Gara caotica che il BFC meritava di vincere, in epoca VAR non può esistere un rigore così. Soriano un po' in difficoltà, Barrow e Orsolini molto di più

Gara caotica che il BFC meritava di vincere, in epoca VAR non può esistere un rigore così. Soriano un po’ in difficoltà, Barrow e Orsolini molto di più

Tempo di Lettura: 3 minuti

Bologna-Genoa 2-2: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.

PRO

Le tante occasioni create – Ieri, complice la scoppola rimediata dal Bologna a Milano e la classifica deficitaria del Genoa, abbiamo assistito ad una partita sporca e caotica: nel primo tempo si è giocato poco o nulla, tra errori tecnici e continui fischi dell’arbitro, mentre nel secondo lo spettacolo è stato più gradevole non tanto per la qualità delle azioni, quanto per i ritmi alti, i gol e le emozioni. Il BFC non ha fatto sfaceli, faticando spesso e volentieri a trovare le linee di passaggio, ma ai punti avrebbe comunque meritato di vincere, viste le numerose occasioni create e le super parate di Sirigu.

Le prove di Dominguez, Arnautovic e Hickey – Dominguez sta continuando a dimostrare che può ricoprire il ruolo di perno davanti alla difesa, è in fiducia e le sue prestazioni sono sempre di buon livello. Arnautovic ha una personalità forte (quel rigore era pesante e lo ha calciato alla grande), lotta come un leone e si carica sulle spalle la squadra: deve migliorare un po’ nelle sponde e tenere più palloni, ma è già un leader di questo gruppo. Hickey è chiamato a crescere in fase difensiva, sperando che i compagni non lo lascino sempre uno contro uno col rivale di turno, ma a 19 anni può giù vantare un carattere da giocatore maturo, oltre che tanta corsa e due ottimi piedi per andare al cross o al tiro.

Il miracolo di Skorupski – Stavolta bisogna dare a Skorupski quel che è di Skorupski: partita solida e parata clamorosa sul colpo di testa ravvicinato di Destro, con la palla che ha toccato terra e reso ancora più difficoltoso l’intervento. Se il Genoa fosse andato sul 2-1, probabilmente per il Bologna sarebbe stato un colpo da k.o.

La verve dei sostituti – I quattro giocatori saliti dalla panchina hanno dato un contributo davvero importante: Vignato ha vivacizzato la manovra felsinea con qualità e facendo sempre la scelta giusta, mentre Skov Olsen, Dijks e Sansone hanno costruito l’azione che ha generato il rigore del momentaneo 2-1, dando fastidio al Grifone anche in altre circostanze (intelligente e sfortunato, ad esempio, il pallonetto di testa del danese che ha colpito la traversa al 95′, prima del tap-in fallito da Soriano).

CONTRO

La topica di Fourneau e assistenti – L’arbitro ha deciso il risultato assegnando al Genoa un rigore inesistente. Già in presa diretta la sensazione era che Bonifazi avesse subito fallo da Behrami, e dopo i vari replay è stato ancora più evidente. Fourneau avrebbe dovuto sanzionare quel contatto, di fatto annullando tutto ciò che è successo dopo (peraltro la spinta di Bonifazi su Kallon è davvero di poco conto e non tale da giustificare un fischio), ma la cosa più grave è il mancato intervento del VAR. Pazzesco.

L’involuzione di Barrow e Orsolini – Barrow e Orsolini hanno offerto un’altra prestazione negativa, nel caso del numero 7 con l’aggravante del pallone ‘passato’ a Criscito che ha poi portato al cross per il gol dell’1-1. Entrambi sbagliano tanti appoggi, spesso nella nostra metà campo, non saltano mai l’uomo e non arrivano a concludere in maniera pericolosa, palesando (specialmente Musa) un’involuzione preoccupante. Riguardo ad ‘Orso’ mi sento però di dire che non l’avrei levato dal campo dopo l’errore commesso, o quantomeno gli avrei concesso qualche minuto in più per provare a riscattarsi, perché una sostituzione del genere rischia di ‘ammazzare’ psicologicamente un giocatore che per il Bologna, pur coi suoi difetti, è molto importante.

Le difficoltà di Soriano – Premessa: siamo solo ad inizio stagione, e se un allenatore chiede alla squadra qualcosa di diverso è normale che i calciatori possano metterci un po’ ad assimilare i nuovi concetti, e soprattutto a metterli in pratica. Nel 4-3-3 attuale (o 4-1-4-1 che dir si voglia, con Dominguez più bloccato davanti alla retroguardia, Svanberg sul centro-destra e Soriano sul centro-sinistra), però, sono evidenti le difficoltà di Soriano, forse il più penalizzato da questo nuovo assetto. Prima avevamo un centravanti (Palacio) che giocava in funzione della squadra, ora abbiamo una squadra che gioca in funzione del centravanti (Arnautovic); prima Soriano si buttava nello spazio lasciato libero da Palacio, che svariava molto, ora quello spazio è quasi sempre occupato da Arnautovic e Soriano si deve adattare. Ma, appunto, è una fase di assestamento piuttosto normale e comprensibile: col passare del tempo e delle partite i meccanismi verranno oliati a dovere e sono certo che il capitano, elemento di straordinaria intelligenza tattica, tornerà ad essere decisivo.

Pepè Anaclerio

© Riproduzione Riservata

Foto: Imago Images