L'arbitro e il VAR hanno indirizzato una partita che il Bologna aveva approcciato bene, i limiti strutturali e caratteriali hanno fatto il resto

L’arbitro e il VAR hanno indirizzato una partita che il Bologna aveva approcciato bene, i limiti strutturali e caratteriali hanno fatto il resto

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Inter-Bologna 6-1: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Meazza.

PRO

La prima mezzora – Il Bologna aveva cominciato molto bene, la scelta di giocare con tre attaccanti veri sin dall’inizio è stata coraggiosa ma nella prima mezzora la squadra ha anche dimostrato di saperli reggere. Poi gli episodi hanno indirizzato una partita in cui i rossoblù non erano stati affatto messi sotto, giocandosela alla pari se non meglio fino al 2-1 di Dimarco. È chiaro che adesso prevalga l’amarezza, ma il risultato è terribilmente bugiardo.

L’immediata occasione per ripartire – È un bene che si torni in campo già sabato, contro il Sassuolo assisteremo a tutt’altra partita e non credo che il Bologna ci arriverà portandosi dietro chissà quali strascichi. Non si è visto un enorme passo indietro rispetto a quanto di buono fatto nelle ultime uscite, quella di Milano è stata una partita stranissima che va archiviata il prima possibile.

Un Orsolini mai domo – Orsolini, oltre ad aver propiziato il gol rossoblù, è stato forse l’unico che ha mantenuto alto il livello del suo gioco fino alla fine, anche a partita ormai chiusa: sta bene e si vede.

CONTRO

Il VAR: parliamone – Analizzerò anche quel che è accaduto in campo, ma parto dall’argomento che mi sta più a cuore. Non ne posso davvero più del VAR e di come viene gestito, non è possibile che in una situazione come quella di ieri non possa intervenire per correggere l’errore umano. Il paradosso del ‘contrasto’ Lucumí-Lautaro è che per il BFC sarebbe stato meglio se fosse avvenuto in area, perché a quel punto dalla sala VAR avrebbero richiamato Colombo e gli avrebbero segnalato che il colombiano aveva colpito il pallone. È ammissibile che per questione di pochi centimetri una squadra possa essere così tanto penalizzata? A che pro avere il VAR se poi non può intervenire in un episodio che sfocia in una chiara occasione da gol? Parliamo di uno strumento che avrebbe dovuto ridurre le polemiche del post partita e invece ne ha soltanto introdotte di nuove, negli ultimi anni abbiamo assistito ad errori macroscopici persino nella valutazione dei fuorigioco. Ormai non si può più esultare per un gol perché bisogna aspettare il check, e abbiamo visto partite terminate e poi riprese dopo il triplice fischio perché c’era da battere un rigore. I contro stanno superando i pro poiché, per quanto si tratti di uno strumento utile, l’ultima decisione spetta sempre all’uomo, persino la linea del fuorigioco viene tracciata in sala VAR. L’unico strumento che non ha mai causato problemi è la goal-line technology, che guarda caso è totalmente computerizzata. Personalmente credo che il VAR andrebbe interamente riformato, se non addirittura abolito.

I limiti caratteriali – È giusto dire che la squadra non avrebbe dovuto reagire tanto nervosamente all’episodio che ha portato al 2-1, ma un conto è commentare e un altro è giocare. So quanto sia frustrante vedersi fischiare un fallo inesistente ed inventato come quello su Lautaro al limite dell’area e trovarsi sotto nel punteggio in una bolgia come San Siro, per di più contro degli ottimi avversari: l’arbitraggio di Colombo ha condizionato la partita, non solo coi fischi ma anche tramite i cartellini. Motta ha dovuto sostituire due giocatori esperti come Lucumí e Medel, che se fossero rimasti in campo fino alla fine forse avrebbero potuto evitare il tracollo del secondo tempo.

L’ennesima batosta – Una volta che la gara si incanala in un certo modo, è molto probabile che una squadra come l’Inter ti infili più e più volte, e allora l’appunto che si può fare è che sul 4-1 si poteva iniziare a pensare a come non far dilagare gli avversari. Non è vero, come sostengono alcuni, che una sconfitta sia una sconfitta indipendentemente dal fatto che si perda 1-0 o 6-1, lo dimostra il fatto che le analisi post partita sono state impietose a causa del risultato rotondo, non della prestazione o per il fatto che il Bologna è tornato a casa senza punti. Cambiano i giocatori e gli allenatori ma una o due imbarcate del genere i rossoblù le subiscono ogni stagione: evidentemente ci sono dei limiti strutturali su cui non si riesce ad intervenire.

La sfortuna e gli episodi avversi (ma anche gli errori) – Gli errori individuali non sono mancati e di conseguenza le insufficienze, anche gravi. L’Inter ha trovato il pari grazie ad un gran gesto tecnico di Dzeko, ma il pallone gli arrivava in maniera molto lenta e forse Soumaoro avrebbe potuto andargli incontro più velocemente tentando di contrastarlo. Skorupski sul 2-1 ha commesso un brutto errore prendendo gol sul suo palo, mentre sulla rete di Lautaro ha sbagliato Arnautovic, che si è fatto attrarre dalla palla e si è dimenticato di coprire il palo. Barrow non è riuscito ad uscire dal lungo periodo di difficoltà, lo stesso Medel ha nel carattere il suo punto di forza ma ieri si è innervosito troppo e ha costretto Motta a toglierlo dal campo.

Pepè Anaclerio

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Foto: Getty Images (via OneFootball)