri fino a venti minuti dalla fine era in totale controllo della terza. In breve tempo sono stati compiuti notevoli miglioramenti e questa è una bellissima notizia, perché gli episodi non possono sempre girare male e con un piglio del genere la squadra di Italiano andrà senza dubbio molto lontano.
CONTRO
Gli episodi che hanno condizionato il match – Inutile girarci attorno: l’arbitraggio di La Penna è stato pessimo. Innumerevoli gli episodi controversi, ma ne vorrei citare in particolare due, perché per quanto minori rispetto allo sfacelo complessivo mi hanno lasciato incredulo. Il primo è il rigore concesso e poi fortunatamente revocato per un fallo di mano di Lucumí che solo il fischietto romano ha visto: l’unico giocatore del Bologna a colpire quel pallone è Skorupski, semmai in precedenza era stato Kean a spostare in avanti la sfera col braccio, eppure anche dopo la revisione al monitor il direttore di gara ha assegnato un incomprensibile calcio d’angolo ai viola. Il secondo riguarda l’atteggiamento con cui La Penna ha accompagnato Rowe fuori dal campo quando l’inglese è stato sostituito: di solito quel tipo di sollecitudine si vede nei giocatori avversari, non certo nell’arbitro. Il colmo poi è stata la successiva ammonizione dello stesso Rowe, a cui non è stato nemmeno permesso di sfogare il proprio nervosismo per il cambio e la piega improvvisa che stava prendendo la partita.
Il VAR senza un metro chiaro – Dopo quasi nove anni di VAR non mi sarei mai aspettato di trovarmi a guardare e commentare una roba del genere. Ciò che fa rabbia è la netta discrepanza nelle varie valutazioni: gli episodi potenzialmente a favore dei rossoblù sono stati rivisti rapidamente (mani di Dodô e Kean) o proprio ignorati (pestone su Bernardeschi), i gol di Castro, Cambiaghi e Dallinga sono stati passati al setaccio, mentre i tre rigori per la Fiorentina sono stati assegnati direttamente dall’arbitro. E se quelli effettivamente calciati purtroppo c’erano, viste le braccia larghe di Ferguson e Bernardeschi, il già citato penalty poi tolto ai viola è stato un incredibile abbaglio.
Il calcio ormai ridotto a circo – Non è certo la prima volta che il Bologna viene penalizzato da una direzione di gara largamente insufficiente, non solo da parte dell’arbitro ma anche dei suoi collaboratori di campo e degli addetti VAR. I rossoblù sentono di aver subito una grossa ingiustizia e non è un caso che ieri davanti ai microfoni si sia presentato Claudio Fenucci: questa società raramente si fa sentire per reclamare qualcosa, ma quanto accaduto a Firenze è stato troppo grave per rimanere in silenzio. E comunque non è nemmeno una questione che riguarda solo il BFC, perché partite del genere fanno disinnamorare del calcio davvero chiunque.
Pepè Anaclerio
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Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images (via OneFootball)



