Confusione nel gioco e fase difensiva da registrare, ma la squadra è con Sinisa. I giovani continuano a crescere, Barrow va coccolato e non bastonato

Confusione nel gioco e fase difensiva da registrare, ma la squadra è con Sinisa. I giovani continuano a crescere, Barrow va coccolato e non bastonato

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Spezia-Bologna 2-2: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Picco.

PRO

La compattezza e la reazione del gruppo – Dopo la batosta contro la Roma, i riflettori erano puntati sulla reazione del Bologna e sul suo atteggiamento in campo. Molto rimaneggiati e un po’ intimoriti, per settanta minuti i rossoblù hanno fatto fatica, anche se qualche occasione per segnare l’hanno avuta, senza però sfruttarla come invece ha fatto lo Spezia. Poi è arrivata la reazione, di cuore, di nervi, di cattiveria su ogni pallone, e la rimonta con tanto di rammarico finale. Personalmente non ho mai avuto dubbi in merito, comunque negli ultimi venti minuti i ragazzi hanno risposto a chi temeva che non rispondessero più agli input dell’allenatore o che si fosse rotto qualcosa: se non si è uniti e non si rema tutti nella stessa direzione, non si compie una rimonta del genere.

Il coraggio di Mihajlovic coi giovani e l’impatto di Rabbi – Anche se ovviamente le risposte definitive spettano sempre al campo, non sono abituato a farmi condizionare troppo dai risultati, e continuo a pensare che la linea tracciata da società e allenatore riguardo ai giovani sia quella giusta. Siamo in emergenza, certo, ma il coraggio di Mihajlovic con certi ragazzi non è dettato solo dalle assenze, e va accolto come un aspetto molto positivo. Contro la Roma aveva schierato in porta Ravaglia, che non può ancora essere giudicato e ieri è rimasto in panchina a causa di un leggero infortunio, mentre a La Spezia ha ridato minuti a Baldursson, che già conoscevamo, e soprattutto a Rabbi, che è stato decisivo: ammonizione di Chabot procurata, pallone del 2-2 fatto pervenire di pura grinta sul piede di Barrow e assist per Soriano che poi è stato steso in area. Questo ragazzo non ha solo entusiasmo e temperamento, è proprio bravo e lo aveva già dimostrato con la Primavera, sa giocare bene a pallone.

La prestazione e la crescita di Dominguez – Sempre a proposito di giovani, anche se già più affermati, ieri Dominguez è stato il migliore del Bologna. Forse quello di mediano non è il ruolo a lui più congeniale, ma è comunque in forte crescita sul piano della personalità, della determinazione e della presenza all’interno del match. Dopo quello annullato contro la Roma, ieri ha trovato il suo primo gol in Serie A, un mix di freddezza e qualità, perché si è fatto trovare nel posto giusto, ha addomesticato bene il pallone e di controbalzo ha trovato una traiettoria perfetta. Sentiremo tanto parlare di lui, ne sono sicuro.

L’eurogol di Barrow – Musa nel bene e nel male, genio e sregolatezza, croce e delizia. Se avesse la stessa precisione e lucidità quando deve concretizzare le occasioni più semplici… Il gol del 2-2 è un autentico capolavoro di sfrontatezza e capacità balistiche, un destro di prima intenzione su un campo reso scivoloso dalla pioggia, colpendo la sfera perfettamente di collo. Mi ha riportato alla mente altri grandi o grandissimi nomi, anche se mancini: da Maradona a Recoba, passando per Diamanti.

I piedi buoni di Da Costa – In queste ore ho letto e ascoltato diverse critiche a Da Costa, con epiteti poco simpatici come ‘arrugginito’ e ‘pensionato’. Niente di tutto ciò, anzi, ieri è stato importantissimo. Non ha colpe specifiche sui gol subiti e per il resto non ha compiuto parate (in occasione del palo di Agudelo è stato fortunato, ogni tanto succede anche a noi), però nel gioco coi piedi è sempre un valore aggiunto. Angelo non è il classico portiere bravo coi piedi, Angelo è proprio un… centrocampista. In avvio di gara si è preso un paio di rischi, cercando di non buttare via il pallone ma giocandolo come da richiesta del mister, poi lo ha sempre smistato bene e ha anche eseguito una decina di lanci molto precisi, quando ha trovato tutto chiuso. Mihajlovic vuole proprio questo, che si provi a saltare col palleggio la prima linea di pressing avversario, perché nel moment in cui ci si riesce nascono azioni pericolose.

CONTRO

La confusione generata dai cambiamenti – Premessa d’obbligo: tantissimi assenti. Cito in particolare Schouten, ormai un punto fermo della formazione, Hickey (oltre a Dijks) sulla sinistra, dove Mihajlovic ha dovuto adattare Tomiyasu inserendo Paz al centro, e Orsolini, a cui spesso vengono rotte oltremodo le scatole ma che quando manca si sente eccome. Il Bologna sembra però aver perso quel filo logico di gioco che aveva quasi sempre mostrato fino alla gara con l’Inter, ora dà l’impressione di essere una squadra più preoccupata e meno spensierata, che non si muove e non fraseggia più a memoria come prima. Forse può aver inciso anche il fatto di aver cambiato tanto in poco tempo, mandando in confusione e in difficoltà qualcuno degli interpreti, su tutti Soriano: le difficoltà sul piano numerico sono sotto gli occhi di tutti, ma a maggior ragione quando sei in emergenza sarebbe meglio non inventarsi troppe cose nuove. E soprattutto, lo dico in maniera affettuosa verso Sinisa, è importante non perdere mai di vista l’unico obiettivo, ovvero la partita, evitando inutili polemiche e la ricerca costante di un bersaglio con cui prendersela.

I gol presi in fotocopia – Molti dei gol incassati nell’ultimo periodo nascono dal fatto che ormai gli avversari hanno imparato a leggere la nostra fase difensiva: spesso uno dei due centrali va a prendere in un duello uno contro uno l’attaccante fin oltre la metà campo, lasciando scoperta quella zona e favorendo le imbucate. Forse è il caso che entrambi i centrali restino al loro posto e sia un centrocampista a svolgere quella mansione, occupandosi della punta. Anche l’1-0 dello Spezia è nato così, al pari di un’altra chance capitata a Nzola, che ha portato fuori Danilo e ha poi attaccato lui stesso la profondità. Sinisa dice sempre che per i suoi giocatori, una volta saltati, non c’è copertura, accetta questo rischio, ma sicuramente qualcosa da mettere a posto c’è.

Le continue punzecchiature a Barrow (e Orsolini) – Barrow, così come Orsolini, è uno dei migliori giocatori del Bologna, uno di quelli che non possono essere messi in discussione più di tanto. A mio avviso, pur maturando, di base saranno sempre così, quindi è inutile che il mister continui a martellarli, perché c’è il rischio di ottenere l’effetto contrario. Entrambi i ragazzi, in particolare Musa, sembrano aver bisogno di essere coccolati più che bastonati, non perché gli si debba perdonare tutto ma proprio come approccio verso la loro indole, per farli rendere al meglio. Ha sbagliato il rigore decisivo, il secondo di fila, e vuoi cambiare rigorista? Ok, ma non continuare a ripetere pubblicamente che è moscio. Anche perché la personalità di ripresentarsi sul dischetto l’ha avuta, così come il coraggio e la dignità di chiedere scusa dopo l’errore, cosa non da tutti. In sostanza, Barrow e Orsolini devono crescere, ma nel contempo devono essere trattati come due valori aggiunti, non come due ‘problemi’.

Pepè Anaclerio

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