Il nuovo assetto continua a convincere, ma le gare dominate vanno vinte. Barrow, Binks e Dominguez i migliori, Skorupski deve metterci più cattiveria

Il nuovo assetto continua a convincere, ma le gare dominate vanno vinte. Barrow, Binks e Dominguez i migliori, Skorupski deve metterci più cattiveria

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Udinese-Bologna 1-1: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri alla Dacia Arena.

PRO

L’equilibrio garantito dall’assetto tattico – Superata la rabbia del momento per i due punti persi, mi voglio soffermare sul fatto che la partita è stata dominata dal Bologna anche grazie all’assetto tattico, confermato dopo la bella vittoria sulla Lazio e in grado di garantire molta più stabilità: 5-3-2 in fase difensiva, 3-4-1-2 o 3-4-2-1 in fase offensiva. Nel primo tempo i rossoblù hanno creato tre-quattro occasioni, mentre Skorupski è rimasto inoperoso, e quando poi la gara si è sbloccata l’unica pecca è stata non chiuderla. Ad ogni modo questo nuovo equilibrio è l’aspetto più positivo, a maggior ragione dopo un inizio di stagione in cui erano arrivate alcune imbarcate di troppo.

La prima da titolare di Binks e le prove di altri singoli – L’esordio dal primo minuto del giovane inglese Binks è stato molto promettente: abbiamo visto all’opera un giocatore fisico, di buona personalità e con un piede educato che potrà offrire un’alternativa in più in difesa. Theate ha fatto molto bene anche ieri e si sta confermando un ottimo prospetto, Barrow è tornato in grandissimo spolvero, Svanberg mi stava piacendo molto e Dominguez, con quell’assist al bacio, ha messo la ciliegina sulla torta dopo una buona prestazione in entrambe le fasi.

CONTRO

L’errore di Skorupski sul gol friulano – Sull’episodio dell’1-1 si può discutere ed è giusto che ognuno abbia la sua idea. Per quanto mi riguarda è stato un errore di valutazione di Skorupski, che non è uscito con abbastanza cattiveria: l’area è spesso intasata, un portiere lo sa bene e deve imporsi con più concretezza. Discolperei i compagni che si sono posizionati sulla riga di porta e non hanno difeso sugli avversari, si sono disposti in quel punto proprio perché hanno visto il polacco uscire e hanno considerato quel pallone di proprietà del portiere, che quindi a mio avviso resta il maggior responsabile del gol incassato.

I cambi di Mihajlovic – Anche se alla fine non hanno inciso più di tanto, perché il Bologna ha subito l’Udinese più nei primi dieci minuti del secondo tempo che dopo aver effettuato le sostituzioni, i cambi decisi da Sinisa avrebbero potuto essere un altro motivo di discussione, ma lo stesso mister nel post partita ha spiegato come alcuni siano stati obbligati (Theate e ovviamente Kingsley). Riguardo all’uscita di Svanberg, Mihajlovic l’ha giustificata col timore che lo svedese prendesse il secondo giallo, ma si tratta di un’ipotesi e non di una certezza, e così facendo ha panchinato uno dei migliori fino a quel momento. Restano dubbi anche sulla scelta di togliere dal campo Binks, sì alla prima da titolare ma sicurò di sé e pienamente dentro il match.

L’infortunio di Kingsley e la coperta corta a centrocampo – Gli esami a cui è stato sottoposto Kingsley hanno confermato l’impressione che avevamo già avuto in diretta, si tratta di frattura scomposta del perone, quindi non posso che mandare un grosso in bocca al lupo al ragazzo. Oltre ad essere un dispiacere, la sua assenza accorcia ulteriormente la coperta del centrocampo, perciò adesso c’è da sperare che Schouten rientri il prima possibile e che lui, Dominguez e Svanberg stiano sempre bene. Così come Medel, che in caso di ulteriore emergenza potrebbe comunque essere alzato in mediana.

La scarsa brillantezza di Soriano e la poca incisività di Arnautovic – Soriano ha ricoperto una posizione in cui si trova a suo agio, ma ha comunque sbagliato un gol ed è apparso poco lucido e reattivo. Anche Arnautovic può senza dubbio fare di più e meglio, ha gigioneggiato troppo col pallone tra i piedi mentre da lui ci si aspetta ben altro: è stato comprato proprio per aiutare il Bologna a vincere partite come quella di ieri.

Pepè Anaclerio

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