Bologna sia bello che 'sporco', salto di qualità fondamentale. Bene i giovani, preziosi i leader, rivedibile la marcatura a uomo sui piazzati

Bologna sia bello che ‘sporco’, salto di qualità fondamentale. Bene i giovani, preziosi i leader, rivedibile la marcatura a uomo sui piazzati

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Sampdoria-Bologna 1-2: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Ferraris.

PRO

La vittoria e un pizzico di fortuna – I tre punti conquistati ieri con pieno merito sono di vitale importanza per la classifica, ma rappresentano anche una gratificazione per quanto seminato e non raccolto in precedenza, usando le parole di Mihajlovic. Una volta tanto, inoltre, la dea bendata non ci ha voltato le spalle, perché l’autogol di Regini a ridosso dell’intervallo è stato una manna per noi e una mazzata per la Sampdoria, mentre in occasione del 2-1 Barrow è rimasto in gioco per pochi centimetri.

La capacità di alternare fioretto e spada – La dolorosa sconfitta interna col Sassuolo è servita al Bologna per diventare una squadra un po’ meno spettacolare ma più solida. Fino a quel momento si creavano tante occasioni ma si concedeva troppo, puntando quasi esclusivamente a fare un gol in più degli avversari, adesso non ci si vergogna a ‘sporcarsi le mani’ e battagliare. La gara di ieri, non bellissima esteticamente, è emblematica: la Samp l’ha messa sul piano fisico, i rossoblù ci si sono buttati dentro e hanno prevalso senza rischiare quasi nulla, tranne che su due palloni persi banalmente nella ripresa in fase di uscita. Tutto questo senza mai smarrire la forza mentale che rispecchia il carattere dell’allenatore, quella che ti serve per restare lucido e continuare a fare il tuo gioco anche dopo essere passato in svantaggio. Saper interpretare le partite a 360 gradi è una dote preziosa, un salto di qualità fondamentale che ora il BFC sta effettuando.

Orsolini e Barrow decisivi alla loro maniera – Orsolini sta tornando ad essere determinante: lui è quel tipo di attaccante che difficilmente gioca bene per tutti i novanta minuti, ma ha l’innata capacità di decidere le partite con un guizzo e regalare punti alla squadra. Discorso simile per Barrow, che è ancora più giovane e non sempre continuo, ma possiede il talento necessario per lasciare il segno nel momento clou del match, come ha fatto ieri con un cross al bacio proprio per ‘Orso’.

I giovani sugli scudi – Hickey sta continuando a stupire e ieri, in una gara dove c’era appunto da combattere, si è esaltato ancora di più, probabilmente memore di certe battaglie vissute nel campionato scozzese. Schouten ormai non fa più notizia, si sta confermando come un grandissimo centrocampista e il potenziale è quello di un top player. Molto positivo, come già avvenuto contro il Cagliari, anche l’ingresso di Dominguez: nella fase finale del match, con gli avversari un po’ più stanchi, il Bologna più compatto e quindi meno campo da coprire, uno con la sua qualità e la sua personalità si rivela prezioso. Le prestazioni di questi tre ragazzi, senza dimenticare tutti gli altri giovani talenti presenti in rosa, confermano la bontà del progetto allestito dalla società e prefigurano un futuro roseo.

La presenza di tutti i leader – Il Bologna è una squadra giovane ma forte sul piano mentale, lo dimostrano i successi in rimonta e anche il fatto di non essere crollati dopo cinque sconfitte nelle prime sette giornate. Fondamentale Sinisa e la mentalità che ha saputo infondere nei suoi giocatori, ma anche l’esempio di quei cinque-sei veterani capaci di essere un faro per tutto il gruppo. La semplice presenza di un Medel o di un Poli, anche solo nello spogliatoio prima del fischio d’inizio o a bordocampo per un consiglio a gara in corso, è un valore aggiunto di cui gli infortuni ci avevano privato, lasciando un po’ più soli in certi frangenti i vari Palacio, Danilo e Da Costa. Avere l’intera rosa a disposizione fa una bella differenza, non solo sul rettangolo verde ma anche fuori.

CONTRO

Le marcatura a uomo sulle palle inattive – Continuiamo a subire gol su calcio piazzato, ormai è quasi una costante. Si può puntare il dito sui singoli e sottolineare come ieri Tomiyasu abbia perso Thorsby, bravo a sfruttare un blocco evidentemente preparato, e come Skorupski ancora una volta non sia stato impeccabile, ma forse può essere più utile allargare il mirino. Mihajlovic, consapevole di non avere in organico dei colossi, preferisce marcare a uomo, confidando nel fatto di poter limitare meglio il singolo avversario, spostandolo e dandogli fastidio: del resto, se ti metti a zona come fanno tante altre squadre più fisicate, che costruiscono una sorta di ‘castello’ dentro l’area piccola, corri il rischio di essere travolto. Tuttavia, visti gli scarsi risultati, qualcosa da rivedere c’è.

I troppi gol sbagliati – Nel finale i rossoblù hanno avuto almeno tre nitide occasioni per chiudere i conti e delineare un punteggio più consono all’andamento della sfida, ma le hanno sprecate malamente. Se all’ultimo istante la Sampdoria avesse pareggiato…

Pepè Anaclerio

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