Milan-Bologna 1-0: solo note dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Meazza.
La sconfitta senza appello – Abbiamo assistito ad una partitaccia, e a preoccupare non è tanto la sconfitta in sé quanto l’atteggiamento passivo del Bologna, che non è mai riuscito a cambiare marcia. La mancata reazione nervosa dopo il gol subito mi ha sorpreso: i rossoblù hanno continuato a giocare all’indietro, sembravano spenti. La forza della squadra dev’essere quella di alzare il ritmo, a maggior ragione quando di fronte si hanno dei singoli di alto livello, ma ieri sera tutto ciò è mancato. L’emblema dell’addormentamento generale sta nel gol del Milan: i rossoneri hanno orchestrato una bella azione, ma il BFC si è lasciato bucare con una facilità disarmante.
Il rendimento esterno e lo stato di forma – Sin dall’anno scorso, dunque sotto la gestione di mister Italiano, il Bologna in casa è una squadra e in trasferta un’altra. Anche nella stagione passata, quando sono arrivate delle vittorie esterne, la bellezza del calcio proposto e i ritmi tenuti non sono stati all’altezza di quello che i rossoblù sanno esprimere fra le mura amiche del Dall’Ara.
Le tante prove negative – Persino un giocatore straordinario come Freuler è sembrato sottotono. Cambiaghi ‘frulla’ (per usare un termine caro a Renzo Ulivieri) ma fa poca sostanza, Miranda e Rowe non sono entrati bene, e si potrebbe andare avanti all’infinito: la verità è che ieri nessuno ha convinto davvero.
L’avvio di stagione balbettante – L’allenatore è rimasto lo stesso, eppure all’inizio della scorsa stagione Italiano sembrava essere riuscito in poco tempo a trasmettere la sua idea di calcio meglio di quanto stia riuscendo a fare ora. Ci sono le attenuanti delle cessioni illustri di Beukema e Ndoye e gli ingressi di tanti giocatori che devono entrare a far parte del meccanismo, senza contare che il tempo è certamente a favore del mister, ma credo che nessuno si aspettasse dal BFC un inizio di campionato così zoppicante.
L’appagamento prematuro e ingiustificato – Bisogna accantonare questa brutta partita e un inizio di campionato un po’ incerto, ritrovando spirito, fame e cattiveria agonistica. Sono consapevole che ci sia il rischio, quando si è reduci da buone se non ottime stagioni, di adagiarsi: ci si convince di aver già fatto qualcosa di importante e ci si sente forti, si crede che i risultati arriveranno a prescindere perché si è diventati una grande squadra. Non funziona così: sei grande sul serio quando non ti culli su quello che hai fatto, ma dimostri ogni volta di esserlo.
Foto: Marco Luzzani/Getty Images (via OneFootball)